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le duc, montagna griglia cristallo, sci-fi, peso dei corpi
ma insomma, abbiamo sempre visto le immagini di Eugène-Emmanuel Viollet-le-Duc, costruite in quel decennio fatidico dal 1868, l’étude, conosciamo da allora (quindi dal ’68? chiederà uno furbo) le massif du mont blanc, e mai ci siamo limitati naturalmente a pensare a quella sola e singola montagna là ma fin dal principio scorgemmo un principio largo di fiamma fredda quanto basta, quello che sempre decliniamo, del fare e rifare il paesaggio invece di dormirlo, in particolare quello prostituito delle crode imbandite e in molti modi e diciamone alcuni, con parolaprima ma lì era il logos, con la geometria culturale sintetica a gemmazione pensiero a grappolo, qui e qui, e poi dopo, da quando c’è dc, abbiamo ritrovato questo tema spiegato da de rossi (che ricorda: “Immaginare di restaurare il Massiccio del Monte Bianco riportandolo alle forme primordiali per comprenderne le matrici geologico-geometriche originarie e i processi metamorfici. Geologia + geometria + architettura...”), ma prima ancora e di tutto la prima impressione prima e tre, la comprensione istantanea dell’intuizione estetica costruttiva, fu naturalmente quella elettrica scossa bastone neurale legata al rigore della fantescenza maginativa e rimarginativa -che non è nè un cinema nè teatro- finalmente un approccio scarnificatore scientifico e tonante, per un nuovo ciclo della petrogenetica archiculturale, e così via, ed è evidente che del concetto di restauro c’interessa l’accezione rinnovativa giammai quella conservativa, e che la montagna per noi è tutto fuorchè un monumento o una cattedrale, ma invece la palestra e cantiere e laboratorio corroborante trasformativo per gli alpinismi culturali etcetera, e le lingue di fuoco dei linguaggi che s’inseguono incalmano ed infondono, e avanti, come anche le immagini delle facies tagliate, metamorfemi metamorfismi, dai pressione a sti cristalli.
RI/DEstruttura in sintesi: fare montagna [grafi’care in rombo e losanga – pezza araldica posta sopr’agl’angoli acuti : Gli Altri Sogni Della Montagna Azzurra Di Ghiaccio?)
ri-de:struzione paesaggio le griglie scheletroniche Solidi Organici A Piani Variabili? Slittamento e CONTRUSIONE proprietà fisiche e graficanza:
“tutti i tocchi e scaglie massicci e campioni dello stesso MINERALE o roccimento presentano la stessa struttura cristallina”
spiega la comparazione araldica minerale: stesso modello degli staccato geologici: l’avevamo già detto: (p)roccedimento: poi cosa c’è dentro: al centro del pelmo si dice un oceano ancestale, le masse d’acqua litificate forse a formare i nuovi blocchi di volta del cavo interno, come nei cristalli prismatici di vanadite, anche geminati, e aggregati lamellari e colonnari, alle volte (quante volte) minute lance raggiate aciculari, granulati e striati: presentano lucentezza metallica oppure opacità desolanti (Le Montagne Della Follia, Fortress Of Solitude, The Monolith Monsters, etc.),
niente a che fare con la fotoassorbanza fotonica,
siamo dentro e fuori insieme,
poi le batterie e i grappoli botrioidali e reniformi, con la missilistica stalattitica e le masse nodulari gregate, i concreti pentagono-ottaedrici o dodecaedrici e pseudoesagonali, alcune facce striate longitudinalmente:
infine, o anzi al principio direbbe una levatrice, la questione del peso del corpo*, in particolare nella donna, non tanto non solo nel cavo del ventre e nella genarazione no, non quello ora, ma nella psicologia del portamento; nella persona (il sesso conta ma non conta) che porta il peso del proprio corpo in due modi: gravata da soma e pena e schiacciamento, o nella disinvoltura della collaborazione del contratto con l’intelaiatura pericolosa, hai voglia a farla facile con la corrispondenza o addirittura con la coincidenza: che non c’è, e mica solo per platone dai, insomma le montagne e le loro immagini e la massa con le sue gravità.