stefano cerio/paths
stefano cerio
paths
archivial print, 80×110, 2014
Non si tratta, in realtà, di ritratti fotografici, ma di una riflessione sull’interazione tra lo spazio del paesaggio e l’interazione dell’uomo, che marca tale paesaggio attraverso l’apposizione di segni o tracce, agendolo.
Nelle foto, stampate su medio formato (110×80 cm.), il sentiero diviene spesso poco riconoscibile, solo intuibile.
Non si tratta di rappresentare un itinerario fisico, ma di astrarlo, in una qualche misura, amplificando visivamente il significato di questi spazi minimi del paesaggio antropizzato. Spazi chiusi, che vengono sottratti dal paesaggio aperto, e fissati in una dimensione di iconicità aumentata.
Le immagini sono state catturate nella notte, con l’ausilio di un potente impianto luce artificale, a creare un campo ridotto d’azione, e d’attenzione, a scavarle fuori dal buio silenzioso e deserto dell’ambiente, nel momento in cui esso non è fruito.
L’uomo responsabile delle trasformazioni (minime) di questi scampoli isolati di paesaggio, è assente dagli scatti, o meglio, presente in assenza: i segni posti sugli itinerari, lo evocano. Itinerari orizzontali e verticali, per traccioli o per crode, sentieri e vie, luoghi dell’uomo, dall’uomo fatti e modificati, lungo il proprio percorso e viaggio, e dai quali l’uomo stesso è espunto, lasciandosi in coda, alla scia.
opere inserite in:
paths
a cura di gianluca d’incà levis
nuovo spazio di casso
14 settembre-6 novembre 2014