26 dicembre 2011

con questo giuoco intendiamo dire che: dato che il tendere (infinito) della volontà non è in alcun modo soddisfacibile, essendo ogni evento troppo esiguo per racchiuderla, ogni evento essendo fenomeno, ed ecco infatti che ogni raggiungimento ogni aspirazione ogni CIMA svaniscono solo un attimo dopo la loro presunta conquista, e come non c’è alcun motivo, NON C’E’ ALCUN INIZIO, alla volontà (infatti schopenhauer non ha saputo concepire alcun big-bang), volontà che, come, pur senza desiderarlo, sa bene ogni osservatore lucido e sano di mente, porta inevitabilmente alla GUERRA (saper che c’è, che è inevitabile, non significa anelarvi), allo stesso
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marc augé nel cantiere dc

Alcuni mesi fa, mentre cominciavamo a lavorare al Concorso Artistico Internazionale Two calls for Vajont, ora in pieno svolgimento, le nostre idee erano già ben chiare.
L’intenzione non era semplicemente quella di realizzare un’opera d’arte, per imporne la presenza sulla Diga del Vajont.
Il Concorso non è un’iniziativa.
E’ un elemento, parte di un processo generale, e coerente con esso. Questo processo è Dolomiti Contemporanee.
Potremmo definire Dolomiti Contemporanee un progetto, o modello, ed anche uno sguardo critico sul paesaggio, un’azione di ripensamento, rivalutazione, del contesto. Ripensamento culturale o funzionale, per noi non c’è differenza: nessuna idea, per quanto buona, è un’idea reale, se essa non risulti applicabile, se non si può realizzarla.
Si tratta di riflettere, e di agire, sull’identità dei paesaggi (ogni cosa è paesaggio, non esistono contenitori e contenuti), anzi, di interagire con esso.
Non si tratta di rappresentare, ma di contribuire a fare, a costruire, identità.
L’arte non rappresenta, fa.
Cercare di fare identità per luoghi, siti, contesti, paesaggi, che l’hanno perduta, che si trovano in stato di criticità, d’inerzia.
Come si può condurre una riflessione attiva, produttiva, sui paesaggi della crisi, sulle risorse dormienti?
Coinvolgendo in questo processo persone dotate di una mente attiva, non schematiche, non settarie, non rinunciatarie, non commiserative.
Aperte.
Mentre costruivamo la struttura del Concorso, abbiamo parlato con persone di questo genere, e continuiamo a farlo. Alfredo Jaar, Cristiana Collu, Franziska Nori, Angela Vettese, e gli altri giurati di Twocalls, sono così, menti aperte, al di là delle competenza specifiche. Marc Augé, Salvatore Settis, Alejandro Jodorowsky, Joseph Kusuth, anche a loro abbiamo cominciato a raccontare quest’idea, mettendoli a parte di questo processo, coinvolgendoli nella riflessione.
E così, da subito, il Concorso ha cessato di essere un evento.
Non lo è mai stato.
E’ diventato subito un cantiere, un luogo, una palestra.
Queste ed altre persone, verranno ora in DC, nel processo, a nutrirlo, a sostenerlo, insieme a noi. Il prossimo 17 agosto, grazie alla Provincia di Udine, Marc Augé sarà con DC a Forni di Sopra, a parlare di paesaggi contemporanei, memoria e presenza, luoghi ed umanità, tempo senza età.
Daremo a breve il programma di questa giornata, che vedrà intervenire altre personalità aperte, non settarie, con gli occhi spalancati, sulle cose e sulle idee.
E poi lo porteremo, Augé, a Casso, e a Borca, insomma, in crociera.

marc-augè