Roberto de Pol/Motorino per girarrosto, tappo di birra … (lista dei materiali) …


Roberto de Pol

Legno, cavi elettrici, contenitori di plastica, corda, viti, bussola, silicone, nastro adesivo, alimentatori, motorini 6V Bühler, prese elettriche, fil di ferro, bulloni, rondelle, scopa, pallina da ping pong, plexiglass, tela, colla a caldo, motorino girarrosto, mollette, tappo bottiglia, attaccaglia, timer, latta, calamite, chiave a bussola, corda, motorini per microonde, finestra, pennello di Lawrence Carroll, dadi, bottiglia plastica Coca Cola, vaschetta gelato pistacchio, vaschetta insalata, tappo bottiglia di birra offerta da Cristiano ieri sera, installazione, 2019.

Roberto de Pol offre al pubblico un’immersione empirica nel corpodivaia e nell’apparato concettuale della collettiva. Lo fa in maniera decisa, irriverente, acuta, puntuale, ritmata, al limite del disturbante talvolta. Agisce impiegando la sua peculiare grammatica acustica, elogio dell’interferenza, una sintassi entropica definita da una costellazione di materiali colti dal quotidiano e dalla meccanica. L’esperienza di visita della mostra accosta al layer fisico di percorso delle 8 salette, un ulteriore livello definito dal corpo di dispositivi diffusi nello spazio del Forte, che, a velocità e frequenze diverse definiscono battiti sui vetri delle finestre. Il visitatore non potrà non rimanere attratto da tali interferenze. Il silenzio non esiste, così come non può esistere qui un’esperienza monosensoriale, visiva, delle opere in mostra. Vaia è un espediente per De Pol per riportare il pubblico ad accendere l’impianto multisensoriale dei loro corpi, solleticando le sinapsi, attraendo verso la finestra e dunque verso il paesaggio, verso l’esterno. E l’osservatore si scopre soggetto in atto di tale drammatica contemplazione afferma Federico Mazzonelli in Paesaggio, veduta e visione introducendo l’artista. Ma non sarà più nemmeno contemplazione quella esperita grazie ai sagaci motorini sgrillettanti di De Pol. È una metaforica e profonda immersione nella tempesta Vaia e del contemporaneo agibile in tali luoghi, attivabile solo attraverso un necessario slittamento del piano di lettura e scrittura del paesaggio. L’interferire è qui un defibrillare per comprendere.

opera in:
to be here and there (cantieredivaia)
a cura di gianluca d’incà levis e evelyn leveghi
forte di monte ricco

12 luglio – 22 settembre 2019

la realizzazione dell’opera è stata possibile grazie a elettromeccanica cuprum