22 giugno 2023

  Dolomiti Contemporanee è nel volume THE LAST GRAND TOUR – Contemporary phenomena and strategies of living in Italy, curato da MICHAEL OBRIST (feld72) & ANTONIETTA PUTZU, e pubblicato a giugno 2023 da Park Books.[...] Per gran parte del XVI secolo fino all’inizio del XIX, il Grand Tour in Italia è stato una parte importante della formazione degli aristocratici europei. Seguendo questa tradizione, questo libro analizza da vicino l’Italia di oggi, concentrandosi sul tema dell’abitazione come indicatore delle interrelazioni politiche e socioeconomiche [...] Il contributo di DC è un saggio dal titolo: Il riuso del Patrimonio storico
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23 maggio 2023

  le fogge delle rocce nella storia dell’arte – studio comparativo per musei con l’iphone. esclusivamente i DETTAGLI, spesso -non sempre, spesso- in cornice fondale, di pietre e montagne, portati a macro, estratti-isolati (scavàti), prim’abbozzo di un progetto di estetica iconografica geologica montana, rassegna di pittogeologia alpina, abaco delle crode oleate, etc. Pietro del Donzello (?), 1487, La partenza degli Argonauti. (architetture del vello). – Bramantino, L’adorazione dei Magi, 1500, National Gallery.e ancora nel ‘500 (quando mai oggi più), l’artista gli era l’architetto della natura pure sapiente (delle nature pure), da cui
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21 ottobre 2022

ReinnestoStefano Collarin con Mauro BortotUna ricerca sull’industria storica dei careghétaOttobre 2022 – Lì non si può fumare, neanche all’aperto. Ci nascondiamo e accendiamo una sigaretta: tabacco forte senza filtro.  Non stiamo male. Siamo lì per prenotare un appuntamento. Nel ritardo chiacchieriamo e decidiamo di farci una birra. Mauro è un seggiolaio, un caregheta: impaglia e costruisce sedie in legno, mica per hobby, lui ci mangia con il paluch e il legno stagionato. In poche ore mi aveva già raccontato tutto, forse lo fa con tutti o forse no. Con chi lo sa ascoltare sì. Prometto di passarlo a trovare
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24 febbraio 2021

Riccardo Giacomini è qua.   Quando sensibilità, solidarietà, amor dell’animale, creano danno invece che beneficio. L’inverno è una stagione selettiva, per gli animali selvatici.Alcuni animali muoiono: è inevitabile questo, e perfino giusto. La selezione naturale degli esemplari più deboli o malati, concorre alla buona salute della popolazione in generale: la natura si autoregola. Oggi, come sappiamo, l’interazione tra uomo e animale selvatico è piuttosto diffusa.Spesso, d’inverno, gli ungulati si aggirano nei pressi dei paesi e delle abitazioni, soprattutto se, a causa del forte innevamento, come quest’anno, risulta loro
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20 gennaio 2021

 ma insomma, abbiamo sempre visto le immagini di Eugène-Emmanuel Viollet-le-Duc, costruite in quel decennio fatidico dal 1868, l’étude, conosciamo da allora (quindi dal ’68? chiederà uno furbo) le massif du mont blanc, e mai ci siamo limitati naturalmente a pensare a quella sola e singola montagna là ma fin dal principio scorgemmo un principio largo di fiamma fredda quanto basta, quello che sempre decliniamo, del fare e rifare il paesaggio invece di dormirlo, in particolare quello prostituito delle crode imbandite e in molti modi e diciamone alcuni, con parolaprima ma lì era il logos, con la geometria culturale sintetica
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6 gennaio 2021

Premessa: “S.T.R.E.A.M (Sostenere il Turismo sostenibile, la Rigenerazione urbana e la promozione delle Arti in aree Montane)” è un progetto Interregionale tra Italia e Austria, a cui abbiamo partecipato marginalmente, trovandoci noi e non per caso a Pieve di Cadore, tra il 2017 e il 2019, a proporre un’idea di rilancio per il Forte di Monte Ricco attraverso un programma di Cultura e Arte Contemporanea, insieme ad una visione che non ha attecchito. 
Il triennio di lancio sarebbe dovuto servire, se volessimo stare in una prospettiva costruttiva e non estemporanea, a impostare il ragionamento, per poi sostenerlo. Non ad
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20 dicembre 2020

A novembre 2020, all’ex Villaggio Eni di Borca di Cadore, sono venuti (son tornati) i vandali, e i ladri. Dalla Valle, e dalla Germania. Chi sono? Che fare?La vendetta del cervo carnivoro?Dai che ne parliamo.Questo testo è così articolato: 1) Premessa: difficile per chi non si concentra2) I nudi fatti, chiari e semplici da capire per chiunque (ma leggi la premessa), e la consequente, sacrosanta reprimenda —1. Premessa Vandali o nconsapevoli esploratori del proprio sommo vuoto interiore, che non è uno Spazio? (è piuttosto: un tetro anfratto deteriore del Non Esserci, che misero si oppone alla pienezza del buon
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8 dicembre 2020

  Come i lavori vengono e (talvolta) vanno -mentre alcuni soggetti rimangono fermi chiodati / corteccie non è un refuso: perfino buzzati, che non è sterne (primo monito: sapere usare la lingua). L’organicismo psicoorodinamico culturale terrazielato vs. i grigi corpi anticontemporanei, figli del timor contraccettivo che non sa relarsi. Dialettiche e afasie dell’esserci nella cura che spinge, o sta. Francesco Zanatta, If you have a knot you can not undo…, 2019, Collezione privata. —Dolomiti Contemporanee è un camino-cratere. Ciò che vien projettato fuori e sparso per l’atmosfera non son polveri gas o gli effimeri lapilli, ma i concetti e
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4 giugno 2020

Cibiana di Cadore è un paese di circa 400 abitanti, situato a circa 1000 m. s.l.m. Siamo nelle Dolomiti bellunesi. Risalendo da sud la Valle del Boite, poco dopo il paese di Venas di Cadore, e ad una decina di chilometri da Borca, si lascia la Statale di Almagna e si attraversa il torrente Boite, ed eccoci dunque nella Valle del torrente Rite, la si risale e si giunge agli abitati di Cibiana, con le sue borgate cinte di crode.Ancora su per tornanti, fai i tornanti e arrivi al Passo Cibiana, 1.530 m. s.l.m.Qui trovi i rifugi, gli attacchi
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21 gennaio 2020

  29 ottobre 2018 – viene tempesta vaia – lo schianto del paesaggio Ad oltre un anno da Tempesta Vaia (ottobre 2018 / dicembre 2019), facciamo il punto su come, anche questa volta, un elemento critico del corpo del paesaggio – il paesaggio è un corpo; noi siamo sminatori e paesaggisti dell’alpinismo culturale – che porta la picca, sia divenuto, quasi da subito, un’opportunità di riflessione e di ricerca: e non una lamentazione o esercizio al compianto.Il 29 ottobre 2018 eravamo dunque a Borca di Cadore, nelle Ville di Gellner all’ex Villaggio Eni di Corte, che dal 2014 alimentiamo
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Batteria Castello

Batteria Castello  sta sull’altura sopra a Pieve di Cadore, a pochi metri dal Forte di Monte Ricco.
Anticamente, qui si trovava il Castello di Pieve di Cadore, prima fortificazione cadorina: numerosi i documenti, anche molto antichi, che vi si riferiscono.
Pare (forse) che il Forte Monte Ricco e Batteria Castello fossero collegati direttamente da una poterna: dalla copertura verde (e irrisolta: come irrisolto è, ad oggi, haitutti, il rapporto tra il Forte e il paesaggio) del Forte, volgendosi a Nord-Est, la facciata della Batteria Castello appare tra gli alberi, assai vicina (cinque minuti a piedi).
Quando, nel 2017, Dolomiti Contemporanee giunse a Pieve di Cadore, aprendo il cantiere di Fuocopaesaggio, scoprimmo la Batteria, e subito iniziammo a esplorarla, entrando nella sua storia, antica e recente.


La storia recente dice questo: Romano Tabacchi, uomo barbuto e tonante, fabbro e ceramista, artista-artigiano libero e anarchico, stabilì la sua dimora, il qualche modo tollerato dall’Autorità (che lui tollerava assai poco), proprio nella Batteria Castello, facendone un laboratorio, manutenendola e modificandola, e trasformandone gli ambienti interni in un caotico dedalo di superfatazioni e invenzioni spaziali: una domestica fucina. Pochi anni fa, Tabacchi morì, e la Batteria fu definitivamante abbandonata.
Crolli, piante infestanti e serpi, furti e ritrovamenti, ragazzini curiosi della valle in bicicletta sul colle: l’ennesima ruina, abbandonata e attraente (per alcuni).
Chiudemmo dunque la Batteria con un lucchetto, in modo tale che nessuno potesse portar via quel che rimaneva al suo interno, nè farsi male: una enorme quantità di oggetti e resti, attrezzi e libri e testi, quadri e vasellami, ferri e legni, macchine e bottiglie (vuote).
Le tracce della vita di Romano Tabacchi, tra cui molte sorprendenti meraviglie, ricoperte da uno strato di polvere.

E così, tra i molti spunti e temi a disposizione degli artisti in Residenza a Pieve, giunsero anche Batteria Castello e Romano Tabacchi. Due artisti-cacciatori in particolare, Sebastiano Sofia e Davide Dicorato, lavorarono qui per settimane, usando (di nuovo, e finalmante) la Batteria come un’officina (un’officina sperimentale; un cantiere dimostrativo: non è così, d’altro canto, che DC spesso infrastruttura i suoi cantieri-sul-patrimonio? per mostrarne, mentre li si vive dall’interno, il valore residuo, che può esser ripreso), rimestando le memorie e i ricordi e gli oggetti di Tabacchi, e costruendovi le proprie opere per Fuocopaesaggio.
Grazie a loro, Romano Tabacchi tornò dunque in vita al Monte Castello, dove lo scorso anno circolava anche Carlo Erba il Sapiente: così, i due si ritrovarono (quanti porchi). Batterie Castello è l’ennesima cava DC: il suo sangue circola ancora e scorre, in questo braccio che unisce le sue pietre instabli a Monte Ricco, e ancora gli artisti han preso a venire, e scavano, e cavano, e prendono e riportano, e i discendenti di RT sono sempre da noi aggiornati su quel che lì facciamo, e ne sono contenti, e ne discutiamo, e approfondiamo la nostra conoscenza, e quella collettiva, di questo sito memore, di quell’uomo interessante. 
Ora, è evidente a noi che Batteria Castello dovrebbe ospitare almeno due cose: un importantissimo cantiere archeologico, profondo mille anni; e un laboratorio-foresteria con bar, per accogliervi i cadorini e ospitarvi le genti di passaggio, insieme con gli artisti che lavorano al Forte, per i quali bisognerebbe ripristinar fucina e forni di RT, altri clangori verrebbero, il Colle di Pieve una storica fabbrica contemporanea.



Qui il lavoro tabacchiano di Davide Dicorato per Fuocopaesaggio 2017.
Qui il lavoro (parzialmente) tabacchiano di sebastiano Sofia per Fuocopaesaggio 2017 (acquisito dalla Collezione AMC Coppola).