Fabio Talloru/Apofenia sedimentaria


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Fabio Talloru, Apofenia sedimentaria, vetro (vari), carta (varie), carbone vegetale, polvere di carbone vegetale, pigmento di carbone vegetale, inchiostro, pregiudizio cognitivo (vari), dolomia, 2024

Il cervello, per economia interpretativa, istruisce l’occhio per vedere cose che là fuori non vi sono.
Questi segni sono memorie dell’azione.
Queste memorie si sono depositate e stratificate.
Eppure vi si può vedere altro.
Dalla frantumazione del carbone, alla polverizzazione, ai lavaggi di estrazione delle impurità, all’asciugatura, alla ri-scomposizione, ai test di viscosità, ogni passaggio, ogni fase, produce tracce di memoria pura della materia. Queste testimoniano l’azione fisica, non la volontà di generare una forma estetica.
Questo è un non-libro di studio comportamentale dell’azione pragmatica.
Sono tratti d’inchiostro, polveri asciutte (ex-liquide), errori sbagliati ed errori necessari del processo produttivo.
Il frammento di carbone ha forma accidentale: si è rotto.
Anche la montagna.
Qui non ci sono le montagne, eppure, se osservi bene, si son formate anche qui.
Qui sono libere da sagoma-profilo-contorno.
Sono forme nate libere dal pensiero e significative nel solo pensiero.
Se vedi la montagna, non c’è.

l’opera è inserita nella mostra le fogge delle rocce, spazio di casso al vajont, dal 27 luglio al 31 dicembre 2024.

foto: teresa de toni