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Il bunker di via vittorio veneto è uno dei rifugi sotterranei antiaerei presenti nella città di Belluno.
Nel 2005, l’architetto Luca De Moliner, e l’artista Mario Tomè, si interessarono per primi a questo spazio interessante, elaborando un primo progetto di riuso. Il progetto fu presentato all’Amministrazione comunale, e, tra gli altri, alla Fondazione Bevilacqua La Masa, che gli accordò allora il proprio sostegno.
In seguito, non risultò possibile avviare un’azione concreta.
Alcuni mesi fa, questi stessi soggetti, insieme a Dolomiti Contemporanee, hanno ripreso il discorso, presentando un nuovo progetto all’attuale amministrazione comunale. In questa scheda, alcune immagini del sito, e alcune considerazioni su di esso, e sull’idea di un suo possibile recupero.
Un cantiere, senza dubbio, plausibile, quello del bunker.
Il progettista (Luca De Moliner) ha proposto il tema del recupero di questo manufatto quale contenitore culturale. Dolomiti Contemporanee condiviso l’idea che questo Spazio possieda una personalità peculiare, e talune potenzialità che un progetto opportunamente strutturato potrebbe far emergere.
La struttura architettonica, come la logistica d’accesso e d’uso, lo connotano in modo particolare.
Evidentemente, un progetto di recupero dell’involucro fisico ha senso solamente rispetto ad un progetto di riuso che sappia valorizzare le potenzialità dello spazio.
La proposta d’uso è in linea con la modalità d’azione e con le pratiche abituali di Dolomiti Contemporanee.
E’ nostra convinzione che l’arte e la cultura, se declinate attraverso progetti professionali, oltre a contribuire alla crescita intellettuale delle persone, sappia fornire stimoli concreti al territorio, con ricadute positive rilevanti.
L’arte e la cultura sono utili.
Attivare il Bunker è un progetto ambizioso, che necessita, oltrechè delle risorse economiche per compiere un primo intervento sul manufatto architettonico, ristrutturandolo e dotandolo degli standard necessari all’uso, di un progetto che ne definisca la destinazione, gli obiettivi, il pubblico, il livello di accuratezza delle programmazioni.
Tale progetto dev’essere chiaro e condiviso. C’è a nostro giudizio una prima scelta fondamentale da effettuare. Bisogna decidere quale fisionomia dare a tale Spazio, quale identità. La scelta può essere quella di ricavarne un contenitore culturale tendenzialmente indifferenziato, da mettere a disposizione della cittadinanza, per diversi usi culturali, aprendolo alle Associazioni, alle iniziative di giovani, a incontri, presentazioni, rassegne, mostre, ecc. Uno spazio pubblico al servizio della creatività locale e della cultura in senso lato, rivolto al Comune e alla Provincia. Rispetto all’attitudine specifica nella progettazione culturale di Dolomiti Contemporanee, questa prima soluzione non è quella che reputiamo più valida. Un progetto è una cosa strutturalmente diversa dalla gestione sociale di uno Spazio.
La soluzione che abbiamo suggerito, sulla base della nostra competenza e del nostro sistema di lavoro, è piuttosto quella di lavorare alla messa a punto di un progetto culturale caratterizzato in modo forte e specifico.
Lavorare innanzitutto all’individuazione dei contenuti da proporre, operando una selezione chiara, e strutturando in modo altrettanto chiaro l’identità del Bunker.
L’identità dello Spazio, nel caso si decida effettivamente di lavorarvi, va definita e costruita con attenzione, e comunicata adeguatamente. Il luogo va ideato, lo spazio fisico deve divenire lo specifico contenitore, caratterizzato, nel quale si avvia un progetto nuovo e forte, il cui appeal deve essere in grado di travalicare la dimensione locale.
L’idea, quindi, non è quella di creare uno spazio da mettersi esclusivamente a disposizione della comunità locale, ma di creare una situazione aperta all’esterno.
Pensiamo che sia possibile far questo attraverso un progetto di cultura contemporanea. Con quest’espressione si intende la costruzione di una piattaforma nella quale le arti visive abbiano un ruolo centrale.
Attraverso l’arte contemporanea, lo Spazio verrebbe configurandosi come un Centro d’Arte permanente.
La possibilità di poter disporre di un’ospitalità, e di realizzare quindi delle Residenza artistiche in un luogo cittadino da definirsi, consentirebbe di proporre un programma più articolato e significativo, creando un collegamento diretto con la socialità cittadina, nella formula di un Laboratorio urbano interattivo.
Nel dicembre 2011, si realizzò una mostra collettiva presso Palazzo Crepadona (Gabls), a Belluno. Tale mostra, oltre a richiamare un vasto pubblico (10.000 persone in sei settimane), riuscì a suscitare una reazione sociale rilevante, coinvolgendo una buona parte della comunità cittadina in un evento nuovo e dinamizzante.
Riteniamo che questo tipo di reazione positiva possa essere replicata, e mantenuta, attraverso l’attivazione di uno Spazio concepito appunto quale Laboratorio creativo integrato.
Il Bunker potrebbe divenire una sorta di motore, attivatore di pratiche intellettuali e sociali, con un’identità culturale propria e una funzione pubblica svolta attraverso la creatività artistica.
Riteniamo che il Bunker possa essere uno Spazio adatto ad un’iniziativa di questo tipo, laddove essa dovesse essere sostenuta dall’Amministrazione con risorse adeguate.
Non riteniamo che lo sforzo di progettazione richiesto al lancio di uno Spazio così concepito avrebbe senso senza una prospettiva d’utilizzo almeno triennale, e un generale orientamento a rendere permanente tale struttura.
Questo spazio è un potenziale. Attivabile.
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