Roberto De Pol/Roccia della Val d’Oten, legno, pvc, moquette


Roberto De PolRoccia della Val d’Oten, legno, pvc, moquette, dimensione site specific, 2024

Durante l’inaugurazione de Le Fogge delle Rocce, tre blocchi di ghiaccio sono stati soprapposti alle opere di Menchini, Fung, Radak. L’installazione è stata concepita e realizzata da Roberto De Pol. Lo scioglimento ha progressivamente svelato i lavori, e i disegni riportati sui diversi supporti. I sassi vengon tutti dalla Val d’Oten, ‘sto luogo di ghiaie tra il Monte Antelao e le Marmarole, che i quattro artisti hanno scelto come luogo comune di origine del processo, a partire dal quale lavorare insieme. Le opere singole, raggruppate dunque su questa tavola, come i sassi di una colata detritica. Questo lavoro è un prodromo, che, attraverso la  mostra, avvia una collaborazione, che si protrarrà, e produrrà altre esplorazioni, ed esiti, intellettuali, e formali.

 

Nelly Radak, Alkebu-lan, 30x40cm, Stampato su plexiglass

Alkebu-lan…il nome originale del continente africano anni fa, prima dell’invasione straniera. Questa è solo una piccola parte di ciò che non sappiamo del nostro continente…di ciò che è stato cancellato e sostituito. La donna rappresenta la nostra rabbia e frustrazione collettive per tutto che abbiamo perso…

la nostra cultura, la nostra identità, la nostra storia, la nostra gente. Alkebu-lan è conosciuta come la culla dell’umanità…La geologia ha svolto un ruolo importante nello scoprire questo e nel tracciare le nostre radici come umani.

Proprio come le rocce su questo pezzo esplodono e rivelano quello che c’è dentro, speriamo di scoprire qualcosa di ciò che abbiamo perso.

Cristiano Focacci Menchini, Fogge invisibili, micro pigment su carta, 30×40 cm, 2024

Fogge Invisibili presenta una lastra di ghiaccio semitrasparente, con una pietra al suo interno, catturata in un momento di sospensione. Sotto di essa, un disegno a china evoca le forme e le venature di una pietra raccolta nella Val D’Oten, uno degli approcci al Monte Antelao. Con lo sciogliersi del ghiaccio, segni e geroglifici nascosti emergeranno lentamente, creando un dialogo tra ciò che è visibile e ciò che rimane celato. Questa trasformazione non è solo un fenomeno fisico, ma un simbolo dell’immanenza del tempo e del fluire inarrestabile delle cose, dell’inesorabile mutamento della natura, testimoniando la loro inevitabile perdita.

 

Adam Fung, Senza titolo, Pietre della val d’Oten, carta trattata, pigmento, acqua, 2024