Sabato 15 novembre ’25 – Host Rock (Fluidi Connati) – Nuovo Spazio di Casso
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Host Rock (Fluidi Connati)
Nuovo Spazio di Casso
Sabato 15 novembre 2025
Ore 10.00 Talk
Ore 13.00 Promethus_open food lab – fodinichnia e zuppa di sassi reloaded_
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Un altro talk al Nuovo Spazio di Casso e anche qui, come nell’incontro precedente, quel di Lampo del Frammento dello scorso 24 ottobre, la roccia porta le acque che portano alla roccia, ovvero conduciamo, per bracci e canali, le vie della pietra per gli alvei stretti e gli estuari.
E’ sempre la croda, roccia, ad aprirsi ai flussi dei fluidi e faglie generativi, ospitandoli -penetrano le crepe, le percorrono- ingerendone i corpi fossilizzati, host rock, capire cosa e come e perché ospitare qualcosa e qual cosa in montagna.
Siamo ancora nelle grondanti grotte scoscese (maddai-semmai grindy) di detriti frammenti schegge brecce, la mostra delle multiple camere (che non son tombe) dei multipli processi con i quali pratichiamo, dai tempi de le fogge delle rocce e prima, le forme tumulte dei metamorfismi culturali, senza far banchi nè sedimenti nè archivi di seppia, ma lampi contundenti.
connato, nato insieme, lo intendiamo così, come un senso esplicito del complementare, attributo affine, presenza in atto mai discosta, attenzione parallela, radicale essenziale, coessenza nel processo, nella costruzione, nella trasformazione: solo così, senza scindere ma collaborando insistendo e concentrando e poi sfogando o esplodendo, è possibile penetrare, riuscire, trovare. noi scaviamo nello stesso modo:
la nostra acqua è solida, abrasiva, non acida, coaugulante, espressiva; registra, prende altri corsi, modella, scolpisce.
la nostra croda è bianca, densa, crepata, geometrie reticolanti, piena di vuoti, la luce vi attrezza passaggi a rilievo, in quei lobi accesi d’antro ti senti in cervello, d’altro canto è continuamente soggetta a fasi di eruzione e liquefazione e ricoaugulazione, le pressioni interstiziali spingolo, si apron le vene, circola il sangue.
Nessuno vuole essere inchiodato a un tavolo lagunare, Lorenzo ha ragione, ma anche l’acqua non basta a far santone.
Anche in quest’occasione, come già diverse volte quest’anno durante la mostra qui a Casso, vengono alcuni degli artisti che l’han fatta, la mostra, e raccontano il proprio lavoro, della frammentazione, deframmentazione, scheggiatura, ribrecciatura, dei concetti e delle forme, delle idee e della materia, dei progetti nel paesaggio.
Nulla croda senza l’acqua: si grippano i rocchi.
a partire da questi moti portati, restan tracce nelle brecce, icnologia intellettuale dell’arte, su questo barbasetti testerà le nostre salive, le nostre (psico)mascelle.
Oppure guarda perchè no? Rocce per giardini al miglior prezzo, ardimento d’impresa.
In questo talk, introducono (dalle ore 10.00), parlano raccolgono preparano cucinano masticano bevono e mangiano insieme:
Antonio Carrara, Sindaco di Erto e Casso
Pierpaolo Zanchetta, Servizio Biodiversità Regione Friuli Venezia Giulia
Gianluca D’Incà Levis, curatore
Emiliano Oddone, geologo
Francesco Ardini, artista
Kristian Sturi, artista
Massiamo Barbierato, designer
Teresa De Toni, curatrice e fotografa
Lorenzo Barbasetti di Prun, ideatore di prometheus_Open food lab
alle ore 13.00
Promethus_open food lab
impiatta
fodinichnia e zuppa di sassi reloaded_
I fodinichnia sono tracce fossili lasciate nei sedimenti da organismi in cerca di cibo i cui patterns sono determinati dalle strategie con cui questi indagano il proprio ambiente per procacciarsi il nutrimento. Così quelle faglie dove strutture litiche naturali e artificiali si incontrano restano i segni della costruzione di un paesaggio, quasi di un addomesticamento della pietra. Pastori di pietre, che ammaestrano schegge geologiche in strutture organizzate e funzionali strumenti adattativi. Abitazioni, strade, terrazzamenti che sorreggono precari strati fertili sui pendii rendendone praticabile l’agricoltura, impedendo che scivolino a valle, consolidando passaggi, strade e abitazioni.
Cava e orto son la stessa cosa.
Dalle crode dolomitiche alle melme lagunari, riproponiamo la zuppa di sassi (già l’avevamo fatta qui nel 2020 nel cantieredivaia, rancio-indice di potenziali significanti dell’adattamento e della costruzione di paesaggi a diverse concentrazione geologica mossi su infinite linee d’acqua.
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gli ospiti relatori in breccia:
Francesco Ardini ci ha detto un anno fa, come in un sogno reale, che avrebbe voluto rifare il tetto delle ex Scuole, o Nuovo Spazio, di Casso. E l’ha fatto. Con le pietre e il fuoco, con l’acqua e l’argille.
Massimo Barbierato ha cotto cere calde in lacuna fresca con Angela Rui, senza perdere o affondare i tocchi nell’acqua, ma controfluitandoli quassù con noi.
Teresa De Toni mena da anni traversolpaesaggio, facendo la punta alle architetture imboscate, traguardando baranci&cementi, con Infrastruttura Paesaggio e altre ricognizioni ..pertinenti, e qua ci mostra le fabbriche d’acqua.
Kristian Sturi, isti mirant stella, fuoco e fumo sul pigmento, fiamma su a sbrecciar la tela, gas che sposta la cometa, il pensiero, unico veicolo intestellare.
Lorenzo Barbasetti di Prun è chef e designer, negli ultimi anni molto attivo tra Dolomiti e Laguna (Tidal Garden), e qui ci mette in piatto, ammesso che sia piatto, qualchecosa di connato, le acque nelle pietre in certo sato, l’acquolina per il sasso, na minestra alla finestra, questo edibile non crasso.
A proposito di costoloni dei tafoni (formalismo geogeometrico e iconografia delle membranità cutanee supervascolarizzate, scheletri ericinnici, dorsali pluviomistiche) – da sempre cerchiamo, sotto alle vie tirate nel sole nel cielo, le unghie d’argilla armata artigliate alla volta, i cavi della roccia (buchi, canali, passaggi, retaggi, paesaggi; nel frantoio, pestaggi e depistaggi), corrasioni e rosioni, il vento nei grani, e poi sempre il ritmico sfarsi della pietra tonfata nella caverna che stilla lo sciacquo disciolto mentre fuori la scaglia riarsa si spacca e precipita, alata; pratichiamo, insomma, la lavorazione in traforo ambientale nell’estetica d’attorno; la seduta nel teatro di roccia nel discorso della montagna del 1440, caregoncello sagomato a panneggio, falegnami e tornitori plenari, il monte finalmente spoglio o spoliato, parole di roccia sfasciumi di dio, veri tesori e falsi profeti, etcetera, avanti.
beato angelico, discorso della montagna, 1438/1446…
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l’evento è parte del programma dei Dolomiti Days 2025, iniziativa promossa dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, che si realizza in collaborazione con Fondazione Dolomiti Unesco, Magnifica Comunità di Montagna Dolomiti friulane Cavallo e Cansiglio e Ecomuseo Lis Aganis, insieme al Comune di Erto e Casso.