marco andrighetto/la quinta stagione

Marco Andrighetto

La quinta stagione, tecnica mista su tela e tessuto, 50×85 cm, 2019.

Il lavoro nasce da un processo di stratificazioni successive, in cui la superficie del quadro viene dapprima costruita, quindi erosa -prendendo esempio dal continuo farsi, e disfarsi, della natura. 

La quinta stagione è un titolo provocatorio, che riflette sull’attuale condizione del nostro ecosistema. Le stagioni, come il clima temperato, sono in divenire, in un quadro complesso e problematico, dove i fenomeni violenti divengono sempre più violenti: un quadro legato ai cambiamenti climatici.
Quanti quadri, nevvero?

Considerando l’aumento della frequenza di fenomeni atmosferici estremi, come nel caso di Vaia, l’equilibrio e la stabilità di clima e habitat non sono più garantiti.
Che fanno oggi, di fronte a ciò, gli uomini della terra? Alcuni si occupano di consumare tranquillamente le risorse disponibili, indifferenti alle conseguenze di questo sfruttamento miope, di cui sono direttamente responsabili. Altri si adoperano per limitare i danni, curare la terra, provare a rinsavire.
La quinta stagione dice di questa nuova realtà critica, che riguarda tutti.
E invoca, in qualche modo, un nuovo ciclo, inedito, nel quale si palesa l’inaspettato. 
Ponendosi in stretta relazione con la natura, ciò conduce ad una trasformazione immaginativa: ecco che al paesaggio temperato si sostituisce quello tropicale. Le temperature crescono? Forse una sepoltura, all’ombra della palma alpina.
La quinta stagione è un’installazione pittorica pensata come ouverture: apertura di un nuovo scenario. Un paesaggio inaspettato che si impone al nostro sguardo e alla nostra esistenza. Uno spazio-tempo in fase di cambiamento, che cristallizza in un’immagine mutata, alterata, traslata.

Il drappo di tessuto gioca con il concetto di quinta, ricordandoci il lembo di un sipario teatrale. La scena è predisposta per la pittura post-vaiana, risultato di stratificazioni cromatiche, che vengono quindi cambiate, compromesse, sradicate, attraverso l’azione pittorica. Un’azione violenta su una superficie delicata, raffinata, risultato della sedimentazione dei caratteri nel tempo. Come per il bosco, come per Vaia.

opera in:
altri dardi
a cura di gianluca d’incà levis
forte di monte ricco
29 agosto – 27 ottobre 2019

 

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