Sicet – Ospitale di Cadore CEB Castellavazzo e sorvolo paesaggio
Gli stabilimenti bellunesi Sicet
Giriamo attorno e sopra e accanto e dentro alla Sicet di Ospitale di Cadore da alcuni diversi anni, mentre da Sud da Belluno Castellavazzo (l’ex cementificio è un altro OS_DC) Longarone saliamo verso il Cadore per la SS 51 di Alemagna Boulevard Dolomiti o dentro e per la 309 Cavalera (nel 2025 attivi anche a Perarolo con Xilogenesi & altre Idee Sonanti), e sogniamo di bagnarci nudi un giorno nelle umide sue biomasse fumiganti d’onda; di uscir scorporati reimporporati di certo rinlegnati dalle torri evaporative per reinstaurare negli atomi estetici e psichici insomma plastici riaggregati un’ennesima quinta-paesaggio, mentre tratteniamo l’immagine di alcuni significativi corpi industriali autostaglianti profilati nelle ortogonalità metalliche che inquadrano e traversano e solcano e tagliano ed echeggiano i greppi d’intaglio di valle di flume, cogli scoscesi ombruti versanti boscati a chinar giù di picco, qualche placca verticale ne incerega il manto e lo precipita; anni a pensar talvolta insomma di compiere alcune figure che raccolgono e cambiano e permutano e di cui dunque parleremo, a suo tempo. Ciclicamente pensiamo e parliamo con la Proprietà, visitiamo lo stabilimento, già alcuni artisti vi han sviluppato ricognizioni e progetti, l’Archivio fotografico cresce sempre, la Sicet è uno degli Oggetti Significativi OS analizzati con Infrastruttura Paesaggio (Teresa De Toni e tutti i fotografi che collaborano), ne diremo presto ancora, c’è poi certo pure la Sicet (CEB) di Castellavazzo, sulla nostra rotta per il Vajont, con Casso e la Val Cellina e poi dall’altra parte giù dal confine da Lorenzago Mauria verso Forni di Sopra, dove c’è Pineland, la nostra rete e volontà #traversolpaesaggio, reteapaesaggio, etcetera, rinserriamo e muoviamo via per la Rampa, e però non si lascia nulla indietro, vedrai…
Pregresso (chi vi s’improvvisa è un ladro): ad esempio abbiamo fatto e scritto nel 2019 da Progettoborca: “… una parte di questo materiale, solitamente la ramaglia e le ceppaie, finiscono nelle centrali a biomasse, che, bruciandolo, producono energia, che viene poi immessa in rete attraverso gli elettrodotti.
Nei mesi successivi a Tempesta Vaia (ottobre 2018), i piazzali della centrale a biomasse Sicet di Ospitale di Cadore hanno cominciati a riempirsi del legname di Vaia.
Dolomiti Contemporanee, che già a fine 2018 aveva avviato il programma di ricerca Cantieredivaia, è entrata in rapporto con la proprietà dello stabilimento, che ha concesso al fotografo Filippo Romano l’accesso allo stesso, per realizzare una serie di scatti poi entrati nel suo lavoro “Oltre Vaia”.
Miriam Montani ha invece recuperato una certo quantitativo di cenere risultata dalla combustione del legno di Vaia, ed ha sviluppato il progetto “Corpo lieve”.
Una serie di grandi fogli sono stati trattati con la tecnica dello spolvero.
Le architettura vegetative han ripreso forma bidimensionale all’interno di quelle di Edoardo Gellner. La colorazione è quella conferita dal pigmento arso. I lavori han trovato posto nella Colonia di Corte, in Progettoborca …”.
Foto: Teresa De Toni