Alan Silvestri/Golfo dei crochi


Alan Silvestri, Golfo dei crochi, acrilico e olio su tela, 40x50cm, 2022

“Delle giovani biade ancora il suolo
primaverile non osa sognare.
Dalla neve sporgendo il suo pomo d’Adamo,
nereggia con la riva fluviale.

L’alba come una zecca s’é attaccata al golfo.
E solo con la polpa sradicherai la sera
dal pantano. Come ama la carne
l’ampiezza del settentrione funesto!

Soffoca nell’inghiottire il sole
e strascica questo fardello nel muschio.
Lo sbatte contro il ghiaccio e lo dilania
come un roseo salmone.

Declivi di silenzio predace,
traballío d’un crepuscolo ubriaco, —
ma sono snudati i coltelli dei ghiacci
e c’è un battere di verdi lame.

Continuo, cupido, molesto ràntolo,
strepito uggioso e batter di coltelli,
e di lastre di ghiaccio che cozzano
scricchiolante rimastichío.”

Boris Pasternak, Il disgelo del fiume, 1916-28.

Mentre i Crochi vengon su e fuori diritti come fusi missili, a trapungere il prato stirato delle verdi placche riemerse, e il niveo lembo lacerto ancora ci ricorda un’isola oceanica spianata in cenere, comunque nulla è fuori dall’arcipelago, se si vuol dire ed indicare del paesaggio e delle sue parti scisse secondo una freccia organica.

l’opera è inserita nella mostra neoformazioni forestetiche, spazio di casso al vajont, dal 5 agosto al 31 dicembre

Foto: Teresa De Toni