11 ottobre – casso – dialogo nelle rocce

Dialogo Nelle Rocce

Venerdì 11 ottobre 2024

Ore 10:00/16:30

Nuovo Spazio di Casso al Vajont

un talk su forme e proiezioni della montagna
e un’esplorazione geologica della Val Zemola 

con:

Gianluca d’Incà Levis, curatore di Dolomiti Contemporanee
Emiliano Oddone, geologo, cofondatore di Dolomiti Project
Iolanda Da Deppo, antropologa, Gal Alto Bellunese
Evelyn Leveghi, artista
Caterina Erica Shanta, artista
Kristian Sturi, artista

 –

programma

Ore 10:00/12:30
Nuovo Spazio di Casso
un dialogo su alcune fogge e pratiche e visioni umane, culturali, artistiche, della ricerca, della montagna

pranzo libero

Ore 14:30/16.30
con Emiliano Oddone, se non piove, in esplorazione della Val Zemola

Venerdì 11 ottobre 2024, Dolomiti Contemporanee propone un talk all’interno della mostra collettiva le fogge delle rocce.
un dialogo, aperto al pubblico, nel quale un curatore, un geologo, tre artisti, un’antropologa, ovvero un gruppo di persone con una formazione culturale differente (ogni mente attiva è una forma, o, preferibilmente, un calco, stampo, matrice, spugna, filtro: e un imbuto), resi definitivamente compatibili dall’inclinazione al dialogo transdisciplinare, ovvero aperti e animati da una visione intersecante, discutono insieme delle fogge dei concetti e delle pratiche che animano la montagna contemporanea, quando essa decide di leggersi e muoversi come un contesto eterogeneo, ovvero quando si decide di guardarla nella sua complessità multiforme, accostando molte paia di occhi e ile sensibilità e i cervelli, senza semplificarne la lettura, ed integrando ad essa una serie di fattori eterocliti, per costituire un costrutto composito e non una definizione conchiusa, dato che nemmeno la montagna è eterna e perennemente eguale a sé stessa, e invece cambia di continuo, con il tempo e con l’uomo, e l’uomo ha dunque – inevitabilmente, - il ruolo di agente trasformativo, per la montagna stessa, nel bene e nel male, e questa trasformazione deve essere bene e opportunamente ragionata, in modo tale da non disfare paesaggio, contribuendo invece, con le attività intellettuali e le azioni, ad una gestione di tutele e rinnovativa, ed è questo di cui discutono queste persone diverse insieme: chi siamo? dove andiamo? come ci muoviamo? cosa tolleriamo? cosa prospettiamo?

insomma, per affrontare un’entità complessa in modo non semplificatorio o schematizzate, occorre adottare un approccio multiprospettico (metamorfismo culturale), analizzando quel sasso da ogni parte e prospettiva,  e mettendole poi insieme, queste parti e prospettive, spigolandole o levigandole, a seconda che si voglia tenerla al suo posto piuttosto che farla scivolare a fondovalle, la montagna, che però non è né un cubo né una sfera, per cui in realtà le misurazioni da effettuare non sono cinetiche, ma strutturanti e cumulative.

i tipi multipli, difformi e complementari della visione alimentano le realtà intellettuali immaginative che sono prodromi di cambiamenti fisici progettati.

siamo all’interno della mostra collettiva le fogge delle rocce.
che significato ha questo titolo?
in un primo senso, più generale, esso significa: che forma sai dare all’ambiente in cui vivi e di cui ti occupi?
che razza di montagna vedi?
cosa fai nella montagna, con quali strumenti operi, perché?
sono fermi i sassi, fossili imperturbati?
oppure li muoviamo?

riportiamo qui di seguito alcuni passaggi dal concept di le fogge delle rocce, che puoi leggere qui, e che contengono già, tra altri, gli elementi che sviluppiamo in questo confronto a casso.

abbiamo scritto: 
tra i temi principali che informano la stagione 2024 di dolomiti contemporanee, c’è la geologia, quale lente e piccone a scavare ancora le specificità del territorio e della montagna [...]
utilizziamo dunque la geologia, innanzitutto, come scienza, per far conoscenza. 
sapendo che, senza le funzioni creative, quelle conoscitive diventano compilative, e crollano esangui  [...]
ecco dunque che gli ambienti di formazione, attraverso le rimodulazioni semantiche, possono condurre al metamorfismo culturale, che è quel che ci interessa, come ogni sommovimento della crosta stanca, come ogni trasformazione della terra e della lingua piatta, e così via  [...]

 altre domande, senza le quali non esistono risposte:
cos’è una roccia, cos’è montagna? 
i diversi metodi dello scavo, gli approcci compatibili all’indagine del sottosuoloquali sono i caratteri fisici, e intellettuali, che caratterizzano gli strati sedimentari? 
quando una roccia è fatta?
cosa e come stratifica l’uomo?
si tende in tal modo, favorendo le connessioni e le interazioni, nella descizione come nella produzione, all’eteropia di facies, alimentando e mescolando ambienti sedimentari diversi, ecco la formazione della nuove faglie, e pieghe.
gli artisti dunque, al lavoro, all’opera, accanto ai geologi appercettivi, che attraversano i territori come rabdomanti scientifici, continuamente colpiti, bombardati, dalla straordinaria ricchezza delle crode e delle loro definizioni, queste crode che sono concentrazioni fisiche di processi ancestrali, macchine del tempo, ed anche sculture fantastiche, colle loro durezze policrome, che sono il contrario di una grigia mollezza, queste arche evocative, arche perché se le apri e le carichi si spalancano e si mostran gravide nel loro recare il senso delle cose, e così via.

capito?
questo talk, insomma, si integra alla mostra e ne sfrutta il potenziale, esplodendone alcune micce.
si discute dei tematismi presentati attraverso le opere e anche di alcune possibili “modalità integrate e rinnovative di comunicazione dei contenuti della Geologia e delle altre scienze attraverso il medium artistico e l’azione culturale integrata”.

è ben chiara a tutti noi che qui parliamo, l’opportunità, e la necessità culturale e sistemica, di intersecare i diversi saperi con le pratiche, e di procedere organicamente all’indagine e alla lettura dei territori, per arricchire e implementare le ricerche, integrando le competenze e gli approcci compatibili (biodiversità culturale; rifiuto dell’approccio disgiunto alla politica e alla pratica del territorio e della ricerca)

Per usare quest’espressione piuttosto abusata e frusta, ma essenzialmente corretta: si tratta di operare sul binomio Arte e Scienza, ed anche sulla triade cultura/arte/territorio; ricerca e rappresentazione; ricerca e comunicazione. E, come sempre, su Paesaggio e Patrimonio, Patrimonio storico, culturale, architettonico e artistico, ambientale, geologico: tutte parti di un unico grande campo dell’esperienza, umana, e della ricerca.
Il talk è un momento aperto di dialogo e confronto, rinnovativi, attraverso in quale si articolando visioni dinamiche e composite, che servono, anche, a non presentare gli argomenti ed i temi connessi al territorio in modo banale o ripetitivo o prettamente accademico, come non di rado avviene. Si vogliono d’altronde frammischiare le competenze, per favorire reti ed inneschi, e proporre progettualità articolate, accurate, qualitative, diffuse.

e così via.
il talk è aperto al pubblico.
primo pomeriggio, se non piove, si và in val zemola con emiliano oddone.

questo talk è parte del programma di dolomiti days 2024, iniziativa promossa dalla regione autonoma friuli venezia giulia, che si realizza in collaborazione con la fondazione dolomiti unesco, la magnifica comunità di montagna dolomiti friulane cavallo e cansiglio, insieme al comune di erto e casso.

info@dolomiticontemporanee.net

Immagine: cristalli minerali Pietra di roccia sedimentaria silicea, incisione, 1967 WOLLASTONITE

 

 

 

 

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