Stefano Maniero/Sciame
Stefano Maniero, “Sciame”, 2022, Stampa a getto d’inchiostro su carta, 60×85 cm.
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Nella storia italiana recente accade sempre più spesso di sentire o leggere cronache che riguardano disavventure, drammi o salvataggi di escursionisti e turisti della montagna.
Fino a trent’anni fa le richieste degli interventi di soccorso da parte dei turisti ed escursionisti occasionali erano inferiori al 30% sul totale delle chiamate; negli ultimi dieci anni la percentuale è salita al 47%.
Il titolo SCIAME si riferisce a locuste divoratrici, più che a operose e rispettose api intente a custodire e preservare l’ambiente che le accoglie.
Questa mappa è resa grottesca dalla prospettiva multipla dalla quale sono stati fotografati i turisti e dall’assurdo numero di sciatori che invadono un pendio che non esiste su nessuna montagna, ma è il risultato di uno stitching digitale di diverse aree del Monte Cimone (appennino Tosco-Emiliano).
La fotografia impaginata sotto i quadranti di una mappa che fa fede (oppure no) ai disegni delle carte geografiche del Touring Club Italiano, acquista il ruolo di un’immagine che va osservata attentamente e l’intero elaborato diventa un nuovo oggetto di studio.
I dati numerici trascritti in calce alla mappa servono a mettere in luce l’evidenza del fatto che l’accessibilità ai luoghi di montagna sia in crescendo e con lei aumenta anche il numero di persone impreparate ad affrontare situazioni di rischio.
Un luogo che viene invaso da turisti in maniera grottesca ed innaturale con collettiva superficialità e che diventa oggetto di studio per analisti, cartografi e soccorritori.
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Il lavoro è parte di Who Killed Bambi?, collettiva detritica di DC al nuovo Spazio di Casso al Vajont.
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