26 ottobre 2017

Giovedì 28 dicembre 2017, dalle ore 17.00 alle ore 20.00, si svolgerà presso il Nuovo Spazio di Casso al Vajont un round table aperto agli artisti, nel corso della quale si discuterà sui progetti realizzati e avviati nel 2017 nei siti di Casso, Borca di Cadore e Piave di Cadore. I progetti saranno presentati attraverso immagini e proiezioni. La mattina del giorno 29, è prevista un’escursione sul Troi de Sant’Antoni e Trui del sciarbon.  Il Nuovo Spazio di
[continua a leggere]

4 ottobre 2017

Dolomiti Contemporanee al Rifugio MarcesinaSabato 7 ottobre, ore 15.00 Rifugio Marcesina, Enego (Vi) Alcuni uomini albergano in sé, come elementi organici o culturali, parti d’orso, di lupo, di cervo. Così finalmente possono correre per i boschi e per le crode, ululando, bramendo, DIVORANDO. Quali predatori infestano i paesaggi? Di cosa si nutre l’uomo, e perchè? Infestare non coincide necessariamente con offendere: può esser fendere, o fare la festa. Fendere il paesaggio, con il dente, l’aratro, la picca, le lame affilate. Dolomiti Contemporanee cala dal regno delle crode vive, dalle stazioni in ambiente di Casso e Borca di Cadore. E
[continua a leggere]

30 settembre 2017

Casa Cametti a Vitorchiano (Viterbo) Complesso di Sant’Agnese Opening 30 settembre 2017, ore 15.00 Una selezione di video relativi all’esperienza di Simone Cametti alla Colonia di Borca di Cadore con Casa Cametti va in mostra a Vitorchiano, dal 30 settembre al 5 novembre 2017. L’installazione è inserita nel programma dei Percorsi nell’arte, proposti dall’Accademia Nazionale di San Luca (cinque artisti in cinque siti sparsi nella Provincia di Viterbo: oltre a Cametti, Andrea Aquilanti, Luigi Ontani, Marina Paris, Pier Paolo Perilli).   Dalla montagna L’ex Villaggio Eni di Corte di Cadore è una struttura prodigiosa, dove, negli
[continua a leggere]

25 agosto 2017

Campo di fiamma performance di suono, pittura e fuoco Venerdì 25 agosto, Forte di Monte Ricco, Pieve di Cadore (Bl) dalle ore 18.00 alle ore 19.30 Dafish + Miglietta (Anterra) + Andrea Visentini a cura di Dolomiti Contemporanee Venerdì 25 agosto 2017, dalle ore 18.00 alle ore 19.30, nel cortile interno del Forte di Monte Ricco, si è svolta la performance Campo di fiamma, con i suoni di Dafish + Miglietta (Anterra), che han portato il fuoco nell’aria, incendiandola. Dafish è Federico De Martin Topranin, musicista ittico. Angelo Miglietta è cantante e chitarrista del gruppo Anterra: qui alle percussioni.
[continua a leggere]

17 agosto 2017

  Nessun paesaggio preesiste all’uomo: uomo e ambiente sono profondamente interconnessi. Il paesaggio non vive dunque di sé stesso, ma delle pratiche che l’uomo vi attiva, abitandolo e costruendolo ogni giorno. Smach, Costellazione di arte, cultura e storia nelle Dolomiti, è un progetto che porta l’arte contemporanea in seno al paesaggio, coltivandolo, vivificandolo. L’edizione 2017 di Smach ha visto la partecipazione di 140 artisti, nove dei quali sono stati indicati dalla Giuria (scroll) quali vincitori. Le opere proposte dai nove artisti selezionati sono dunque state realizzate e installate in ambiente. Ognuna collocata in un sito differente, tra San
[continua a leggere]

11 luglio 2017

Tra le numerose attività artistiche, culturali e d’innovazione coltivate dal 2014 dell’ex Villaggio Eni di Corte di Cadore attraverso la piattaforma di Progettoborca, molte hanno carattere laboratoriale e sperimentale. Nell’estate 2016, Dolomiti Contemporanee ha realizzata un programma di formazione che ha messo in connessione la didattica legata al digitale, alle pratiche della rigenerazione, all’arte contemporanea e all’ambiente dolomitico: il Dolomiti Digital Camp è stata un’esperienza significativa, sviluppata in collaborazione con H-Farm. In questo contesto, Giuseppe Vigolo, artista e docente, affiancato da Alberto Balletti e da
[continua a leggere]

5 luglio 2017

Anche per l’estate 2017, Dolomiti Contemporanee e Minoter garantiscono la possibilità di visitare la Colonia ed alcune altre strutture dell’ex Villaggio Eni di Corte di Cadore. I visitatori, accompagnati dal personale di Progettoborca, potranno percorrere gli spazi principali dell’immensa Colonia realizzata da Edoardo Gellner, comprendere il progetto di rigenerazione del sito, e scoprire le opere realizzate nella Colonia stessa dagli artisti in Residenza. A partire dal 13 luglio, il pubblico potrà accedere al sito ogni giovedì pomeriggio, nei mesi di luglio e agosto. La visita inizia alle ore 15.00 in punto, presso gli uffici
[continua a leggere]

25 giugno 2017

Parlano gli uomini, e s’incontrano, nella pratica della cura e dell’arte.Quando siamo arrivati al Forte di Monte Ricco, e abbiamo visto il restauro, abbiamo pensato subito: di certo un artista prenderà le scritte da questi muri, le farà proprie, le farà vivere ancora, portandole nel presente, lasciandole ciò che sono, e facendone altro. Ciò che è, è anche altro: se lo si prende. Ed abbiamo atteso.Il primo è venuto ora, ed è ancora Alessandro Sambini, che non è un fromboliere: è un artista, che pare qui un regista dell’arte, che raccoglie governa (i sedimenti immoti) e li trasforma, muove
[continua a leggere]

21 giugno 2017

Il progetto di Alessandro Sambini in Fuocoapaesaggio è Grand Tour. Sabato 24 giugno 2017, il processo estetico e sociale e culturale e pittorico e metapoietico innescato da Sambini muoverà ancora lo Spazio del Forte, che gli artisti in Residenza continuano a modificare, trattandolo come una stazione di esplorazione del Paesaggio dolomitico (viaggiano ogni giorno tra Pieve, Borca e Casso, tra le crode ed i siti, i boschi ed i laghi, entrandovi, entrando negli spazi). Abbiamo scritto: …“Alessandro Sambini fa un grande lavoro di rete, in Fuocoapesaggio, attrezzando una serie di relazioni, concettuali, estetiche, umane, sociali, morali, politiche. Questo Grand
[continua a leggere]

20 giugno 2017

Giovedì 22 giugno 2017, al Politecnico di Milano, si svolge una Giornata di studi dal titolo: VTAB Villaggio Turistico Agip Borca – Conoscere e valorizzare il villaggio Eni di Edoardo Gellner a Corte di Cadore.a cura di Stefania Varvaro e Rossana Garbaglio.Aula Gamma, Via Ampère 2, Politecnico di Milano. Dolomiti Contemporanee vi partecipa con un intervento di Gianluca D’Incà Levis, curatore di Progettoborca. La giornata di studi pone l’attenzione su una delle architetture più note di Edoardo Gellner. Il villaggio Eni a Borca di Cadore è sicuramente l’opera più importante che Gellner ebbe la fortuna di realizzare per ferma
[continua a leggere]

Depuratore di Borca di Cadore – Infrastruttura paesaggio

 

Cronache d’attualità.
Sarà pur chiaro come quella di paesaggio non sia una definizione inchiodata, perchè il paesaggio non è un’ente che cerchi una rappresentazione univoca, ma una permanente trasformazione d’ambito?


Nessun paesaggio è dunque bloccato, né bloccabile, in una forma definita, impermeabile al cambiamento che gli corrisponde – a meno che non ne stiamo considerando una singola configurazione definita, cosa che facciamo volentieri quando ad esempio approfondiamo la storia delle sue declinazioni ad opera dell’uomo.

Questo però può essere fatto mai nel senso più generale (al di fuori quindi dei casi progettati), nemmeno a ragione di tutela (voler essere responsabili non deve portare a divenire esclusivamente conservativi, ovvero anacronistici. L’uomo deve abitare la terra).
Il Paesaggio non è una cosa ma un divenire (della cosa).

Il paesaggio geologico, ad esempio, si crea, cambia, si definisce, attraverso la tettonica, la perturbazione, il sommovimento. 

Le definizioni storiche di paesaggio sono differenti, hanno codificato alcuni modelli, e si sono spesso generate a partire da posizioni o sensibilità particolari, selettive e critiche, e in ciò arbitrarie (paesaggio inglese, italiano, francese, etc.), legate alle caratterizzazioni della cultura proponente, o ad alcune ambizioni intellettuali e artistiche (creative), anch’esse soggettive.




E’ impossibile dunque calcar paesaggio, ovvero pretendere di concedere di esso una definizione univoca ed universale.

Paesaggio è, al limite, la sommatoria degli approcci, dei pensieri, delle pratiche, delle azioni, che determinano la cogenerazione, e quindi la forma, di quella parte d’ambiente naturale corredata dai fattori antropici.

Se non ragioni in termini dinamici, produci rappresentazioni (definizioni) del paesaggio schematiche e rigide, ovvero non coerenti con la sua plasticità – così facendo inibisci l’aggregazione e la disposizione delle omeomerie, e carichi solo una parte di realtà (la censura è antiestetica. la cecità esclusiva, naturale o premeditata, è colposa e dolosa.


Gli elementi dell’architettura, stabili o semistabili, concorrono a modificare e ridefinire ambiti di paesaggio.
Laddove si realizzino strutture, manufatti, infrastrutture, è possibile, e appropriato, parlare di cantiere-paesaggio (trasformazione continua).



La relazione, spesso frizionale, tra struttura costruita e ambiente, è d’interesse, rispetto alla composita morfologia d’impianto dell’ambiente lavorato, e rispetto ai valori plastici che il progetto e le tecnologie costruttive e le macchine industriali (come certo le fabbriche: le fauci delle macchine divora-paesaggio sputano fuoco e vanno ingaggiate) consentono di realizzare, ricavando spazio fisico dal contesto, per adattarlo alle esigenze materiali dell’uomo.


I valori plastici connessi all’economia del paesaggio, e alla sua percezione, vengono trattati dall’estetica.
Non tutti possiedono facoltà d’intuizione estetica, non tutti quindi possono (o vogliono: è lo stesso) comprendere valori formali qualitativi legati al progetto d’architettura o alla relazione dell’oggetto d’artificio con lo spazio d’occupazione e con la sua trasformazione. Una cosa la sai se la intuisci e se la studi. Di una cosa hai conoscenza se essa ti interessa: aggancio.

Se una persona decide di scegliere tra la foglia e la geometria, questa persona è settaria, la sua educazione deludente e incompleta, il suo manicheismo antidialettico: autolimitare la percezione conduce alla noia, impedisce la carburazione, trafuga lo scandaglio.
Se una persona, ad esempio, non possiede orecchio musicale, o sensibilità nei confronti della poesia, se alcuni sono in alcosa deprivati, bene, spiacenti per loro, nulla cambia (alcuni non cambiano), la musica e la poesia non divengono mai noiose, e continuano a rimanere ambiti necessari e stupefacenti, paesaggi della sensibilità dell’uomo, luoghi dell’invenzione e dell’espansione della mente e dello spirito, zone dello sviluppo, antagoniste delle arbitrarietà (spesso presuntuose) proprie delle fissazioni.
Se una persona, ad esempio, non possiede orecchio musicale, o sensibilità nei confronti della poesia: bella noia, e di cosa dovremmo parlare? Della fragranza del germoglio?

Poi una capsula tecnologica candida precipitata dal cielo o in costruzione nella foresta ci ricorda sempre una rampa puntata, un razzo spaziale in allestimento, quasi pronto a raggiungere lo spazio profondo, paesaggio poligono? o abbandonato durante le fasi interrotte della sua costruzione, le stazioni fantasma come germi o massi allettati (boulder) in attesa del muschio. space in the landscape force base, dardi.

Allo stesso modo, come non tutti vogliono architettura (ingegno e forma: spesso snobbati dallo sciatto ambientale), non tutti studiano foresta e roccia, non tutti vanno ad erborizzare. Ebbene, fare entrambe le cose è meglio che farne una sola: una non basta, negli ecosistemi complessi. tenere sia bosco che cemento, tenerli (buona presa), e tenerli bene.
Se guardi una cosa da un’unica prospettiva, non produci di essa un’immagine coerente: in tal modo, che tu lo sappia o no, contribuisci invece ad impoverirne lo spettro. Ma la realtà è poliedrica, mobile, cangiante, relata.



Chi in ambiente non ammette cemento, ma pretende solo natura, desidera una riserva, mentre noi osserviamo gli spazi vitali, e lavoriamo sulla relazione tra quella e questi. Anche l’uomo è natura.
Non chiudere l’uomo in una riserva: non ci deve stare.
Non chiudere la natura in una riserva: per alimentare paesaggio, non bisogna arrogarsi la facoltà di paralizzarlo in un’immagine protettiva (l’egoismo feroce del tutelatore intransigente è ottuso).

Vedi le forme straordinarie, ed ordinarie, della natura? Dovresti vedere anche quelle dell’architettura.
E, soprattutto, dovresti poter concepire la loro relazione.
Ma poi, vieni con noi a Bajkonur.



Il nuovo depuratore di Borca.

A Borca di Cadore proseguono i lavori di Bim Gsp per la realizzazione del nuovo depuratore biologico a fanghi attivi.

Vedi i grigi setti cementizi dell’impianto sorgere inquadrati dai verdi cupi del bosco a Salieto, vicino al ponte di Villanova.
Le colonne (aula, navata), i pilastri, i fili dritti dei pannelli dei tamponamenti, così netti, così omogenei, così immobili, prendono il vento dalla fronda scossa, lo prendono in luce coi suoi fischi facendosi schermo, riproiettano i quadri-paesaggio e ne inaugurano un archivio cinematografico.
In questo fondare e salire della casa chiara (che per ora corrisponde ad un’automacchiazione), le linee diritte, o inclinate, inquadrano all’improvviso brani di cielo e di foresta, brani nuovi, sequenze inedite, il taglio del candido marmo conglomerato.
Questo inquadramento non è schematico: è una variante propositiva, che spinge a considerare nuovi approcci o misure di scala.
Alcuni oggetti temporanei (o costruendi) consentono di immaginare relazioni non stabili, progressioni, sviluppi, inclusioni, scarti. una volta finiti, gli oggetti tecnici spesso scompaiono: l’unico baluginio è stato all’inizio, nel momento in cui le bancate grigie intonse son state infisse nel terreno, come superfici di proiezione, ecco la proiezione.
La regolarità della struttura basica dell’oggetto, inserita tra il bosco e le crode, genera un’atmosfera, della quale fanno parte la sorpresa per la nascita di un nuovo campo geometrico (il volume impatta silenzioso, nelle sue forme nette, puoi anche vederlo come la casa sorgiva dell’acqua); la sua relazione cromatica di contrasto con il contesto prevalente del bosco; un’aspettativa (evidenza dell’incompletezza della struttura rispetto alla dinamica del cantiere in atto: simultanea presenza e assenza del tempo).
Questi elementi chiari, nitidi, nuovi, statici, stagliati, piatti, da poco sguainati, non finiti, riportano alla mente la trattazione del corpo dell’oggetto o dell’architettura propria della pittura metafisica (enigma di un pomeriggio di primavera), i cui oggetti plastici ad impatto, semplici, monumentali, non ancora sbavati dalle efflorescenze, certe volte, in virtù di posizione e misura e gravità e solitudine, emergono subitanei, e suggeriscono l’aleggiare d’altre presenze, o una sospensione, la sospensione che anima qualsiasi cantiere-meccanismo, nei casi in cui esso venga avvertito come un passaggio transeunte, ovvero un orologio, e non come un mero elemento fisico di incontrovertibile datità.



Il rapporto tra l’oggetto d’architettura nudo (struttura della costruzione) e lo spazio in cui esso viene inserito, viene analizzato attraverso le categorie della ricerca infrastruttura paesaggio.

Foto Teresa De Toni (aprile 2024)



Qui alcune informazioni tecniche sul depuratore.

foto: teresa de toni