Dolomia Noise Wall a Casso – il video
DOLOMIA NOISE WALL a Casso
Sabato 17 ottobre 2018 – Nuovo Spazio di Casso (Erto e Casso, Pn, Italia)
Il Rumorismo è un’arte sonora inaugurata negli anni ‘10 del Novecento dal futurista Luigi Russolo che ne descrisse i concetti nell’opera “L’Arte dei rumori”. L’invenzione delle macchine porta con sè la creazione di nuovi suoni prima sconosciuti alla società, abituata ai silenzi della vita quotidiana e alle composizioni musicali legate solo alla varietà qualitativa dei timbri delle orchestre. Per questo si rende necessario “rompere questo cerchio ristretto di suoni puri e conquistare la varietà infinita dei suoni-rumori”.
L’Harsh Noise nasce negli anni ‘90 e rappresenta la forma più estrema di Rumorismo: affonda le radici nei concetti primordiali e li esalta impiegando cacofonia, dissonanza, indeterminazione e atonalità come caratteristiche sonore. Non a caso gli strumenti sono per lo più autocostruiti: oggetti di uso quotidiano quali lastre, barre metalliche, seghe, elettrodomestici e generatori d’onda -che tutto sono tranne che strumenti musicali- incontrano distorsioni, riverberi, campionatori e manipolazioni di ogni genere attraverso microfoni che ne amplificano le vibrazioni e ne esaltano le potenzialità.
A distanza di 7 anni dalla precedente edizione, riprende la collaborazione tra l’etichetta noise bellunese Toxic Industries e il progetto di riconfigurazione spaziale Dolomiti Contemporanee in occasione del secondo appuntamento con Dolomia Noise Wall che prende forma al Nuovo Spazio di Casso Sabato 17 Novembre 2018.
L’edizione di quest’anno ospita tre importanti progetti canadesi di fama internazionale: The Rita, progetto principale di Sam McKinlay, globalmente riconosciuto come il padre putativo dell’HNW (harsh noise wall), attivo da oltre vent’anni con centinaia di concerti e release alle spalle, risulta essere uno degli act più prolifici del frangente più estremo del genere.
MK9 progetto audio/visivo di Michael Nine (già Death Squad) che in questa nuova forma indaga i vari aspetti della psiche umana attraverso video proiezioni e complesse costruzioni audio.
Rusalka: il lavoro di Kate Rissiek oscilla dai wa
ll più crudi all’etereità dell’elettromagnetismo, andando a scavare nel subconscio e nei recessi più bui della natura umana.
Ad accompagnare i tre progetti canadesi ci saranno i connazionali: Fukte, progetto solista di Fabrizio De Bon, già attivo in Dolomiti Contemporanee e fondatore dell’etichetta Toxic Industries, rientrato dal recente tour in Brasile nel quale ha ripreso le sonorità più harsh della scuola giapponese a cui si ispira.
Molestia Auricularum di Federico Trimeri, già membro degli Storm{o}, attivo ricercatore di sonorità elettromagnetiche ai confini della musica concreta e tape music, mescolando ronzii e silenzi attraverso la manipolazione di loop e deterioramenti analogici. Per l’occasione hanno proposto un set collaborativo basato su riverberi e dissonanze nati dalla manipolazione dell’interazione tra strumenti e ambiente.
L’apertura della serata è stata affidata a unPluriverso, progetto solista di Davide Rizzardi, maestro della stratificazione sonora che attraverso l’uso di sintetizzatori, chitarre riverberate e layer sonori destrutturati andrà a popolare le sale dello spazio di casso con melodie eteree.
(Fabrizio De Bon, 13 ottobre 2018)
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E’ venuto il freddo quassù in Dolomite, finalmente, ora, e noi l’abbiamo tenuto.
Iersera, nel freddo si è stagliato un muro. Non abbiamo acceso il risacaldamanto, non era mica un trattenimento al Museo delle Cere, isto.
Grande serata e ottimo afflusso al Nuovo Spazio Di Casso, per il secondo evento Dolomia Noise Wall, con parecchia gente della scena-del-Rumore venuta quassù da tutto il NordEst ed oltre: e avanti.
Ricordiamo che il primo Dolomia Noise Wall venne nel 2011, a Sass Muss, mentre DC sorgeva, e che quello fu dunque il primo evento nostro di sempre, prima ancora che attivassimo del tutto il sito, per farlo poi in quell’estate esplodere, la prima bomba anticratere, poi molte altre.
La collaborazione tra Dolomiti Contemporanee e Toxic Industries è stata così ribadita.
Irersera a Casso c’erano alcuni dei progetti più significativi della scena Harsch Noise canadese, tre situazioni e tre impianti a girare nella ghiaccia notte del Vajont, volumi alti, lo Spazio per l’ennesima volta in risonanza, nel paesaggio.
La sperimentazione in ogni sua forma e genere, è quel che fa la natura di DC.
La ricerca legata a suono e rumore, è parte di ciò.
Nel Vajont non servono, crediamo noi, le Sinfonie della Tragedia: quest’espressione è micidiale e pericolosa in sè, se si voglia aprir la testa e pensarci davvero un attimo. Quest’espressione, che non porta un’idea, che è del tutto priva di criticismo umanistico, la contrastiamo recisamente.
Servono invece una tensione ed una trazione anteriore, qui come ovunque sia -e non stia- l’uomo.
Lo diciamo -e lo facciamo- dal 2012.
Contrastando in tal modo quei meccanismi di commemorazione cannibale, sterili, perniciosi, patogeni, che abitualmente attanagliano i siti grevi, e che ci ricordano il volo circolare del condor.
Ma in montagna c’è l’aquila, e il suo sguardo è acuto quant’è potente il suo becco uncinato (questa qua è colpa di Luca Rento).
E noi non rassettiamo cimiteri.
Grazie a Fabrizio De Bon, che, come al solito, ha fatto tutto assai bene, compresi i cartelli al cesso e la Noisebeer.
Grazie ai gruppi, e ai presenti.
Grazie allo staff DC, che non molla mai.
Poi di certo TI e DC ne faran delle altre insieme.
(Gianluca D’Incà Levis, 18 ottobre 2018)
Qua i gruppi: www.dolomiticontemporanee.net/DCi2013/?p=22835
Qua TI: www.toxicindustries.net
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