emanuele kabu/open in painting



emanuele kabu
open in painting
muro, 2013

il lavoro di kabu si inserisce nel contesto della facciata impattandola con molta forza, senza tentare l’accordo sintetico e la mimesi (come nel caso di zucco). anche lui lavora sugli scuri: la doppia linea delle finestre viene assorbita dai due grandi campi neri, pesanti, pozzi, per alcuni d’angoscia e senza fondo, oppure costruzioni ad ergersi, d’artificio, a celare in parte e interrompere, sovrapponendovisi, l’uniformità organica del fondo. i pinnacoli neri generano un ritmo, nella geometria verticale delle bande alternate, mentre al di sotto il disegno fluisce e respira, come una grande manta dispiegata, i colori, anche qui, ripresi dal contesto e rimescolati, la roccia una pelle, albero-montagna, corpo coperto a squame preistoriche, meteorite con le squame, che poi si sgrana in alto, a costellazione, e anche qui le parti, come nel lavoro di zucco, si mostrano, l’insieme composto di parti ed atomi, le cellule (mutanti), aggregate e vive, al tempo stesso vive e fossili, che si aggregano e separano, il quel ritmo di respirazione, d’allontanamento, massi cosmici, che pesanti stanno, e poi alle volte si staccano, dal corpo principale, e vanno, nello spazio, prendendo spazio allo spazio.
(gianluca d’incà levis, agosto 2013)

opera inserita in
open in painting
a cura di gianluca d’incà levis
rifugio brigata alpina cadore, nevegal (bl)
13/25 agosto 2013