20/22 giugno – Chiusa temporaneamente la mostra Xilogenesi all’ex Stazione di Borca


Siamo naturalmente vicini alla Comunità di Borca e alle persone di Cancia, che abbracciamo.

Dolomiti Contemporanee agisce nel territorio, e quindi non ne ignora lo stato e le vicissitudini, nel bene e nel male.
Siamo a Borca dal 2014, e siamo qui come un’antenna intelligente e sensibile, che registra quel che accade. Non siamo qui per “fare gli eventi”, ma perché sappiamo muoverci su questo terreni: Conosciamo Montagna. Comprese le sue frane.
In certi momenti, si sta zitti e si osserva e si capisce e si fa ordine.

La situazione quassù non è ancora a posto, come sapete. Anche il sito dell’ex stazione ora serve alla logistica del ripristino: i mezzi circolano, si lavora a smaltire la colata detritica, la polvere e il fango rappreso offuscano il paesaggio.
Abbiamo deciso di non aprire la mostra Xilogenesi nel prossimo finesettimana.
La terremo chiusa quindi, dal 20 al 22 giugno.
Attendiamo si attenuino le polveri, e la tristezza.

Questo nostro “a caldo tacere”, consegue al fatto che non siamo opportunisti, mai.
Non profittiamo dunque di questa occasione per rinfocolar polemiche, ma una precisazione ci pare dovuta, altrimenti si aggiunge confusione alla desolazione, aumentandola.

Siamo a Corte dal 2015, con Progettoborca.
E ogni volta che abbiamo sostenuto la possibilità di recupero dell’ex Villaggio Eni, l’abbiamo fatto a ragion veduta, anche rispetto al tema delicato dell’instabilità del versante meridionale dell’Antelao.
Abbiamo assistito ad altri fenomeni rilevanti, di grande entità e distruttivi, quassù, come Tempesta Vaia nell’ottobre 2018. O come una precedente colata nella Ruina di Cancia, nel 2015.
Anche in quel caso, nessuna delle strutture dell’ex Villaggio Eni subì danni o interessamenti di sorta, mai.
Qualcuno ha studiato qualcosa e lo sa: Gellner considerò sin dall’inizio, e molto attentamente, l’incoerenza di questo suolo. E fu anche per stabilizzarne in parte la pendice verso il paese, che coltivò il bosco di Corte, realizzando inoltre tutte le architetture “a palafitta”, sollevate da terra.
Le ville sono state edificate a debita distanza dal conoide, e infatti, le frane non le han toccate, mai. Questo fatto è noto ed evidente.
Le case colpite sono quelle di Cancia, sin dal 2009. Alcune di esse sono edificate proprio sulla naturale linea di sfogo della Ruina.
Ora, è facile capirlo, basta guardare: le case di Cancia che prendono la colata non le ha progettate Gellner. Le case di Gellner non hanno mai preso la colata, e lo stesso vale per la Colonia, che è fuori traiettoria. Quindi, qui qualcuno (Gellner) ha progettato correttamente e valutato attentamente i rischi di Borca, mentre qualcun altro persiste a non volerlo fare.
Il Villaggio non è il paese, altra lapalissiana considerazione topografica.
Andiamo avanti dunque.