5 maggio 2018

Lanificio Paoletti è partner culturale di Dolomiti Contemporanee.Nell’ambito della quinta edizione de La via della Lana, dal titolo, Il Futuro delle Origini, la rassegna di eventi sulla cultura della Lana che si svolge negli spazi dello storico Lanificio Paoletti di Follina tra il 19 ed il 21 maggio, la collaborazione tra il Lanificio e DC si concretizza grazie all’artista Anna Poletti, che presenta il proprio lavoro con il Pb_lab in Progettoborca.A questo link il programma completo scaricabile de Il FUTURO DELLE ORIGINI. Le creazioni di Anna Poletti vengono realizzate grazie ai materiali messi a disposizione dai partner di DC,
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1 maggio 2018

Dolomiti Contemporanee prende parte al Progetto Siparte.SIparte è un percorso di innovazione sociale e imprenditoria giovanile articolato in quattro incontri e un hackathon, volti all’avvio e alla valorizzazione di attività imprenditoriali nel campo agricolo, forestale e dello sviluppo rurale.Chi può partecipare?Giovani, startup, neo-imprese, cooperative, associazioni di volontariato e altri soggetti del territorio del GAL Prealpi e Dolomiti interessati a intraprendere attività imprenditoriali innovative e sensibili a tematiche quali la sostenibilità e l’impatto sociale.Ambiti privilegiati saranno: l’agricoltura di qualità, gli usi sociali delle foreste, il
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12 aprile 2018

Si è svolto giovedì 12 aprile 2018, presso il Centro Studi Ambiente per l’Alpino di San Vito di Cadore, sede del Dipartimento TESAF, il primo incontro operativo di Sanvido Apede, il tavolo di lavoro che, nei prossimi due anni, vedrà il Comune di San Vito, l’Università degli Studi di Padova, Dolomiti Contemporanee ed un serie di altri enti e soggetti territoriali, lavorare insieme alla definizione di una serie di possibili linee guida per la valorizzazione e la rigenerazione del centro storico di San Vito, per la gestione del capitale naturale e per la mitigazione del rischio idrogeologico, al fine
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8 febbraio 2018

Dopo un percorso di avvicinamento, e la firma di una Convenzione tra Comune di San Vito di Cadore e Università degli Studi di Padova, ieri, 7 febbraio 2018, prima riunione informale del gruppo di lavoro di San Vito/Valle del Boite, presso il Centro Studi Ambiente Alpino di San Vito, che è una struttura importante, storicamente, e per l’ottimo lavoro che vi si svolge, nello studio, nella preservazione, nell’attivazione di progetti rinnovativi legati alla foresta alpina e al territorio montano.Qui un brevetto intelligente sviluppato al CSAA. Dolomiti Contemporanee ha favorito dal principio questo tavolo di lavoro, partecipandovi e contribuendo ad
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16 gennaio 2018

16 gennaio 2018, Dolomiti Contemporanee e Progettoborca sono stati, finalmente, in visita al Lanificio Paoletti di Follina: a tramare. con Gianluca D’incà Levis, Paolo Paoletti, Anna Poletti, Denis Riva, Elena Maierotti, Deriva, Lui e Hugo. meraviglioso e stupefacente, il lanifico paoletti, colla sua storia viva, che non è una flebile memoria, ma un argano infisso nelle scorze di un passato risorgivo, mai soluto (…il segreto dei pigmenti duraturi…). che siamo finalmente andati a visitare stamattina: questa storia antica di follina, col fenomeno millenario delle prototessiture, e poi dell’impresa tessile diffusa dal ’600 a ieri, il
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6 novembre 2017

Il 31 ottobre 2017 si è chiusa definitivamente Fuocoapaesaggio, la mostra con cui, il 20 maggio scorso, si è inaugurato il Forte Monte Ricco a Pieve di Cadore. Qui di seguito, alcune considerazioni del curatore di Dolomiti Contemporanee, Gianluca D’Incà Levis, che fanno parte del Report conclusivo. Le Lasportiva di Romano Tabacchi, rinvenute in Batteria Castello: scala, che ti fa bene L’apertura del Forte di Monte Ricco: il Contemporaneo quale generatore di identità culturale, che attrezza le reti per una gestione sostenibile. Il Forte di Monte Ricco, straordinaria rocca restaurata, è un manufatto eccezionale. La qualità architettonica della
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26 ottobre 2017

Giovedì 28 dicembre 2017, dalle ore 17.00 alle ore 20.00, si svolgerà presso il Nuovo Spazio di Casso al Vajont un round table aperto agli artisti, nel corso della quale si discuterà sui progetti realizzati e avviati nel 2017 nei siti di Casso, Borca di Cadore e Piave di Cadore. I progetti saranno presentati attraverso immagini e proiezioni. La mattina del giorno 29, è prevista un’escursione sul Troi de Sant’Antoni e Trui del sciarbon.  Il Nuovo Spazio di
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4 ottobre 2017

Dolomiti Contemporanee al Rifugio MarcesinaSabato 7 ottobre, ore 15.00 Rifugio Marcesina, Enego (Vi) Alcuni uomini albergano in sé, come elementi organici o culturali, parti d’orso, di lupo, di cervo. Così finalmente possono correre per i boschi e per le crode, ululando, bramendo, DIVORANDO. Quali predatori infestano i paesaggi? Di cosa si nutre l’uomo, e perchè? Infestare non coincide necessariamente con offendere: può esser fendere, o fare la festa. Fendere il paesaggio, con il dente, l’aratro, la picca, le lame affilate. Dolomiti Contemporanee cala dal regno delle crode vive, dalle stazioni in ambiente di Casso e Borca di Cadore. E
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30 settembre 2017

Casa Cametti a Vitorchiano (Viterbo) Complesso di Sant’Agnese Opening 30 settembre 2017, ore 15.00 Una selezione di video relativi all’esperienza di Simone Cametti alla Colonia di Borca di Cadore con Casa Cametti va in mostra a Vitorchiano, dal 30 settembre al 5 novembre 2017. L’installazione è inserita nel programma dei Percorsi nell’arte, proposti dall’Accademia Nazionale di San Luca (cinque artisti in cinque siti sparsi nella Provincia di Viterbo: oltre a Cametti, Andrea Aquilanti, Luigi Ontani, Marina Paris, Pier Paolo Perilli).   Dalla montagna L’ex Villaggio Eni di Corte di Cadore è una struttura prodigiosa, dove, negli
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25 agosto 2017

Campo di fiamma performance di suono, pittura e fuoco Venerdì 25 agosto, Forte di Monte Ricco, Pieve di Cadore (Bl) dalle ore 18.00 alle ore 19.30 Dafish + Miglietta (Anterra) + Andrea Visentini a cura di Dolomiti Contemporanee Venerdì 25 agosto 2017, dalle ore 18.00 alle ore 19.30, nel cortile interno del Forte di Monte Ricco, si è svolta la performance Campo di fiamma, con i suoni di Dafish + Miglietta (Anterra), che han portato il fuoco nell’aria, incendiandola. Dafish è Federico De Martin Topranin, musicista ittico. Angelo Miglietta è cantante e chitarrista del gruppo Anterra: qui alle percussioni.
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CdA step ll: format e strategia territoriale del progetto/le opere di tomè e degiorgis

Con l’inaugurazione della mostra “I Bareloi”, di Mario Tomè, lo scorso 20 dicembre, il progetto Chiavidiaccesso ha definitivamente preso il via da Zoppè di Cadore.
Disponibile on-line la a questo link la scheda-mostra completa.
Ricordiamo che Chiavidiaccesso è promosso dal Gal Alto Bellunese, in collaborazione con Magnifica Comunità di Cadore, Dolomiti Contemporanee, Museo Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo.
Qui alcune foto dell’opening di Zoppè del 20 dicembre scorso (foto: Giacomo De Donà).

E ieri, lunedì 22, presso la sede della Magnifica Comunità di Cadore a Pieve di Cadore, si è inaugurata la seconda mostra di CdA, “Cima” di Nicolò Degiorgis, alla presenza dei rappresentanti di ognuno degli enti e delle realtà coinvolte nel progetto. 
Ed è proprio grazie a CdA, che si è cominciato tra questi soggetti a sviluppare diversi, interessanti, ragionamenti di cooperazione e condivisione di una serie di intenti culturali ed operativi a favore del territorio dolomitico cadorino ed altobellunese (e del cantiere progettoborca, che, come sempre ed anche in questo caso, non viene inteso da Dolomiti Contemporanee come un “feudo” proprio, ma come una piattaforma contemporanea del territorio, e un’opportunità di operare in modo innovativo all’interno di spazi eccezionali dell’ambiente-montagna).
Codesti spunti e riflessioni verranno messi a punto nelle prossime settimane e mesi, ed è estremamente positivo rilevare come gli opening di CdA, oltre a presentarci i lavori che gli artisti hanno dedicato a temi e soggetti identitari della cultura di queste terre, siano utili proprio a costruire rapporti tra alcuni dei soggetti, pubblici e privati, maggiormente propositivi ed attivi sul territorio. In questo modo, CdA dimostra di saper essere un’energia nuova, dinamica, di attivazione: l’impressione ora è che davvero questo modello, che non sempre in passato ha funzionato al meglio, sia venuto definendosi correttamente nella struttura e negli obiettivi (in particolare grazie all’azione del Gal Alto Bellunese), e che esso possa dunque crescere ancora.
Come è stato ripetuto anche ieri, queste inaugurazioni non consistono dunque semplicemente nell’apertura di un ciclo di mostre, quanto piuttosto nell’apertura di un canale, della definizione di una modalità, dell’avviamento di un processo di azioni esplorative, nelle quali enti, artisti, realtà artistiche, curatori, sappiano collaborare ad un obiettivo comune e condiviso, che consiste in una valorizzazione rinnovativa dell’economia culturale dei propri territori. Adottare il contemporaneo quale categoria consapevole della necessità di rinnovare le metodologie di approccio al territorio, quale modalità d’analisi, restituzione, progettazione, del presente e futuro del territorio e delle sue relazioni intrinseche ed esterne, è a nostro giudizio una condizione fondamentale perchè, nel giro di pochi anni, questo territorio non si trovi bloccato all’interno di procedure e sistemi di azione superati, obsoleti. Gli strumenti di lavoro vanno costantemente rinnovati, il territorio va continuamente mosso ed aperto, lo spazio va costantemente costruito, e ricostruito, da chi sa avere di esso visioni e chiarezze. L’arte contemporanea, e uno sguardo aperto e chiaro sul valore della propria realtà  -realtà che in generale e nel suo complesso definiamo come “patrimonio” (o mezzo patrimonio)-  possono senza dubbio contribuire a mettere a punto strumenti di lavoro utili alla governance e alla valorizzazione del territorio. Diciamo che la realtà, il territorio, sono solo “mezzo patrimonio”, proprio perchè siamo convinti del fatto che l’altra metà indispensabile sia costituita dalle idee nuove, e dalla volontà e capacità di trasformarle in azioni significative, armonizzandole con la cultura e con l’identità storica dei territori, che in tal modo vengono continuamente riportati ad una vita presente, esperiti quotidianamente, e non solo conservati nelle teche di un passato lontano e fermo.

E questo, oltre ad essere, come andiamo dicendo, il lineamento per una possibile, responsabile politica d’uso del territorio-risorsa, che, crediamo potrebbe tra qualche anno risultare lungimirante, è esattamente l’approccio scelto da Tomè e Degiorgis per realizzare il proprio lavoro aertistico in CdA.

Abbiamo già descritto qui il lavoro di Tomè su “I Bareloi“.
Per quanto riguarda “Cima“ di Degiorgis, ieri si è dunque presentato al pubblico l’esito della sua ricerca.
Degiorgis ha lavorato con la Magnifica Comunità di Cadore, esplorandone il territorio, e soffermandosi su un elemento che contraddistingue l’ente: la Magnifica è un ente privato, che gestisce risorse pubbliche, ricavando da esse parte del proprio sostentamento economico. Le principali risorse che alla Magnifica vengono dal territorio, sono le cave, oltre al bosco.
La ricognizione fisica di Degiorgis, è partita proprio da cui: dalle cave di Cima Gogna.
Il lavoro di Degiorgis connette abitualmente due pratiche: quella fotografica, e quella editoriale.
L’artista lavora prevalentemente attraverso la fotografia: anche in questo caso, egli ha raccolto una serie numerosa di scatti, i cui soggetti sono state le cave, e quindi le cime delle montagne di quest’area.
Gli scatti, sono stati ricomposti, secondo un concept ciclico, all’interno di una pubblicazione, una fanzina appositamente realizzata, e presentata ieri, dal titolo “Cima”.
Degiorgis è cofondatore di una casa editrice: da diverso tempo ormai, i suoi progetti fotografici  trovano forma definitiva attraverso le edizioni, meticolosamente studiate e curate in ogni dettaglio, attraverso le quali egli ricombina e compone criticamente i materiali d’immagine.
Una delle sue ricerche lo porta da qualche tempo a descrivere, per immagini ed edizioni, il territorio del Nord-Est,  che l’artista attraversa, in una sorta di viaggio a tappe, per osservarlo, acquisirlo, trasporlo in immagini a stampa.
Anche per “Cima”, come sempre, la copertina del volumetto è una mappa, una mappa storica della Magnifica sul Cadore.
Nel libro, cave e montagne si susseguono ed inseguono, in un montaggio ad incastro delle foto di cime, in cui ogni montagna è vista, secondo una sequenza che ci conduce dalla notte al giorno alla notte ancora, e dall’estate all’inverno, attraverso la giustapposizione delle due metà di due montagne differenti, così suturate a centro pagina, in un percorso continuo e fluido di scorrimento.

 

In attesa, lunedì prossimo, della terza inaugurazione di CdA, con Michael Fliri al Rimoldi di Cortina d’Ampezzo.

www.chiavidiaccesso.it