58° Corso di Cultura in Ecologia – le foto
Foto: Riccardo Libralon – Zone Umide – Anatomia e Dinamica di un Territorio 2023.
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Quest’anno, 2024, il Corso di Cultura in Ecologia, giunto alla 58esima edizione, si è svolto tra il 28 e il 30 agosto.
Titolo: Zone umide: ecologia e conservazione.
Gli interventi dei relatori scientifici, esperti di ecologia e conservazione delle zone umide a livello nazionale, si sono succeduti presso il Centro Studi per l’Ambiente Alpino di San Vito di Cadore.
Ricordiamo che Dolomiti Contemporanee (DC) collabora dal 2018 al Corso di Cultura in Ecologia, che il Dipartimento Tesaf dell’Università di Padova realizza da oltre sessant’anni presso il Centro Studi Lucio Susmel di San Vito.
Questa interazione tra DC e Tesaf, che è stimolante ed edificante, ha la sua radice in una visione condivisa dell’ambiente, naturale, fisico, umano, sociale, politico, letto come un habitat complesso del quale si può dare ragione, operando in modo corretto su temi legati a cura, consapevolezza della risorsa, salvaguardia e sviluppo, solamente aggregando le migliori e più diverse istanze costruttive, quando esse convergono verso le forme aperte della biodiversità culturale e della ricerca interdisciplinare. Anche quest’anno, DC ha attecchito al tema del Corso, mettendo in campo alcune delle ricerche incrociate che si sono sviluppate nel corso dell’anno insieme al Centro Studi, grazie ad alcuni artisti interessati a operare, trasformativamente, su spunti e temi di ricerca propri del Tesaf.
Una piccola mostra di stampe fotografiche è stata allestita al Centro Studi. Gli scatti sono stati realizzati dagli studenti del Bauer di Milano all’interno di Anatomia e Dinamica di un territorio nel 2023, nel corso di una serie di sopralluoghi svolti insieme agli ecologi del Tesaf.
Anche Anatomia e Dinamica è un progetto di ricerca pluriennale condiviso con il Centro Studi e con il Comune di San Vito di Cadore sin dalla sua prima edizione, nel 2020.
Da allora, i seminari fotografici curati da Giorgio Barrera hanno continuamente implementato un archivio fotografico territoriale, che monitora, certo, le trasformazioni legate a Milano Cortina 2026, ma, più in generale, il territorio della Valle del Boite.
I relatori del 58esimo Corso di Cultura in Ecologia in azione al Centro Studi per l’Ambiente Alpino.
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Giovedì 29 agosto, a San Vito, sono stati presentati gli ultimi due volumi di Anatomia e Dinamica, recentemente dati alle stampe.
I libri sono editi da Quinlan per Bauer con Afol Metropolitana.
Ci piace fare i buoni libri, anche.
E’ importante.
L’iniziativa è stata introdotta da Tommaso Anfodillo, coresponsabile del Centro Studi, Giorgio Barrera e Gianluca D’Incà Levis.
Diversi artisti ricercatori attivi in DC, e ospiti in Residenza in Progettoborca, erano presenti al Corso, insieme ad ecologi e forestali.
Nella serata di giovedì, terminata la parte scientifica del Corso, ci siamo trasferiti all’ex Villaggio Eni di Borca di Cadore, per una visita guidata alla Colonia di Corte.
La serata si è conclusa con una cena in Aula Magna, che è coincisa con la terza edizione di IGP Indice Gatronomico Potenziale, un progetto ideato e sviluppato da Lorenzo Barbasetti di Prun, chef, ricercatore dell’edibile e del selvatico, designer e artista. Lorenzo è il fondatore di Prometheus Open Food Lab, che, dal 2018, ha il proprio laboratorio nella Colonia di Corte di Cadore, in Progettoborca.
In quest’occasione, Lorenzo ha lavorato insieme ad Alessio De Bona (chef, ristorante ex Primo, Belluno) e a Lucia Gaspari, osservatrice della natura e cuoca artigiana, fondatrice di Luce Project: Lucia è venuta dalla Lessinia.
Le foto del Corso, del lavoro preparatorio di IGP Vol. 3, della visita alla Colonia e della cena, sono state realizzate da Teresa De Toni, Chiara Beretta, Ivana Sfredda, Damiano dall’O Caterina Shanta, Evelyn Leveghi, Giovanni Bicevo.
A Ternine di Cadore – Foto: Teresa De Toni.
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Prometheus Open Food Lab – IGP – Indice Gastronomico Potenziale Vol. 3
“Indice Gastronomico Potenziale” (IGP) è un programma di “prometheus_open food lab” curato da Lorenzo Barbasetti di Prun che porta chef ad esplorare un territorio e le sue risorse attraverso una fitta rete composta di aziende agricole e conoscitori della cultura e dell’ambiente. Obiettivo è il superamento di un’idea statica di tradizione gastronomica che inchioda l’espressione culturale ad una sagra perpetua di cibi poveri, ma sostanziosi e confortevoli, soprattutto intrinsecamente genuini ad uso e consumo di un’immagine proiettata dal consumatore della montagna. IGP nega il concetto di tradizione così configurato, come rassicurante bene di consumo, e promuove la ripresa di un processo di indagine delle risorse ambientali e della loro potenziali espressioni nella relazione con le attività umane per la riattivazione di una cultura contemporanea, che sia strumento di interpretazione ed adesione ad un ambiente in continua mutazione.
La terza edizione del programma, si è inserita come ormai d’abitudine nel contesto del Corso di Cultura in Ecologia del Centro Studi Ambiente Alpino di San Vito di Cadore. Il tema scelto quest’anno dai ricercatori forestali del Tesaf è stato quello delle zone umide. Termine ampio, contenitore che include una varietà estremamente vasta di ambienti complessi, in montagna come a quota zero (o sotto), le zone umide in tutto il mondo condividono storie che si intrecciano indissolubilmente con quelle umane.
Argomento particolarmente caro a prometheus_open food lab che nel 2020 ha fondato The Tidal Garden, progetto di ricerca che studia il potenziale gastronomico di piante tolleranti al sale in zone tidali tra Italia, Portogallo, Germania e Regno Unito come strumento di adattamento culturale ai cambiamenti climatici.
Tra il 28 e il 29 agosto scorsi hanno preso parte all’esplorazione Lucia Gaspari, cuoca originaria della Valpolicella con un progetto di rigenerazione di un focolare in una piccola borgata della Lessinia, casa, spazio di cucina e ricerca, nodo di una rete territoriale sistemica. E Alessio De Bona, bellunese, chef e proprietario di EXPRIMO, nuova espressione del precedente Primo. Un progetto di ristorazione, interprete senza compromessi del tessuto produttivo e culturale in cui si pone, esperimento della sostenibilità umana, culturale ed economica di un settore.
Prometheus Open Food Lab prepara IGP Vol. 3 – Foto: Ivana Sfredda
Accompagnati dai fotografi Chiara Beretta, Ivana Sfredda e Damiano dall’O’ guidati da Teresa De Toni abbiamo risalito la valle del Mis, della Piave e del Boite incontrando Michele di Trotarium, allevamento di trote e salmerini a Sospirolo. Ci siamo fermati a pranzo da Mauro Olivotto, uno dei quattordici abitanti di Termine di Cadore, cacciatore di selezione ed grande conoscitore della storia e degli usi del Cadore. Ci ha raccontato della pesca nell’altro corso della Piave, insegnandoci a chiamarla al femminile, perchè madre che ha sempre dato da mangiare a tutti. Abbiam parlato di trote e gamberi di fiume, della loro scomparsa, del suo tentativo di ripopolare il fiume e i laghetti della zona, della sua idea di regole e norme.
Nelle zone umide sopra San Vito abbiamo raccolto erbe spontanee con Karin e Lorenzo, incontrato Enrico Pordon dell’Azienda Agricola SanWido.
Fondamentale guida in questo percorso, che non ha potuto essere fisicamente con noi in quei giorni, Jolanda Da Deppo, importante antropologa con un lungo lavoro di ricerca sul territorio, cibo e le sue relazioni con il paesaggio.
La sera del 29 la spedizione ha accolto relatori e partecipanti al Corso di Cultura in Ecologia nell’aula magna dell’ex Colonia ENI di Corte con un menù frutto dell’elaborazione di stimoli, conoscenze e ingredienti raccolti durante i due giorni precedenti e dell’intersezione di diverse ricerche e saperi. Questo incontro si è riconfermato come prezioso momento di confronto tra la ricerca degli scienziati forestali e l’approccio sociologico, territoriale e pratico di cuochi e fotografi.”
IGP Vol. 3 – Foto: Chiara Beretta
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