elena d’arsiè – una tesi di laurea unibz sul vajont con dc
Il paesaggio culturale: ri-esistenza e rigenerazione delle Dolomiti Contemporanee. Una ricerca sul campo nel Vajont.
Tesi di Laurea
Presentata da Elena D’Arsiè
Relatrice, prof.ssa Ilaria Riccioni
Sessione: 14 dicembre 2022
Anno accademico: 2021-2022
Corso di laurea in Scienze della Comunicazione e Cultura
Libera Università di Bolzano – Facoltà di Scienze della Formazione
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Elena D’Arsiè ha dedicato la propria Tesi di Laurea alla relazione tra gli abitanti di Casso e Dolomiti Contemporanee, che opera e intesse relazioni di senso nel paese dal 2012.
La tesi include la raccolta di una serie di interviste agli abitanti del paese, che hanno manifestato il loro pensiero, differenziandosi nelle opinioni.
La tesi è stata discussa a dicembre 2022.
Il 7 ottobre 2023, essa è stata presentata, in anteprima, ai cassani stessi.
La presentazione ha preso la forma di una discussione aperta, alla presenza di alcuni dei residenti, che hanno raccolto l’invito a venire a parlare presso il Nuovo Spazio di Casso.
Una copia stampata di questa tesi, è ora disponibile presso lo Spazio di Casso, negli orari di apertura (li trovi qui, nelle foreste e nelle acque).
Chi fosse interessato, la può consultare, e può aggiungere, eventualmente, le proprie considerazioni, che vengono raccolte in un quadreno dedicato.
Una tesi, spesso, serve a chiudere un ciclo.
Questa qui, invece, ne ha aperto un altro, entrando così in pieno nel nostro alveo, che non è un letto, ma una cavità critica, aperta, selettiva, che favorisce le relazioni, e si irradia nei territori, fisici e psichici e culturali.
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Elena D‘Arsiè
Sguardi diversi convivono oggi a Casso.
Un‘esperienza e una tesi.
Laureanda in Scienze della Comunicazione e Cultura - Libera Università di Bolzano
La prima volta che sono salita a Casso non ho incontrato persone. Ho attraversato il paese, ho visto la ex scuola elementare ristrutturata e la lunga frana del monte Toc. Mi sono ritrovata in un paesaggio molto impattante per cui sono rimasta, inevitabilmente, colpita. Tuttavia, qui si vive, ho pensato… e la vecchia scuola del paese chiusa dal Vajont, da più di dieci anni è stata riqualificata ed è diventata uno spazio espositivo per l’arte contemporanea, centro stabile e di ricerca di Dolomiti Contemporanee.
Riflettevo su quanto forte fosse stata quella scelta: un luogo così significativo dal punto di vista simbolico, storico, sociale e culturale che, per quasi cinquant’anni era rimasto lì a sedimentare, viene rifunzionalizzato con una missione precisa. Mi è sorto spontaneo quindi chiedermi come questo cambiamento fosse stato percepito e come ancora oggi sia accolto o non da coloro che vivono a Casso.
Grazie alla disponibilità di Gianluca, Lorenzo, Teresa, Stefano e Don Augusto ho avuto la possibilità di fermarmi in paese, pur per un breve periodo, e di conoscere le persone che ci abitano.
È stata una ricerca intensa, fisica ed emotiva.
Dal momento che la tesi è frutto principalmente di questa esperienza incorporata, credo sia necessario considerare quanto il mio posizionamento sia un aspetto fondamentale. È evidente quindi come le descrizioni e le riflessioni elaborate, pur attenendosi all’oggettività delle informazioni raccolte, siano frutto di uno sguardo che non può che essere parziale, provvisorio e tuttora aperto.
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Qui di seguito un breve riassunto della tesi:
La ricerca nasce dall’interesse di osservare e riflettere su come la pratica di Dolomiti Contemporanee a Casso si relaziona con la comunità del paese, oggi costituita da diciassette abitanti. Lo studio si è focalizzato sulle diverse immagini e i differenti significati attribuiti al paese e di come questi convivono oggi in un contesto complesso e delicato. A tale proposito è stato interessante descrivere le tematiche emerse, intrecciando il vissuto diretto degli intervistati con alcune delle pratiche artistiche realizzate da Dolomiti Contemporanee. L’intento della ricerca è stato così quello di creare una riflessione dove differenti storie e posizioni potessero emergere in un contesto articolato.
Lo studio si apre con una dimensione teorica dedicata ad alcuni concetti fondamentali, quali la memoria collettiva, il luogo contemporaneo e le sue possibili rigenerazioni. Tali osservazioni preliminari sono state infatti di supporto per lo sviluppo della fase sperimentale, concretizzatasi nella ricerca sul campo. Grazie alla residenza offerta da Dolomiti Contemporanee con il supporto di Don Augusto, questa esperienza diretta ha dato l’opportunità di immergersi nella realtà studiata e di parteciparvi. In questo contesto la tecnica di rilevazione dei dati maggiormente utilizzata è stata l’intervista qualitativa non strutturata, attraverso la quale sono state raccolte le visioni di diciannove soggetti.
Ha preso così forma un’analisi qualitativa in cui la dimensione teorica elaborata viene applicata e approfondita ulteriormente. Ciò permette di aprire interessanti riflessioni: ci si interroga sulle forme della memoria del Vajont oggi, sulla dimensione spaziale del ricordo e quindi sul luogo nella sua valenza materica e concettuale, sul senso di protezione di un luogo dinanzi a un suo mutamento e infine il contatto con l’arte. L’interdipendenza di tali aspetti compone la delicata relazione tra la comunità e Dolomiti Contemporanee. Si tratta di una vera e propria convivenza e, in quanto tale, a volte controversa; fatta di prossimità ma anche di resistenze. È soprattutto attraverso le conflittualità di pensiero, che si osserva quanto possano riemergere le diverse e concrete necessità di coloro che abitano Casso e che delle volte, anche attraverso l’attrito, si possa creare l’impulso per una nuova coscienza del luogo.
alcune foto di casso in dialogo, 7 ottobre 2023 (Foto Teresa De toni)
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