cibiana di cadore, esplorazione territorio

 un paesaggio (sociale) a cibiana di cadore. il biliardo al Bikers’ Bos Bar di Paolo. foto Teresa De Toni

Emanuele Caprioli e Ludovico Orombelli
una esplorazione territoriale del cadore, avviata da cibiana (2021/2023)

emanuele caprioli e ludovico orombelli hanno avviato il proprio progetto di esplorazione territoriale nel 2021, con una prima residenza presso l’ex villaggio eni di corte (borca di cadore, progettoborca).
Già in quell’occasione, i due artisti accolsero uno spunto legato a cibiana di cadore, che li portò ad approcciare il tema della produzione di occhiali in cadore.
a cibiana ci son mille cose interessanti, come in tutti i piccoli paesi e nel territorio in cui siamo immersi. tra cui, i resti di due fabbriche di occhiali dismesse, la dolomit e la fioc (fabbrica italiana occhiali cibiana).
le fabbriche abbandonate sono uno degli oggetti di ricerca di dc.
archeologia industriale e rigenerazione dle patrimonio.
spesso, come anche in questo caso, i focus su di esse vengono condotti attraverso la pratica artistica.

cibiana di cadore interessa dunque da anni a dc, che partecipa, con diversi programmi e progetti, al bando per la rigenerazione dei piccoli borghi, che il comune ha vinto nel 2021, insieme ad altri comuni d’area (borca di cadore, perarolo di cadore, santo stefano di cadore, salva di cadore).
qui spieghiamo qualcosa di come è stato impostato il lavoro su cibiana.

qui e qui le prime riflessioni di caprioli e orombelli su cibiana.
qui e qui e qui i primi lavori ricavati da lì, che furono in seguito presentati nella mostra collettiva who killed bambi?, al nuovo spazio di casso, nel 2022.
attenzione, ricerca, produzione, circolazione, interconnessione, diffusione: fare le cose e metterle in relazione, senza isolarle negli spazi: anche e soprattutto così si lavora ai paesaggi culturali.

nell’estate 2023, caprioli e orombelli sono tornati in dc, guidando un drappello di artisti (Alberta Agerskov, giuditta vettese, adelisa selimbasic, arnold braho), aggirandosi quindi con loro, per circa venti giorni, tra i paesi e le residenze e le mostre di dc, a conoscere alcuni dei siti e cantieri attivi, introducendoli così alla geografia del territorio: una geografia dello studio, dell’approfondimento e della rigenerazione di temi ed oggetti significativi.

lo sport e le olimpiadi invernali, uno dei temi storici della valle del boite e di cibiana. foto Teresa De Toni

Qui di seguito, il report di quell’esperienza (ottobre 2023).

Cominciamo il nostro progetto a Cibiana di Cadore perché attratti da un luogo che si trova in una posizione laterale rispetto alle più turistiche località dell’area. Cibiana è una realtà a sé stante che si svela nelle attività che nel tempo l’hanno definita, come la pittura.
“Il paese dei murales”, con i suoi affreschi che si inerpicano sulle facciate in pietra e che colorano le strade, non aveva bisogno di due artisti milanesi. Piuttosto siamo noi ad averla cercata per tentare, in qualche modo, di esercitare uno sguardo lontano dall’effluvio anestetizzante urbano, dall’onnipresente scia futurista della città.
Troviamo che la nostra presenza sia stata ben descritta dagli abitanti che con il tempo hanno iniziato a chiamarci “i due volti”: quelli che appaiono qualche settimana l’anno con i venti moderati che salgono e scendono lungo il paese. La nostra veste è certamente stata considerata bizzarra e inusuale, perché lontana da quella del turista e da quella del cittadino, così come il nostro punto di vista può essere stato detto di poco valore, perché limitato ad una osservazione esterna e approssimativa. Tuttavia, questo divario non ci ha impedito di tentare un’osservazione che ha cercato nelle forme e nei moti degli spazi dei tratti fondamentali.
Camminando per le strade, realizziamo di essere stati inglobati da un enorme scenario di tabià, artefatti e indumenti cadorini che tentiamo di riorganizzare attraverso la visione. Decidiamo, quindi, di adottare le tecniche e gli strumenti che costituiscono le nostre pratiche artistiche e che da sempre si utilizzano per visualizzare, decostruire e ripresentare gli spazi con le loro qualità recondite.
Una prima possibilità è un’osservazione attraverso la lente, da noi applicata con un approccio empirico, amorfo e distante dalla fredda metodologia scientifica. I filtri trasparenti mediano lo sguardo e introducono ad un’osservazione scrupolosa di Cibiana e delle montagne su cui affaccia, come il Sassolungo. Ecco che si scoprono le epidermidi delle foglie e dei fiori, la voluminosa condensa, i tagli di luce solare e lunare, l’aria repentina, l’odore ferroso e tutti quegli elementi sfuggenti che l’occhio della lente insegue e fa riemergere.
L’odore si diffonde, l’aria penetra la pelle delle cose, la luce appare e scompare, la condensa si dissolve informe. La lente dell’ineffabile è un modo per vedere e raccontare l’incomprensibilità di un luogo dove converge la metamorfosi degli elementi tra il visibile e l’invisibile.
Una seconda possibilità la si trova nella prospettiva, ossia nell’insieme delle proiezioni convergenti che formano un punto di vista. Una squadratura tracciata mediante l’aritmetica e la geometria aiuta a comprendere la natura di Cibiana e a trovare il punto focale di uno spazio e di un discorso.
Così ci siamo mossi tra la parte alta e la parte bassa del paese, per cercare un punto.
In un primo momento abbiamo pensato di averlo trovato nelle storiche miniere del Ronzèi e di Carsié, attorno alle quali si sviluppa il paese tra il XIV e il XVIII secolo; poi nella montagna che, con la sua età geologica, precede ogni tipo di attività umana. Allora abbiamo deciso di ragionare contrariamente, e di concentrarci sui centri che formano la vita sociale odierna, come le sagre, le fontane, le piazze o un tabià troppo vistoso attorno a cui si formano i chiacchiericci quotidiani.
Ovviamente non abbiamo trovato una risposta unica e inequivocabile, ma soltanto una serie di possibilità ugualmente valide.
Attraverso le tecniche vogliamo continuare ad indagare le forme congiunte alle dimensioni spaziali e temporali del luogo, cioè le configurazioni attraverso cui il contesto si manifesta. La lente e la prospettiva sono strumenti che possono fornire un’infinità di punti di vista e diventare un modello attraverso cui concepire un progetto aperto. Con questi presupposti, vogliamo estendere ulteriormente il campo visivo invitando altri artisti e altre menti a contribuire con le loro ricerche.
Riteniamo che l’incontro tra l’arte contemporanea e Cibiana possa far emergere alcune delle inesauribili sfaccettature del luogo, così da permettere di catturare dei tratti o dei particolari, senza pretendere di poter cogliere l’insieme.

Emanuele Caprioli e Ludovico Orombelli, ottobre 2023

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