andrea grotto/Fiero Amor. Tizio e Margherita



andrea grotto

Fiero Amor. Tizio e Margherita, olio su tela, 170 x 135 cm, 2018

La presa di coscienza di un’opera avviene attraverso il distacco da essa.
Un allontanamento necessario che, se per un verso è dato dalla (inevitabile?) conclusione del
processo elaborativo dell’opera, dall’altro ciò avviene mettendo in campo una lontananza fisica,
sufficiente a consentire all’occhio di leggerla nella sua interezza.
La sfida che ogni artista contemporaneo compie mettendosi in relazione con l’opera del maestro
cadorino, assume le fattezze di una presa di coscienza.
Il lavoro di relazione intrapreso da Andrea Grotto tende verso una ricerca di affinità con l’opera di
Tiziano, con le attitudini metodologiche messe da lui in campo, come quel “tornare e ritornare”
sulle figure e sui paesaggi, con una pittura materica impregnata di luce, più e più volte, lasciando
traccia del proprio vissuto attraverso le stratificazioni di scelte compiute, di ripensamenti ogni volta
più strutturati.
Andrea Grotto sente suo questo incedere fatto di prese e di allenti pittorici, passaggi inscindibili di
un’evoluzione compositiva. Nel suo Fiero Amor, Tizio e Margherita, Grotto guida la composizione
verso la decodificazione di uno spazio “altro”, legando i brani di tre opere tizianesche di forte
suggestione – Santa Margherita d’Antiochia sottomette il drago con la croce, Tizio divorato da un
avvoltoio, e San Girolamo Penitente – in una destrutturazione che ne rinnova completamente la
lettura, e crea una nuova immaginifica scena.
Il buio e la luce diventano ambienti di un paesaggio inventato entro cui, nell’immobilità, solo la luce
prende e dona forma al racconto della scena. Il titolo vuole quindi dare la direzione di lettura
dell’opera ma intende anche lasciare un ampio cono d’ombra entro cui costruire una nuova storia
.

opera in:
brain-tooling
a cura di gianluca d’incà levis, riccardo caldura, petra cason
forte di monte ricco
30 giugno – 30 ottobre 2018