Nuovo Spazio di Casso
Il Nuovo Spazio di Casso è un Centro sperimentale per la Cultura Contemporanea della Montagna e del Paesaggio.
Un motore territoriale che opera, attraverso le arti visive e la rigenerazione culturale, alla produzione di immagini rinnovative, nel contesto, spesso declinato in modo acritico e stereotipo, delle Dolomiti-Unesco.
Rispetto alla politica culturale di Dolomiti Contemporanee, volta alla riattivazione di siti eccezionali ed inerti, lo spazio di casso è straordinariamente emblematico: mai chiusura fu più terribile di quella del Vajont.
Intavolare qui una riflessione sulla funzione dell’arte e della cultura assume dunque un significato profondo.
L’edificio è quello dell’ex scuola elementare della frazione, chiusa nel 1963 per i danni provocati dall’onda di risalita della frana che provocò il Disastro del Vajont.
Il corpo di fabbrica è stato completamente restaurato (arch. Valentino Stella), e trasformato in un edificio pubblico, che fronteggia, commisurandosi significativamente ad esso, il segno impressionante della frana del Monte Toc, a poca distanza dalla Diga del Vajont.
Dopo quasi 50 anni (settembre 2012), questo edificio è stato riaperto da Dolomiti Contemporanee, divenendone una delle sedi principali.
Lo spazio è aperto e visitabile da luglio a novembre, ed ospita altre attività nel corso dell’anno (vedi sezione programmi), e piattaforme legate al territorio e alla sua identità.
Tra queste, vi è il concorso artistico internazionale two calls for vajont, in atto dal 2014, e che nel 2021 ha ricevuto una menzione speciale dal Mibact all’interno del premio nazionale del paesaggio/Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.
qui uno dei primi testi (2012) in cui si spiega l’approccio di dc in questo luogo.
Principali esposizioni realizzate ad oggi:
Bilico, settembre 2012, riapertura ufficiale dello spazio
Freaking out the animal, marzo/maggio 2013
Roccedimenti. Fatte, non finite, le nature contemporanee, luglio 2013
Upokeimenon (sott’acque), settembre 2013
cambio di muta, giugno 2014
the inner outside (bivouacs), luglio 2014
paths, settembre 2014
meteorite in giardino (il meteorite in ambiente), settembre 2014
twocalls, la forma delle idee, luglio 2015
to’non ignà, agosto 2015
solo, a group exhibition, agosto 2016
la lama di procopio, agosto 2017
arcipelago italia, partecipazione al padiglione Italia della 16a biennale di architettura di venezia, 2018
fibra flessa / sentieri non euclidei, agosto 2019
la tempesta, agosto/settembre 2020
miele, agosto/settembre 2020
dolomiti care, il vajont al padiglione italia della 17a biennale di architettura di venezia comunità resilienti, maggio/novembre 2021
vaccanza – the mountain tropical experience, luglio / dicembre 2021
who killed bambi?, agosto 2022 / febbraio 2023
altri eventi:
la fine del confine/the end of the border, marzo 2013
let’s make like trees and leaves, agosto 2013
la legròsega pandùda, settembre 2013
sandra hauser+madame murmure/fabrizio de bon, novembre 2014
cultura: un motore per la montagna, conferenza, febbraio 2015
ritorno (visual rave), maggio 2015
triomomentum, performance, agosto 2015
un erto incanto+the music room, ottobre 2015
fukte. the shape of wind to come, agosto 2020
sei scemo o mangi sassi, agosto 2020
arte pubblica, paesaggi e territori: twocalls restart, panel webinar da casso, 26 febbraio 2021
17a giornata nazionale amaci del contemporaneo, 11 dicembre 2021
who ate bambi?, 18a giornata nazionale dei musei amaci, 8 ottobre 2022
montagna, patrimonio, riuso. workshop sulla rigenerazione alpina, 25 novembre 2022
scarpét a casso, 18 dicembre 2022
selezione rassegna stampa:
il vajont riattivato – nòva/sole24ore – 13 aprile 2014
il vajont rinasce dalle relazioni. intervista a marc augé – nòva/sole24ore – 26 ottobre 2014
riparte twocalls for vajont – domus – 2 giugno 2016
7 luglio 2024
22 maggio 2024
22 aprile 2024
18 aprile 2024
16 novembre 2023
12 luglio 2023
22 giugno 2023
6 febbraio 2023
28 gennaio 2023
18 settembre 2022