9 giugno 2014

Grappa Nonino è uno dei nuovi partner di Dolomiti Contemporanee, che dal 2012, con il riavviamento del Nuovo Spazio di Casso, ha esteso la propria azione al territorio friulano, dove si allarga la rete dei sostenitori del progetto. Grappa Nonino è un’azienda innovativa in italia e nel mondo, nel prodotto, nel modello e nella forza. 
La cultura del lavoro è fatta di conoscenza, passione, sperimentalità, innovazione, qualità e dedizione.
 Grappa Nonino è dunque anche un importante produttore di significati, un produttore culturale. 
per questo, da oggi è accanto a dc. Giovedì 12 giugno, in occasione della Conferenza Stampa di
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4 giugno 2014

la scorsa estate (2013), a luglio, dalle cinque alle sette del mattino sfalciavo il sentiero meraviglioso per la falesia, erbe alte un metro e venti. il decespugliatore me l’aveva prestato germano, uno dei decani abitanti di cas. poi alle sette doccia veloce in canonica, la canonica messaci a disposizione da don gabriele, il parroco di longarone, e mio domicilio, oltre che residenza dc. quindi, massimo alle 7.30, via, a lavorare allo spazio, fino a notte fonda (gianluca d’incà levis).le prime interazioni, non è stato facile, non son venute subito. le prime interazioni con il suolo, con la terra, con
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23 maggio 2014

L’ex Cartiera di Vas (Bl) è un complesso d’archeologia industriale di grande interesse, parzialmente restaurato negli anni recenti, grazie a contributi ingenti stanziati dalla Regione del Veneto. L’ex Cartiera custodisce un pezzo significativo della storia, dell’economia sociale e produttiva di questo territorio.Il sito possiede un potenziale notevole, in virtù delle collocazione strategica rispetto alla viabilità, ed a caratteristiche logistiche, di volumetria, di valore culturale. In tal senso, si tratta di uno dei complessi più significativi della Provincia di Belluno. Ripensarne la funzione oggi, avviandovi un progetto di valorizzazione,
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21 maggio 2014

Venerdì 23 maggio DC sarà ospite di due iniziative organizzate in provincia di Belluno. La donna e l’arte: essere artista e donna nel bellunese le considerazioni, gli approfondimenti, l’attualitàvenerdì 23 maggio 2014 ore 17.00 Museo Entografico della Provincia di Belluno Serravella di Cesiomaggiore (Bl) Il Coordinamento Donne dello Spi Cgil di Belluno in collaborazione con il Museo Etnografico della Provincia di Belluno e del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi organizza un evento dal titolo La donna e l’arte: essere artista e donna nel bellunese. Nel corso dell’evento, previsto per venerdì 23 maggio alle ore 17.00 presso il Museo
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19 maggio 2014

prosegue l’attività di ricerca del maclab, laboratorio di management, arte e cultura dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. in questo video il laboratorio si presenta attraverso le parole dei tutor e degli assegnisti che vi partecipano. m.a.c.lab | video recap episodio I e II from m.a.c.lab on
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5 maggio 2014

dolomiti contemporanee partecipa a ortsbezug – arte, cultura, territorio, un simposio organizzato da Lanart che si svolgerà da venerdì 9 a domenica 11 maggio 2014 presso la Kunsthalle Hotel Eurocenter di Lana (Bz).L’intervento di presentazione del progetto DC si terrà nel pomeriggio di venerdì 9 alle ore 17.30. L’incontro permetterà ad organizzazioni culturali locali, nazionali ed internazionali di presentare la propria attività e il proprio modo specifico di vivere e intendere la connessione tra arte, cultura e territorio. maggiori informazioni qui
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22 aprile 2014

su artribune, un intervento di gianluca d’incà levis, all’interno della rubrica presente e futuro dei musei d’impresa,  a cura di santa nastro. Leggi l’articolo
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13 aprile 2014

Sul numero odierno di Nòva, inserto domenicale del Sole24ore, un articolo aumentato di Mauro Garofalo su Dolomiti Contemporanee. Spazi reali digitaliInquadra e scopri l’articolo con l’app Nòva AJNòva è il giornale aumentato del Sole24ore, anche in edicola sul quotidiano.   leggi l’articolo
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28 marzo 2014

Sabato 29 marzo 2014, DC partecipa all’Art Talk Il riutilizzo degli ex-spazi industriali oggi promosso da Premio Arte Laguna. L’incontro è ad ingresso libero e si svolgerà all’Arsenale di Venezia Tesa 105 adiacente agli spazi della mostra alle ore 14.30. Interverranno: Gianluca D’Incà LevisIdeatore e Curatore di Dolomiti Contemporanee Matteo Nabissi team progettuale di Fabbrica Saccardo Architetture Luca Furlan Public relations development Cittadellarte-Fondazione
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25 marzo 2014

Il format di progetto che Dolomiti Contemporanee ha sviluppato e messo a punto nei primi tre anni di attività, continua a produrre risultati tangibili, attestandosi come un modello concretamente operativo, anche all’interno degli àmbiti di ricerca. Gianluca D’Incà Levis, curatore di DC, è da oggi assegnista dal Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia (m.a.c.lab, prof. Fabrizio Panozzo), con un Assegno di Ricerca dal titolo: “Imprenditorialità culturale e le industrie creative come fattori di sviluppo locale. Branding dei territori e rigenerazione creativa. Ripensare la natura e il paesaggio industriale
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Depuratore di Borca di Cadore – Infrastruttura paesaggio

 

Cronache d’attualità.
Sarà pur chiaro come quella di paesaggio non sia una definizione inchiodata, perchè il paesaggio non è un’ente che cerchi una rappresentazione univoca, ma una permanente trasformazione d’ambito?


Nessun paesaggio è dunque bloccato, né bloccabile, in una forma definita, impermeabile al cambiamento che gli corrisponde – a meno che non ne stiamo considerando una singola configurazione definita, cosa che facciamo volentieri quando ad esempio approfondiamo la storia delle sue declinazioni ad opera dell’uomo.

Questo però può essere fatto mai nel senso più generale (al di fuori quindi dei casi progettati), nemmeno a ragione di tutela (voler essere responsabili non deve portare a divenire esclusivamente conservativi, ovvero anacronistici. L’uomo deve abitare la terra).
Il Paesaggio non è una cosa ma un divenire (della cosa).

Il paesaggio geologico, ad esempio, si crea, cambia, si definisce, attraverso la tettonica, la perturbazione, il sommovimento. 

Le definizioni storiche di paesaggio sono differenti, hanno codificato alcuni modelli, e si sono spesso generate a partire da posizioni o sensibilità particolari, selettive e critiche, e in ciò arbitrarie (paesaggio inglese, italiano, francese, etc.), legate alle caratterizzazioni della cultura proponente, o ad alcune ambizioni intellettuali e artistiche (creative), anch’esse soggettive.




E’ impossibile dunque calcar paesaggio, ovvero pretendere di concedere di esso una definizione univoca ed universale.

Paesaggio è, al limite, la sommatoria degli approcci, dei pensieri, delle pratiche, delle azioni, che determinano la cogenerazione, e quindi la forma, di quella parte d’ambiente naturale corredata dai fattori antropici.

Se non ragioni in termini dinamici, produci rappresentazioni (definizioni) del paesaggio schematiche e rigide, ovvero non coerenti con la sua plasticità – così facendo inibisci l’aggregazione e la disposizione delle omeomerie, e carichi solo una parte di realtà (la censura è antiestetica. la cecità esclusiva, naturale o premeditata, è colposa e dolosa.


Gli elementi dell’architettura, stabili o semistabili, concorrono a modificare e ridefinire ambiti di paesaggio.
Laddove si realizzino strutture, manufatti, infrastrutture, è possibile, e appropriato, parlare di cantiere-paesaggio (trasformazione continua).



La relazione, spesso frizionale, tra struttura costruita e ambiente, è d’interesse, rispetto alla composita morfologia d’impianto dell’ambiente lavorato, e rispetto ai valori plastici che il progetto e le tecnologie costruttive e le macchine industriali (come certo le fabbriche: le fauci delle macchine divora-paesaggio sputano fuoco e vanno ingaggiate) consentono di realizzare, ricavando spazio fisico dal contesto, per adattarlo alle esigenze materiali dell’uomo.


I valori plastici connessi all’economia del paesaggio, e alla sua percezione, vengono trattati dall’estetica.
Non tutti possiedono facoltà d’intuizione estetica, non tutti quindi possono (o vogliono: è lo stesso) comprendere valori formali qualitativi legati al progetto d’architettura o alla relazione dell’oggetto d’artificio con lo spazio d’occupazione e con la sua trasformazione. Una cosa la sai se la intuisci e se la studi. Di una cosa hai conoscenza se essa ti interessa: aggancio.

Se una persona decide di scegliere tra la foglia e la geometria, questa persona è settaria, la sua educazione deludente e incompleta, il suo manicheismo antidialettico: autolimitare la percezione conduce alla noia, impedisce la carburazione, trafuga lo scandaglio.
Se una persona, ad esempio, non possiede orecchio musicale, o sensibilità nei confronti della poesia, se alcuni sono in alcosa deprivati, bene, spiacenti per loro, nulla cambia (alcuni non cambiano), la musica e la poesia non divengono mai noiose, e continuano a rimanere ambiti necessari e stupefacenti, paesaggi della sensibilità dell’uomo, luoghi dell’invenzione e dell’espansione della mente e dello spirito, zone dello sviluppo, antagoniste delle arbitrarietà (spesso presuntuose) proprie delle fissazioni.
Se una persona, ad esempio, non possiede orecchio musicale, o sensibilità nei confronti della poesia: bella noia, e di cosa dovremmo parlare? Della fragranza del germoglio?

Poi una capsula tecnologica candida precipitata dal cielo o in costruzione nella foresta ci ricorda sempre una rampa puntata, un razzo spaziale in allestimento, quasi pronto a raggiungere lo spazio profondo, paesaggio poligono? o abbandonato durante le fasi interrotte della sua costruzione, le stazioni fantasma come germi o massi allettati (boulder) in attesa del muschio. space in the landscape force base, dardi.

Allo stesso modo, come non tutti vogliono architettura (ingegno e forma: spesso snobbati dallo sciatto ambientale), non tutti studiano foresta e roccia, non tutti vanno ad erborizzare. Ebbene, fare entrambe le cose è meglio che farne una sola: una non basta, negli ecosistemi complessi. tenere sia bosco che cemento, tenerli (buona presa), e tenerli bene.
Se guardi una cosa da un’unica prospettiva, non produci di essa un’immagine coerente: in tal modo, che tu lo sappia o no, contribuisci invece ad impoverirne lo spettro. Ma la realtà è poliedrica, mobile, cangiante, relata.



Chi in ambiente non ammette cemento, ma pretende solo natura, desidera una riserva, mentre noi osserviamo gli spazi vitali, e lavoriamo sulla relazione tra quella e questi. Anche l’uomo è natura.
Non chiudere l’uomo in una riserva: non ci deve stare.
Non chiudere la natura in una riserva: per alimentare paesaggio, non bisogna arrogarsi la facoltà di paralizzarlo in un’immagine protettiva (l’egoismo feroce del tutelatore intransigente è ottuso).

Vedi le forme straordinarie, ed ordinarie, della natura? Dovresti vedere anche quelle dell’architettura.
E, soprattutto, dovresti poter concepire la loro relazione.
Ma poi, vieni con noi a Bajkonur.



Il nuovo depuratore di Borca.

A Borca di Cadore proseguono i lavori di Bim Gsp per la realizzazione del nuovo depuratore biologico a fanghi attivi.

Vedi i grigi setti cementizi dell’impianto sorgere inquadrati dai verdi cupi del bosco a Salieto, vicino al ponte di Villanova.
Le colonne (aula, navata), i pilastri, i fili dritti dei pannelli dei tamponamenti, così netti, così omogenei, così immobili, prendono il vento dalla fronda scossa, lo prendono in luce coi suoi fischi facendosi schermo, riproiettano i quadri-paesaggio e ne inaugurano un archivio cinematografico.
In questo fondare e salire della casa chiara (che per ora corrisponde ad un’automacchiazione), le linee diritte, o inclinate, inquadrano all’improvviso brani di cielo e di foresta, brani nuovi, sequenze inedite, il taglio del candido marmo conglomerato.
Questo inquadramento non è schematico: è una variante propositiva, che spinge a considerare nuovi approcci o misure di scala.
Alcuni oggetti temporanei (o costruendi) consentono di immaginare relazioni non stabili, progressioni, sviluppi, inclusioni, scarti. una volta finiti, gli oggetti tecnici spesso scompaiono: l’unico baluginio è stato all’inizio, nel momento in cui le bancate grigie intonse son state infisse nel terreno, come superfici di proiezione, ecco la proiezione.
La regolarità della struttura basica dell’oggetto, inserita tra il bosco e le crode, genera un’atmosfera, della quale fanno parte la sorpresa per la nascita di un nuovo campo geometrico (il volume impatta silenzioso, nelle sue forme nette, puoi anche vederlo come la casa sorgiva dell’acqua); la sua relazione cromatica di contrasto con il contesto prevalente del bosco; un’aspettativa (evidenza dell’incompletezza della struttura rispetto alla dinamica del cantiere in atto: simultanea presenza e assenza del tempo).
Questi elementi chiari, nitidi, nuovi, statici, stagliati, piatti, da poco sguainati, non finiti, riportano alla mente la trattazione del corpo dell’oggetto o dell’architettura propria della pittura metafisica (enigma di un pomeriggio di primavera), i cui oggetti plastici ad impatto, semplici, monumentali, non ancora sbavati dalle efflorescenze, certe volte, in virtù di posizione e misura e gravità e solitudine, emergono subitanei, e suggeriscono l’aleggiare d’altre presenze, o una sospensione, la sospensione che anima qualsiasi cantiere-meccanismo, nei casi in cui esso venga avvertito come un passaggio transeunte, ovvero un orologio, e non come un mero elemento fisico di incontrovertibile datità.



Il rapporto tra l’oggetto d’architettura nudo (struttura della costruzione) e lo spazio in cui esso viene inserito, viene analizzato attraverso le categorie della ricerca infrastruttura paesaggio.

Foto Teresa De Toni (aprile 2024)



Qui alcune informazioni tecniche sul depuratore.

foto: teresa de toni