24 febbraio 2014

Dopo due mesi, si è concluso per Dolomiti Contemporanee il Concorso CheFare2.Ecco qui alcune considerazioni, con le quali soprattutto vogliamo raccontare a tutti coloro che ci hanno sostenuto, e che continueranno a farlo, la nostra visione, il significato del nostro operare persistente, il senso stesso che ha avuto il Concorso CheFare2 per DC.Alcuni mesi fa, Dolomiti Contemporanee si è candidato al Concorso nazionale per la cultura cheFare2, insieme ad altri 600 progetti provenienti da tutto Italia. 330 di questi progetti sono stati valutati dal comitato che ha indetto e gestito il concorso (Doppiozero, Fondazione Fitzcarraldo, Fondazione <ahref, Tafter), e
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4 dicembre 2012

Vas: un’ipotesi di rivitalizzazione attraverso arte e cultura per l’ex Cartiera Il complesso dell’ex Cartiera di Vas costituisce un’emergenza architettonica estremamente significativa. Il sito è connotato in modo peculiare e risulta interessante dal punto di vista dei volumi, degli spazi disponibili e dell’impianto urbanistico, rispetto all’idea di un suo possibile utilizzo
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Batteria Castello

Batteria Castello  sta sull’altura sopra a Pieve di Cadore, a pochi metri dal Forte di Monte Ricco.
Anticamente, qui si trovava il Castello di Pieve di Cadore, prima fortificazione cadorina: numerosi i documenti, anche molto antichi, che vi si riferiscono.
Pare (forse) che il Forte Monte Ricco e Batteria Castello fossero collegati direttamente da una poterna: dalla copertura verde (e irrisolta: come irrisolto è, ad oggi, haitutti, il rapporto tra il Forte e il paesaggio) del Forte, volgendosi a Nord-Est, la facciata della Batteria Castello appare tra gli alberi, assai vicina (cinque minuti a piedi).
Quando, nel 2017, Dolomiti Contemporanee giunse a Pieve di Cadore, aprendo il cantiere di Fuocopaesaggio, scoprimmo la Batteria, e subito iniziammo a esplorarla, entrando nella sua storia, antica e recente.


La storia recente dice questo: Romano Tabacchi, uomo barbuto e tonante, fabbro e ceramista, artista-artigiano libero e anarchico, stabilì la sua dimora, il qualche modo tollerato dall’Autorità (che lui tollerava assai poco), proprio nella Batteria Castello, facendone un laboratorio, manutenendola e modificandola, e trasformandone gli ambienti interni in un caotico dedalo di superfatazioni e invenzioni spaziali: una domestica fucina. Pochi anni fa, Tabacchi morì, e la Batteria fu definitivamante abbandonata.
Crolli, piante infestanti e serpi, furti e ritrovamenti, ragazzini curiosi della valle in bicicletta sul colle: l’ennesima ruina, abbandonata e attraente (per alcuni).
Chiudemmo dunque la Batteria con un lucchetto, in modo tale che nessuno potesse portar via quel che rimaneva al suo interno, nè farsi male: una enorme quantità di oggetti e resti, attrezzi e libri e testi, quadri e vasellami, ferri e legni, macchine e bottiglie (vuote).
Le tracce della vita di Romano Tabacchi, tra cui molte sorprendenti meraviglie, ricoperte da uno strato di polvere.

E così, tra i molti spunti e temi a disposizione degli artisti in Residenza a Pieve, giunsero anche Batteria Castello e Romano Tabacchi. Due artisti-cacciatori in particolare, Sebastiano Sofia e Davide Dicorato, lavorarono qui per settimane, usando (di nuovo, e finalmante) la Batteria come un’officina (un’officina sperimentale; un cantiere dimostrativo: non è così, d’altro canto, che DC spesso infrastruttura i suoi cantieri-sul-patrimonio? per mostrarne, mentre li si vive dall’interno, il valore residuo, che può esser ripreso), rimestando le memorie e i ricordi e gli oggetti di Tabacchi, e costruendovi le proprie opere per Fuocopaesaggio.
Grazie a loro, Romano Tabacchi tornò dunque in vita al Monte Castello, dove lo scorso anno circolava anche Carlo Erba il Sapiente: così, i due si ritrovarono (quanti porchi). Batterie Castello è l’ennesima cava DC: il suo sangue circola ancora e scorre, in questo braccio che unisce le sue pietre instabli a Monte Ricco, e ancora gli artisti han preso a venire, e scavano, e cavano, e prendono e riportano, e i discendenti di RT sono sempre da noi aggiornati su quel che lì facciamo, e ne sono contenti, e ne discutiamo, e approfondiamo la nostra conoscenza, e quella collettiva, di questo sito memore, di quell’uomo interessante. 
Ora, è evidente a noi che Batteria Castello dovrebbe ospitare almeno due cose: un importantissimo cantiere archeologico, profondo mille anni; e un laboratorio-foresteria con bar, per accogliervi i cadorini e ospitarvi le genti di passaggio, insieme con gli artisti che lavorano al Forte, per i quali bisognerebbe ripristinar fucina e forni di RT, altri clangori verrebbero, il Colle di Pieve una storica fabbrica contemporanea.



Qui il lavoro tabacchiano di Davide Dicorato per Fuocopaesaggio 2017.
Qui il lavoro (parzialmente) tabacchiano di sebastiano Sofia per Fuocopaesaggio 2017 (acquisito dalla Collezione AMC Coppola).