26 dicembre 2011
After the Flood: Cannibal (Tree) Holocaust Crossover Review
Wood-cutters, glam, practice & subnormal sporting activities
tutti parlano del bosco, ora (mica delle foreste)
prendendo abeti per faggi
ettari per metricubi
ebeti per saggi
la motosega?
dendrofilia, ecosessualità, anche ricordi quei prodogiosi falli meccanici a trivella?
tetzuo le cowboy e gli altri
dai, profittiamo dell’olocausto arboreo
qualche nuova leggiadra figura
le lacrimevoli coreografie tra i torpori elegiaci
su i calici dunque: al gingillo (solidale)
manchi mai la fame di superficie, patetica fisiologia parassitaria dell’uomo: spettacolo, e divorare
in realtà, la motosega coi culi e le zinne e i glandi all’aria crea, ancora, legame tra scienze della natura e scienze dell’uomo, ennesima declinazione etnografica di cultura e identità, esocannibalismo da poltrona, qui giuocati in chiave di trogolo estetico (trashcore, quanto di poco), e insomma la storia dell’industria.
NDD: ci scusiamo per gli’ignobili bollini apposti qua e là sugli impianti genitali: in questo mondo indecente, popolato da ladri e assassini e stupratori d’ogni verità, sciacalli infetti, un mondo privo di concretezza letteraria, e quindi sconcio e squallido (dalla parte loro), questa è tutta l’igiene che si ha la forza di darsi. le regole (tra cui quelle della falsa morale e pudicizia) van schiantate naturalmente: tutte, sempre (se si è capaci e buoni).
una regola infatti, in realtà, ha valore solo in forza della qualità del moto che l’instaura (valore della pratica, prevalanza del come sul cosa), e dunque non in sè.
volessimo davvero sgorgare un fiotto di genuina indignazione, la cosiddetta pornografia, non fateci dir cose banali, corrisponderebbe in realtà ad una cosa sola: la banalità: la stupidità: l’ambizione personale.
insomma: un cazzo sgusciato, in rima o ironia, o come frusta o spada giustiziera, può esser l’igiene, e portare in capo (prepuzio alato) l’intelligenza critica (temi le staffilate? temine carenza).
mentre i rivoli malati e maleodoranti della bêtise che si sversano in strada dalle sentine umane e culturali (dove si finge ciò che non (si) è: il sorriso pudico dei conformisti benpensanti nella società, ad esempio, ma anche nella patetica inadeguatezza estetica di certa patetica cura solidale che non s’è data una base solida pel pensiero), crescono la portata del fiume immondo della percolazione globale: ecco, son queste in realtà l’alluvione e l’esondazioni da temere: da contrastare.
perarolo, 15 novembre 2018