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DC e Fondazione Dolomiti Unesco
Dolomiti Contemporanee e Fondazione Dolomiti Unesco: una riflessione sugli elementi teorici e pratici di una compatibilità.
[...] Tra i numerosi soggetti, pubblici e privati, che sostengono Dolomiti Contemporanee, vi è la Fondazione Dolomiti Unesco, che lo patrocina sin dalla sua nascita, nel 2011. Riteniamo sia importante chiarire la compatibilità tra la funzione di questa importante struttura che a partire del 2009 governa, protegge e opera a favorire la conoscenza delle Dolomiti-Unesco, e un progetto d’arte contemporanea che lavora, per una precisa scelta culturale, in questo stesso teatro (per alcune di queste considerazioni generali, rinviamo anche all’articolo “Dolomiti Contemporanee. Un laboratorio d’arti visive in ambiente”, pubblicato su Le Dolomiti Bellunesi). Le Dolomiti sono diventate Patrimonio dell’Umanità nel 2009, in virtù dell’eccezione valore universale che esse rappresentano. E’ stato in quel preciso momento che si è iniziato a immaginare di dar corpo a Dolomiti Contemporanee. Un progetto che sapesse produrre un’attività di analisi e interpretazione creativa significative di questo Bene, nel momento in cui esso raggiungeva tale riconoscimento. L’espressione eccezionale valore universale è una formula aperta, e un principio umanistico. Essa non significa che le Dolomiti siano, in primis, un oggetto di valore in sé stesse, ovvero a prescindere dall’uomo. Esse lo sono nel rapporto -culturale- con l’uomo. Le Dolomiti non sono Patrimonio in sé, ma Patrimonio dell’uomo. I valori che possiedono, non sono dati aprioristicamente, non sono oggettivi: sono attribuiti loro dall’uomo. La categoria estetica del Sublime, che è uno dei parametri di valutazione del Bene, in particolare rispetto al Criterio VII della Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, è posta dall’uomo. Riflette la prospettiva, la visione, il pensiero, le facoltà e modalità percettive, la struttura sensoriale e mentale dell’uomo, la sua dimensione fisica rispetto alla dimensione dell’oggetto, il suo intenderlo. E l’umano intendere si svolge, sempre, e per poesia e per scienza. L’eccezionale valore universale non è perciò insito nel Bene: è posto dall’uomo, come il concetto stesso di Bene, che non gli preesiste, ma è un concetto umanistico, elaborato criticamente, attraverso una sensibilità culturale. E’ un rapporto.
Il principio dell’arte è coerente al principio culturale che ammette il Bene
E’ rispetto a queste considerazioni, che reputiamo l’azione di Dolomiti Contemporanee, un’azione condotta sulla montagna attraverso l’arte contemporanea, coerente con la necessità di accrescere, attraverso un’opzione culturale, la consapevolezza in merito alle caratteristiche specifiche e alle virtù della montagna stessa, rispetto all’interpretazione che ne sa dare l’uomo. La ricerca, di qualsiasi tipo essa sia, è la base di ogni conoscenza, che è il presupposto per qualsiasi tentativo di valorizzazione. Ciò vale per la ricerca scientifica, come per quella artistica. Possiamo dire che, mentre le Dolomiti, pure in virtù di quest’attribuzione operata da parte dell’uomo, possiedono oramai quel carattere di eccezionale valore universale, l’arte, attraverso l’esplorazione di significati che compie, questo carattere lo va costantemente cercando. L’arte è ricerca. Una ricerca che evidenzia, descrive, rappresenta, ritrasmette, i fulcri di senso delle cose, interessandosi a tutto, e in particolar modo alle cose che assommano in sé maggiori virtù, maggiori elementi di stimolo. L’arte, agendo sulla realtà presente della cosa, sovrappone al dato fisico oggettivo l’istantaneità vitale dell’uomo e della sua interpretazione creativa. In tal modo, si mette a punto, e si trasmette, un’eredità culturale, e ciò è appunto quanto fa l’Organizzazione per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Inoltre l’uomo, attraverso la cultura come attraverso l’arte, prende coscienza del valore universale del proprio stesso essere. I processi geologici che hanno portato alla costituzione delle Dolomiti hanno avuto inizio centinaia di milioni di anni prima che l’uomo facesse la sua comparsa sulla terra. Per le genti che hanno abitato in questa regione, le Dolomiti sono state dunque un elemento primigenio, fondante. In questo senso, rispetto all’uomo, le Dolomiti non sono geologia: non sono un muto oggetto fossile, ma un universo di senso, fonte di identità culturale, sociale, umana. Per questo motivo, le riflessioni (e quindi le opere), che l’uomo realizza su questo Bene, continuano ad essere l’espressione comunicata del suo rapporto con tale bene-contesto, che impediscono ad esso di rimaner confinato in una dimensione irrelata, estraneo alla storia. Le montagne, per l’uomo, sono eterne solo in quanto egli le vede, le percepisce, adesso. Perchè egli può studiarle, ed emozionarsene, ora. In sostanza, esse sono eterne in quanto sono contemporanee. Questo Bene non può, in alcuna maniera, essere sottratto, alienato, congelato, rispetto al divenire storico, alla storia dell’uomo. Il Bene, oltre ad essere il contesto generativo, è, dev’essere, un brodo colturale, un cantiere culturale, un’occasione evolutiva. E l’azione dell’uomo è sempre contemporanea, laddove sia presente al senso, ovvero consapevolmente critica. La montagna edifica relazioni, caratterizza e struttura l’uomo, coinvolgendolo, e determinandone i comportamenti. Anche queste sono relazioni genetiche. La montagna non è immobile. Il Bene è in azione. E’ uno spazio delle relazioni. Per questo il fascino estetico del bene ci colpisce ed emoziona. Per questo lo ritraiamo. Ed in ciò, anche, è evidente, esso vive. [...]
Gianluca D’Incà Levis, curatore di Dolomiti Contemporanee, 14 agosto 2013