Enej Gala, Moe Yoshida/Rockers
Enej Gala, Moe Yoshida, Rockers, dimensioni variabili, oggetti trovati, carta, farina di legno, ceneri, cellulosi, gesso, tessuti, piombo, sassi, filo di ferro, acciaio, piume di pavone, fili di cotone, filo da pesca, colla di farina, colla vinilica, 2024
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Il movimento geologico per noi abbastanza impercettibile a volte sprigiona la sua ardua feroce natura con imprevedibili conseguenze. Il semplice meccanismo dei dondoli ci fa avere questa esperienza in piccolo, come delle marionette senza fili, manipolate dalle forze gravitazionali, che mantengono il proprio equilibrio senza tornare mai nella stessa posizione.
Il lavoro è nato da un idea di Moe Yoshida sviluppato in dialogo con Enej Gala nel suo studio dove i due artisti si sono avventurati in uno scavo quasi archeologico di materiali e oggetti da tempo stagnanti nei sottostrati delle proprie pratiche artistiche.
Un dialogo che combina sculture individuali fatte da ciascuno con alcune fatte a quattro mani come in un’evoluzione non lineare tra due pratiche molto vicine e sorprendentemente attinenti alla stessa causa. Il dondolo in questo senso comincia ad esprimere spazio tempo soggettivo della memoria come stratificazione / ecosistema / accumulo concreto del tempo passato. Un processo attinente alla formazione della stratificazione geologica che viene poi scosso dai visitatori invitati a far parte dell’installazione interattiva espandendosi negli spazi della mostra.
L’opera è inserita nella mostra Le Fogge delle Rocce, Nuovo Spazio di Casso al Vajont, dal 27 luglio al 31 dicembre 2024.
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Foto: Teresa De Toni