ilaria cuccagna/Eco. Dalla serie: Antologia di paesaggi del passato, legge di sovrapposizione
ilaria cuccagna
Eco. Dalla serie: Antologia di paesaggi del passato, legge di sovrapposizione, installazione. carbonato di calcio, carbonato di magnesio, sabbia di Rivalgo, argilla, sale marino, gesso, 14 x 160 cm, 2018
La legge della sovrapposizione è un assioma e un principio fondante della stratigrafia sedimentaria, basato sulle osservazioni della storia naturale, che forma una delle basi delle scienze geologiche e archeologiche e di altri campi delle scienze naturali correlate che si occupano della stratigrafia geologica.
Ho concepito il paesaggio dolomitico come sculture composte dalla stratificazione di elementi (naturali e chimici), gli stessi che compongono le Dolomiti.
Gli elementi plastici, due colonne alte 160 cm (misura che corrisponde alla mia altezza e quindi in un certo senso a me), sono poste in dialogo (un eco visivo appunto) con uno stampo di gesso trovato in Batteria Castello e realizzato da Romano Tabacchi. All’interno dello stampo sono stratificate le stesse sostanze (sotto forma di polveri) di cui è composta la mia opera. Lo stampo è posto in prossimità con le due colonne, 200 cm dall’opera verticale, come i 200 metri in linea d’aria che separano il Forte dalla Batteria. Questa relazione diventa un dialogo, un “continuum spazio temporale” tra il passato geologico delle montagne, il passato prossimo di chi ha vissuto quel territorio (Romano), il mio presente lì e il futuro di ciò che sarà.
L’opera è viva: i sali e i carbonati contenuti all’interno delle colonne con il tempo emergeranno in superficie, creando nuove textures e mutazioni materiche. Questa attivazione dell’opera è molto importante per me, è un segnale di vita di un elemento che apparentemente è immobile, così come lo sono le montagne.
Lo stampo “tabacchiano” è di gesso, come la base strutturale della mia opera, di per sé fragile, perché volutamente e sapientemente realizzata includendo sabbie, polveri chimiche, sali. Ma è proprio questa composizione di materiali a permettere la Meraviglia (Enrosadira) e l’equilibrio. Qui il concetto di aderenza diventa perciò fondamentale: l’opera muterà ma non crollerà, trovando un nuovo equilibrio in dialogo con la propria essenza.
e invece è crollata.
esattamante come un’aguglia dolomitica.
a luglio 2018, poco dopo l’inaugurazione della mostra, un fulmine è caduto a breve distanza dal forte di monte ricco, che ha tremato.
la colonna verticale è caduta, adagiandosi sul pavimento, e danneggiandosi in parte.
a quel punto, l’artista ha dovuto decidere se restaurarla e rialzarla, oppure no.
la posizione assunta dopo la caduta è stata giudicata significativa: essa indica lo stampo a terra, e, dietro ad esso, batteria castello.
un caso, ed una direttrice indicata. quella giusta.
ogni giorno un pezzo di dolomite collassa, sfasciandosi a terra.
qui di seguito, le immagini dell’allestimento originario (foto: i. cuccagna)
opera in:
brain-tooling
a cura di gianluca d’incà levis, riccardo caldura, petra cason
forte di monte ricco
30 giugno – 30 ottobre 2018