3 luglio 2013

articolo di diana cardaci sul progetto dolomiti contemporanee pubblicato su blare
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6 giugno 2013

dc segnala: on-line il nuovo sito web di fabiano de martin
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2 giugno 2013

CHE COSA SONO I COOKIE? Un cookie è un piccolo frammento di testo che i siti Web inviano ai computer degli utenti al loro primo accesso per ricordarne il comportamento e personalizzare la loro esperienza di navigazione del sito. I cookie assolvono diverse funzioni sul sito Web di dolomiticontemporanee.net: permettono una navigazione più scorrevole tra le diverse pagine, memorizzano le preferenze dell’utente e, nel complesso, assicurano la fruibilità ottimale del sito. I cookie permettono di interagire con il sito Web in maniera più semplice e veloce. Esistono vari tipi di cookie che monitorano e memorizzano le diverse attività. UTILIZZO
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29 marzo 2013

Dolomiti Contemporanee partecipa  all’Art-Talk  “Il riutilizzo degli ex spazi industriali oggi”, promosso ed organizzato da Arte Laguna.   L’incontro è ad ingresso libero e si svolgerà all’Arsenale di Venezia Tesa 105, nel contesto della Mostra dei finalisti del 7. Premio Arte Laguna, sabato 30 marzo alle ore 15.00.   Interverranno diversi Direttori di Spazi Artistici e Culturali noti nel panorama nazionale e del Nord-Est: Claudia Cavalieri – Coordinamento progetti Pastificio Cerere di Roma Roberto D’Agostino – Presidente di Arsenale spa Gianluca D’Incà Levis – Ideatore e Curatore
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28 dicembre 2012

  sabato 29 dicembre 2012 , alle ore 17.30, Gianluca D’Incà Levis ospite ad Arte d’inverno, Conversazioni d’Arte presso il Museo Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo.   Nella corso della Conversazione si è raccontato il progetto Dolomiti Contemporanee, i risultati raggiunti nei primi due anni di vita, le nuove prospettive e i progetti per il 2013.   Essi prevedono la prosecuzione delle attività legate al recupero e rilancio di singoli siti e spazi depotenziati presenti sul territorio, e una specifica attività, pratica e teorica, di messa a punto di una strategia culturale generale rispetto alle risorse
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24 settembre 2012

  quarto opening ieri per DC next, dal 4 agosto scorso; dopo taibon 1 e cortina  plus e casso 0, secondo fuoco a taibon. A una settimana dall’apertura del Nuovo Spazio espositivo di Casso, che lo scorso week-end ha portato 800 persone sullo Spalto al Bilico, DC ha inaugurato ieri il secondo ciclo espositivo nella fabbrica riattivata di Taibon Agordino, con sette nuove mostre e una performance. Molti dei 35 artisti che hanno costruito le proprie opere nel periodo in Residenza, erano lì ieri pomeriggio, insieme a curatori e galleristi e gente e taiboneers. L’esperienza di Taibon, con questo
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18 settembre 2012

Sabato 22 settembre Dolomiti Contemporanee ha inaugurato il secondo ciclo espositivo di DC NEXT nel Blocco di Taibon Agordino, ex fabbrica abbandonata e recuperata all’arte (dall’arte). A una settimana dall’apertura di Bilico, prima mostra realizzata nel Nuovo Spazio espositivo di Casso, Dolomiti Contemporanee ha dato mostra di muoversi ancora, eccome. Tra primo e secondo ciclo, la Residenza di Taibon, uno dei fulcri del progetto, ha funzionato senza soluzione di continuità. Decine di artisti hanno vissuto e lavorato negli spazi rifunzionalizzati. Buona parte delle opere del secondo ciclo sono state realizzate durante il periodo di permanenza a
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10 settembre 2012

Bilico prima esposizione d’arte contemporanea nel Nuovo Spazio di Casso a cura di Gianluca D’Incà Levis Nuovo Spazio espositivo di Casso 15 settembre/28 ottobre 2012 Inaugurazione sabato 15 settembre ore 17.00, ex scuola elementare di Casso Casso (Comune di Erto e Casso, Pn)   Artisti: Matteo Attruia Michele Bazzana Ludovico Bomben e Marina Ferretti Luca Chiesura Dimitri Giannina Ericailcane Gabriele Grones Kabu Tiziano Martini Il Moro e il Quasi Biondo Derek Rowleiei Mario Tomè Jonathan Vivacqua Bilico è la prima esposizione d’arte contemporanea che Dolomiti Contemporanee realizza nel Nuovo Spazio espositivo di Casso, l’ex scuola
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15 agosto 2012

sabato scorso, 11 agosto, Dolomiti Contemporanee ha aperto il secondo capitolo della programmazione estiva 2012. Dopo l’inaugurazione del Blocco di Taibon, prime sei mostre visitabili fino al 9 settembre prossimo, si è aperta Giocando con le Regole/Play by the rules. Fabiano De Martin Topranin, Dimitri Giannina, Gabriele Grones, Federico Lanaro, Mario Tomè, espongono all’interno dello spazio del Museo Etnografico delle Regole d’Ampezzo, aperto meno di un anno fa a Cortina. La collezione permanente del Museo è incentrata sulla storia e sulla cultura ampezzana, in particolare la cultura del lavoro. La collaborazione tra il Museo
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11 agosto 2012

Play by the rules / giocando secondo (con) le regole a cura di Gianluca D’Incà Levis 11 agosto – 15 settembre 2012 Museo Etnografico delle Regole d’Ampezzo Località Pontechiesa, Cortina d’Ampezzo Inaugurazione: sabato 11 agosto ore 17.00 Dolomiti Contemporanee in collaborazione con il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi presenta Play by the rules / giocando secondo (con) le regole mostra collettiva d’arte contemporanea realizzata al Museo Etnografico delle Regole d’Ampezzo Un Museo etnografico è un luogo di conservazione, nel quale si collezionano ed espongono oggetti che hanno a che fare con la tradizione, la storia, la cultura del
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cristopher (per una curatela ungulata)

9 giugno 2015
all’improvviso, appena seppellito lee, arriva il nuovo vampiro (beata prole: sugge l’insugghiabile): cristopher (#cristopherdeer).
anchedetto christo.
la madre, che conosco da un anno, e conosce bene me, non torna.
abbandono di primipara? non lo so, a quel punto non so ancora nulla.
qualcuno ipotizza addirittura che lei l’abbia voluto a me affidare.
ne dicon d’ogni sorta.

le prime cose sui cervi inizio ad impararle da quel preciso momento.
sono un curatore, assorbito da molti progetti culturali e artistici complessi, non ho tempo per altro.
ma ora vivo in questo bosco, a borca di cadore.
nell’ex villaggio eni, dove nel 2014 ho attivato progettoborca, una delle piattaforme di rigenerazione di dolomiti contemporanee.
e qui, da almeno 10 mesi, con la carne frolla nutro la volpe, nel punto esatto in cui ora sta raggomitolato pròno lui (foto 2, una delle primissime).


se dunque, alla fine di quel primo giorno, non avessi deciso di prenderlo, il cucciolo non sarebbe mai giunto al secondo.
quindi, per chi crede nella vita prima che nella morte, non c’era una scelta da compiere, ma un’unica cosa da fare.
tutte le altre sapienze (e ignoranze) particolari vengono DOPO.
tutte le sapienze (le ignoranze) di chi mi ha voluto spiegare (spesso senza saper bene, senza aver riflettuto un attimo coscienziosamente) cos’è natura e cos’è animale, sarebbero comunque venute dopo la sua morte.
quindi queste scienze pretese del cervo imbandito eran tardive, miopi, evidentemente disimpegnate, nichiliste: manifestano irresponsabilità, e pressapochismo.
perlopiù, esse son venute da gente spiccia, che si considera esperta, della vita del bosco e dell’animale, dato che vive, come può, in montagna.
fieri cacciatori rubizzi da bar, negati alla cura, mi han spiegato che un cervo è un cervo, e di non farla tanto lunga. se muore, muore.
perchè mi dannavo l’anima, disturbavo e digrignavo, come un lupo, si son chiesti.
perchè attaccavo e schiaffeggiavo i bracconieri, e i faciloni ammazzatutto, e i curiosi da zoo, carnivori anche loro.
perchè avavo attivato un sì rigido protocollo di protezione di un cucciolo, che offendeva spietatamente molti adulti abituati a fare il comodo loro.
alcuni dei migliori e più riusciti bracconieri ad esempio: quelli che tirano ad ogni bestia, perfino piccola, perfino all’interno del villaggio. ne ho incontrati, ne ho incontrati: un paio li ho fatti piangere addirittura (in seguito uno si è vendicato, attraverso un altro sgherro gallonato): la terribile aggressività difensiva della madre (e padre).

che poi io non son plutarco, che la carne la mangio.
questa curatela ungulata è un pensiero culturale, specifico e responsabile, non un vago o tenero animalismo.
però mastico anche quella dell’uomo.
senza apprezzarla.
per combatterlo.
sbrano solo le carni dell’uomo insensibile e inetto.
quanto cibo. eppure, ho ancora fame.
la carne di quell’uomo latente che non sa usare la mente e lo spirito, e che dunque non può esser altro dalla propria carne, non nutre in alcun modo.
così, mentre lo dilanio, lo finisco.

ma insomma, semplicemente ho preso qua a sostenere questo, che la natura non è la certezza della morte, ma la possibilità della vita.
che la realtà non è mai uno schema, nè una nozione, nè una tradizione del coltello.
e che la storia è un’azione – nella durata della pratica: pochi storici lo sanno: pochi storici sono in azione.
in questa storia particolare, rispetto alla verità fattuale che ho ora sintetizzato, qualsiasi altra considerazione è secondaria, schematica, infantile.
vita è sostantivo, selvatico è attributo.
la scelta è la cura.


poi, più avanti, racconteremo la storia tutta, per bene.
e potremo magari intitolarla: cristopher, a way of curating.
non sarà il racconto tenero di bambi.
(di libruzzi tremendamente banali su animali e bosco ce ne son già molti, noi stiamo da un’altra parte, la parte opposta, dove si lavora sulla complessità della differenza tra le cose, e non sulle semplificazioni commerciali delle ecologie acritiche in strenna).
sarà dunque piuttosto un saggio sulla guerra.
la guerra alle opinioni immote (o ai finti slanci opportunisti ed editoriali, anche).
una metafora della curatela, di un’idea di curatela.
selvatica, dura, corretta.
un’idea ampia, stesa sui paesaggi dell’uomo.
ci stiamo lavorando.
ma, come sempre, anche questo dipenderà da cristopher.

gianluca d’incà levis, settembre 2018, borca di cadore

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qui un album facebook con altre foto di cristopher, dalla nascita ad oggi.
qui alcuni video.
qui un pezzo su franz magazine
qui un articolo pubblicato sul gazzettino.

#cristopherdeer