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16 gennaio 2018
6 novembre 2017
dc – sass muss opening
Sabato 30 luglio ha inaugurato Dolomiti Contemporanee, dando forma al concept di questo progetto, e incarnandolo nei nuovi spazi di Sass Muss.
Questo luogo è un centro. Un centro, o un distretto, o un dispositivo. Inaugurate le prime tre mostre DC, a cura di Bruciati, D’Incà Levis, Zanchetta. Nell’arco della giornata, sono passate più di 1.500 persone. Per la prima volta dopo trent’anni, questi spazi sono stati mossi, con l’arte contemporanea. Intervenute autorità, patrocinatori, sponsor, molto pubblico. Persone non addette ai lavori, incuriosite da un’operazione nuova, da una visione, annusavano l’aria e alzavano la testa e guardavano gli edifici e le cose negli edifici e le persone davanti ed in mezzo agli edifici e lo spazio e il movimento tra gli edifici, per i viali (sembravano viali, non più strada; qui si vuole stazionare e muovere ora, non più transitare ed essere fermi).
E c’erano i curatori che hanno voluto esserci da subito, in questo progetto, protagonisti di questo primo ciclo di mostre, e molti amici artisti, molti venuti da lontano, e giornalisti e critici a curatori e galleristi e collezionisti.
DC a sass muss non è un progetto stravagante. È reale. Atipico. Scientifico. Aggressivo. Attento. Aperto. Inclusivo.
Questa situazione è nuova e reale. Non un progetto astratto. progetto pragmatico. C’è un’ipotesi, della quale si propone di misurare la percorribilità. Un’ipotesi per l’utilizzo e il riuso di spazi dalla potenzialità fragorosa, frustrati da lustri di inattività (sterilità del modello produttivo commerciale/industriale; fertilità, sostenibilità e produttività del modello artistico/culturale). All’opening di Sass Muss c’erano attività, fermento, azione, dialogo. Abbiamo acceso la luce.