18 luglio 2020

  Dolomiti Contemporanee è una delle Bandiere Verdi del Rapporto Carovana delle Alpi 2020 di Legambiente 2020, che premia “pratiche innovative ed esperienze di qualità ambientale e culturale nei territori montani“.19 le Bandiere assegnate nell’arco alpino, tra Piemonte e Friuli Venezia Giulia. 12 le Bandiere Nere che segnalano le lacerazioni del tessuto alpino. “I vessilli sono stati assegnati ad attività imprenditoriali, associazioni, comunità, consorzi, Comuni e Regioni dell’arco alpino, distintisi in positivo o in negativo in tema di sostenibilità. Non più semplici frammenti di montagna, ma tasselli di un mosaico ampio e
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15 aprile 2020

  Mercoledì 15 aprile 2020 Dolomiti Contemporanee partecipa a un incontro in remoto incentrato sul tema della riattivazione dei territori montani e abbandonati. L’incontro fa parte dei Laboratori di innovazione per la rigenerazione di spazi dismessi.Ricerca e incontri sono organizzati da Fondazione CRC e Fondazione Fitzcarraldo.  DC sarà uno dei casi presentati. Delineeremo alcuni degli elementi alla base della nostra ricerca e politica di rigenerazione.   Con: Gaia Amerio, Roberto Albano, Elena Bottasso, Giorgio Ferraris Roberto, Antonio De Rossi, Luca Dal Pozzolo. Il Quaderno 37 è realizzato da Fondazione CRC in collaborazione con Fondazione
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9 aprile 2020

La Casa Editrice Tabacco è partner di Dolomiti Contemporanee dal 2011. La montagna è un ambiente eccezionale, e complesso.Per affrontarla, bisognerebbe conoscerla.A meno che non si pensi d’andarci solo alla “vien come viene”, senza saperne nulla, guidati dal Fato.Sugli impianti e poi via al ristorante, sole al terrazzo panoramico, e dappertutto, sempre e solo, le benedette tre cime.Conoscere le cose è meglio che passarci attraverso orbati e inconsapevoli, o no?E allora, una delle cose da fare, per entrare negli ambienti e capirli, per preparare le escursioni, è cavarsi i mocassini e procurarsi una carta, studiarla e imparare a leggerla.
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1 novembre 2019

  Non si interrompe il filo (corda) che lega DC a Palermo: tutta questa croda calda nell’isola, che amiamo. Dal 6 novembre all’8 dicembre 2019 si svolgerà a Palermo Übermauer, la seconda edizione di BAM-Biennale Arcipelago Mediterraneo, con un core program a cura della Fondazione Merz, di European Alternatives e con una sezione BAM – Palermo con iniziative frutto della sinergia con le istituzioni culturali della città.BAM è un festival internazionale di teatro, musica e arti visive dedicato ai popoli e alle culture dei Paesi che si affacciano sul mare, incentrato sulle tematiche dell’accoglienza e del dialogo. Palermo continua
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22 ottobre 2019

Venerdì 25 ottobre 2019, Dolomiti Contemporanee ospita il workshop Dopo Vaia: agricoltura in montagna e cambiamento climatico.Si tratta di un’iniziativa della Fondazione Dolomiti Unesco in sinergia con Ufficio Biodiversità della Regione Friuli Venezia Giulia.Uno specifico approfondimento tematico su un aspetto connesso a Tempesta Vaia, si sviluppa dunque attraverso questo workshop, che si svolge al Nuovo Spazio di Casso venerdì 25 ottobre, dalle ore 15.00 alle ore 18.00.Nell’ambito dell’iniziativa Dolomiti Days, e in seguito ai risultati emersi dal progetto Prodotti e produttori di qualità delle Dolomiti Patrimonio mondiale UNESCO patrocinato dalla
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2 ottobre 2019

Tiziano Contemporaneo: avviamento del progetto al Forte di Monte Ricco a Pieve di Cadore (2017/2019)Tutti lo sanno: Tiziano Vecellio nasce a Pieve di Cadore (Bl), negli ultimi anni del quindicesimo secolo.A maggio 2017, dopo lungo restauro eseguito con il fondamentale sostegno di Fondazione Cariverona, il Forte di Monte Ricco, a Pieve di Cadore, è stato riaperto.Gli enti gestori della struttura, Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore e Fondazione Museo dell’Occhiale onlus, hanno affidato a Dolomiti Contemporanee la curatela dei contenuti culturali e artistici, avviando una collaborazione triennale.La prima mostra, Fuocoapaesaggio, conclusasi ad ottobre 2017, è
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30 agosto 2019

Michelangelo Penso Vibration tree8 speaker; 80 sezioni di tronco d’abete rosso; 24 voci: 12 testimonianze su Vaia di abitanti del Cadore; 12 interventi di esperti forestali su diversi aspetti legati a Vaia, foresta, clima; 100 metri di cavo; un sistema audio, voce di una foresta labirinto, luglio 2019. OlimpiaCos’è stata Tempesta Vaia, o Vivian, comunque vogliamo chiamarla? Un’ecatombe arborea, la morte del bosco? Una dimostrazione della forza della natura, che si autoregola ignorando placidamente le esigenze degli uomini? Una reazione della natura al danno inflittole dall’uomo, una vendetta distruttiva?In questo periodo, molti portano le Olimpiadi: se non
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11 luglio 2019

 DC2019 cantieredivaia— To Be Here and There, mostra collettivaa cura di Gianluca D’Incà Levis e Evelyn LeveghiForte di Monte Ricco, Pieve di Cadore (Bl)giugno/settembre 2019 Workshop Stream – arte architettura rigenerazioneForte di Monte Ricco e Batteria Castello, Pieve di Cadore (Bl)luglio 2019 fibra flessa (schianta l’uomo non il bosco) bipersonale di giorgio barrera e filippo romanoa cura di gianluca d’incà levis sentieri non euclideibipersonale di alberto scodro e mirko baricchia cura di daniele capraagosto/novembre 2019nuovo spazio di casso al vajont enrico conigliolive performancea cura di ecoacustica3 agosto 2019nuovo
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6 giugno 2019

Dolomiti Contemporanee prende parte a Musei delle Dolomiti. Venerdí 7 giugno, il nuovo progetto della Fondazione Dolomiti Unesco viene presentato agli operatori museali al Museo Etnografico della Provincia di Belluno, nell’ambito di una tavola rotonda a cui prendono parte il Museo etnografico dolomiti, il MUSE – Museo delle Scienze di Trento e moltissimi rappresentanti di realtà parte della costellazione dei musei dolomitici. Si riflette insieme su identità e ricchezza del patrimonio dolomitico, e sulla sua gestione culturale. Dolomiti Contemporanee è capofila del filone tematico del Paesaggio interpretato (identità, visione, arte, cultura, logiche
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23 maggio 2019

DC partecipa all’incontro: Le pratiche artistiche e culturali come cura delle fragilità dei luoghi e delle persone, che si svolge domenica 26 maggio 2019, ore 15.00, Palazzo delle Esposizioni, Roma. Intervengono: Claudio Bocci, Direttore di Federculture Leonardo Delogu, Corale Gianluca D’Inca Levis, Dolomiti Contemporanee Gaetano Lofrano, ArtePollino Cesare Pietroiusti, artista e presidente PALAEXPO Carmela Rinaldi, Stato di Noia Filippo Tantillo, Comitato Tecnico Aree Interne Modera: Stefania Crobe, SITI – La Strategia nazionale per le aree interne all’interno del Festival ASVIS per lo sviluppo sostenibile promuove, presso il Palazzo delle
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20 marzo. Aree Fragili

Pamela Breda/Untitled in Tò nòn ignà – foto di G. De  Donà, 2015



Il terzo fragile. L’istituirsi del bene comune nelle aree rurali

Sabato 20 marzo 2021, Dolomiti Contemporanee partecipa al sedicesimo convegno (online) “Aree Fragili” promosso dall’Associazione Aree Fragili APS e dalle Università degli Studi di Trieste e Padova.

L’intervento di G. d’Incà Levis, ideatore e curatore di Dolomiti Contemporanee, è intitolato Dolomiti Contemporanee – Il medium trasformativo che recupera al territorio l’uso della risorsa atrofizzata.

L’incontro è previsto alle ore 11:00 di sabato 20 marzo.

Il convegno torna su temi di carattere politico-sociale dopo quello di carattere più ambientale dell’edizione 2020 (Vento, aria, fumo). Il fulcro è il concetto di «terzo» declinato come insieme di valori, norme e consuetudini che guidano la vita delle persone e delle comunità locali. Si potrebbe chiamare il terzo ‘istituzioni’, purché sia chiaro che esse includono anche entità informali.

Lo scopo del convegno è vedere se e come la terzietà si sia sviluppata negli ultimi decenni in aree periferiche dove la socialità è diradata o a forte rischio di disgregazione. L’ipotesi guida è infatti che i ‘terzi’ tradizionali, in primis famiglia, chiese, partiti e sindacati, associazioni di volontariato siano particolarmente deboli in queste aree. Il convegno, come sempre, vuole analizzare queste situazioni con rigore e sistematicità, e allo stesso tempo cogliere tutti i segnali positivi in continuità o meno con il passato.

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Dolomiti Contemporanee (DC) non si occupa di archeologia industriale o rigenerazione urbana (al limite: alpina), ma, potremmo dire, di recupero crediti.
Dal 2011, lavoriamo alla riattivazione di una serie di siti e brani di territorio depressi.
Ex fabbriche, ex Villaggi, oppure aree, Comuni, infrastrutture.
Tutti questi “oggetti” sono accomunati da una caratteristica nefasta: giacciono in stato di totale o parziale inerzia.
Oppure, sono gravati da criticità spinte.
Nel caso delle “ex fabbriche”, queste entità hanno concluso l’iniziale loro vita, che ha coinciso con una parabola positiva per il territorio che le ospita (occupazione, economia, socialità, sviluppo).
Un tempo produttivi, questi opifici periferici (le Dolomiti venete e friulane), alle volte molto grandi, sono rimasti lì, esausti e passivi, come i gravami fossili di un passato che ha lasciato solo la memoria ed il rimpianto.

Ciò vale anche per alcuni territori peculiari: l’area del Vajont, è ancora oggi segnata dal ricordo della tragedia del 1963, da cui è difficile, anche dopo tanto tempo, risollevarsi. Questi luoghi (siti o spazi), sono stati persi dalle comunità di riferimento.
Ecco in cosa consiste il credito: essi vanno recuperati, ripensati, raccesi.
Devono tornare utili agli abitatori ed ai fruitori dei luoghi.
L’obiettivo funzionale che ci si pone è dunque in primis culturale e sociale.
Si vuole che essi siti ed aree, di cui soppesiamo accuratamente il potenziale residuale di riuso (non solo l’eco delle imprese trascorse), tornino a spingere e trainare il territorio stesso, riconfigurandosi a suo favore come centri vitali e propulsivi, della produzione culturale e della co-progettazione del territorio in rapporto alle sue esigenze attuali.

Ciò è di certo possibile, in virtù delle caratteristiche logistiche e funzionali e contestuali che essi mantengono: sono collocati in aree o snodi strategici.
Essi debbono essere del tutto trasformati e ripensati oggi nell’identità funzionale, devono servire il territorio. 
Chi può tentare l’impresa della rigenerazione di strutture tanto problematiche?
DC è una processualità trasformativa di rete, e una cosiddetta buona pratica.
Sono quasi 500 i partner pubblici e privati, locali, nazionali e internazionali, che abbiamo raccolto attorno al progetto: l’obiettivo del rilancio di queste are e porzioni di territorio, è così condiviso e partecipato dal territorio stesso.
L’arte contemporanea e la cultura d’innovazione, con le Residenza internazionali (capacità di permanenza e resilienza culturale) hanno un ruolo fondamentale in questa progettualità operativa, accanto alle strategie di rete.
DC colma un vuoto, quello esistente tra le governance del territorio.

I Comuni, spesso, sono troppo “piccoli” per poter mettere in gioco politiche di recupero strutturate al livello richiesto da questi casi complessi.
Le Regioni sono troppo distanti dalle esigenze locali. E, in generale, si è persa la speranza nella possibilità di un riscatto di questi luoghi infragiliti.
Due esempi tra i molti:
Dal 2014, l’ex Villaggio Eni di Borca di Cadore è al centro di Progettoborca, una piattaforma di rigenerazione che fa, di questo luogo miliare e semidimenticato, un grande Centro Studi sulla Montagna.
Gli enti locali, le Università italiane e internazionali, vengono coinvolti.
Il riscatto di questa enorme struttura può e deve coincidere con il rilancio del territorio (non del solo Comune, che non può farsene carico da solo).
L’arte contemporanea ha animato la prima fase del processo di riattivazione: l’arte e la cultura sono metodi della riprocessazione critica di un potenziale.
Le comunità locali, han da guadagnare uno spazio della ricerca e dell’uso quotidiano. L’uomo, può riscattare un passato glorioso (responsabilità storica), recuperando un credito, e rimettendo in rete una risorsa preziosa.

Milano Cortina, le Olimpiadi del 2026?
Qui potrebbe realizzarsi un passaggio sostenibile e responsabile (e in risparmio di suolo) per un evento che non deve limitarsi ad essere sportivo.
I grandi eventi devono farsi piccoli, o perlomeno sensibili, ponendosi alla scala del paesaggio, che devono servire (anziché servirsene), per generare sviluppo. 
Ecco perchè lavoriamo, contemporaneamente, ad altri progetti trasformativi di sviluppo che intercettano esigenze e problematiche locali, come ad esempio Sanvido Apede (insieme a Comune di San Vito di Cadore e all’Università di Padova). 
DC è un medium culturale ed operativo, un recuperatore di crediti.
Terzo rispetto agli enti di governo (troppo distanti; troppo vicini), e rispetto alla storia (dopo il lavoro, dopo l’abbandono: viene il riuso responsabile).

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Qui il link Eventbrite per partecipare al Convegno.