Alessia Armeni/Porzione di Gellner
Alessia Armeni, “Porzione di Gellner”, -01, -02, -03, -04, olio su tela, cm 47×42, 2018, rivisto e tagliato nel 2025
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Cosa ho fatto quando ho ritratto gli spazi di Gellner. La mia è una riflessione sullo spazio, in continuità con esso, i miei quadri fanno parte dello spazio in cui vivono, risentono dello spazio che li circonda e suggeriscono una lettura dello spazio in cui si trovano. In modo che l’architettura entri nel quadro ma anche il quadro pervada l’architettura E’ un lavoro sullo spazio, ma anche sul senso del dipingere, è evidente come è costruito il quadro, pennellata dopo pennellata, così come Gellner lascia vivi e fa diventare significativi e parlanti gli elementi strutturali, costitutivi dell’architettura. I miei quadri non sono né una finestra su un altro mondo, ne un ritaglio di spazio. E’ spazio. Ed il modo migliore di ragionare sulle tre dimensioni è di riportarle a due Nel ritrarre lo spazio, lo scelgo, seleziono una la forma e la posiziono nel quadro producendo una tensione; distillo i colori, modulandoli in modo da avere una lieve ma percettibile modifica, una sfumatura, quel tanto da permettere all’osservatore di accorgersi che un cambiamento è avvenuto, ed entrare così piano piano nel quadro. I miei quadri lavorano in simbiosi con lo spazio, sono influenzati da esso, ma indicano anche una lettura dello spazio in cui si trovano. Lo spazio è percepibile da ciò che lo limita: la parete. La parete mi interessa in quanto limite e forma dello spazio. Ciò che delimita è anche ciò che definisce. La parete bianca, l’angolo, sono elementi universali che ben conosciamo, ma è anche il luogo di destino dell’opera stessa. Potrei trascorre ore a contemplare un soffitto, a vedere come tutto quel bianco, non è mai esattamente bianco, come piano si modifica, quei lunghi piani, d’improvviso tagliati di netto da angoli vivi e la storia ricomincia. Di Gellner, ciò che mi ha attratto è anche il suo uso della luce, la qualità di luce che le sue finestre ed il suo cemento creano. Un senso del riverbero, della pervasione, dell’ambiente, nei suoi luoghi sei accolto e condotto. Entra dentro in modo subliminale. Ciò che mi ha attratto, è anche ciò che mi ha messo in crisi: l’uso pittorico del cemento. Pensavo di ritrarre Gellner, invece lui aveva già visto la mia pittura e mi ha anticipato. (AA 2025).
L’opera è parte delle mostra “Detriti Frammenti Schegge Brecce”, Nuovo Spazio di Casso, fino al 31 dicembre 2025.
L’opera è parte della vita di Progettoborca, dove Alessia ha dato moltissimo, negli anni. Tantissima sensibilità, attenzione, determinazione, capacità, calibrazione. Gli occhi bene aperti e fermi: macchine innescate, dure e morbide, meccanismi della ricognizione e della restituzione, come ami infissi nel cuore dello spirito.
Questi quadri sono stati dipinti in residenza, in un periodo di due settimane, nel 2018, all’interno della Chiesa di Nostra Signora del Cadore a Corte, luce cemento cemento luce, gialli nei grigi frammento paesaggio. E poi serbati. E rimuginati, anche se eran pronti. Ed ora finalmente, una volta chetatisi i telai, li abbiamo mostrati.
Sempre abbracciamo Claudio.
L’opera è parte delle mostra Detriti Frammenti Schegge Brecce, Nuovo Spazio di Casso, fino al 31 dicembre 2025
Foto Teresa De Toni