19 novembre 2015

22 novembre 2015 ore 14.00 Colonia, ex Villaggio Eni Corte di Cadore Borca di Cadore       Domenica 22 novembre la Colonia dell’ex Villaggio Eni Corte di Cadore sarà aperta al pubblico. Alle ore 14.00 sarà possibile attraversare le architetture di Edoardo Gellner e vedere le opere realizzate dagli artisti con Progettoborca. Ricordiamo infatti che nel Villaggio è attiva da oltre un anno una Residenza artistica internazionale. La visita alla Colonia avrà una durata di due ore circa. Alle ore 16.00, si raggiungerà la Chiesa di Nostra Signora del Cadore, anch’essa aperta per l’occasione. Appuntamento ore 14.00 presso gli Uffici/Bookshop
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2 novembre 2015

convegno alpi, architettura, patrimoniovenerdì 20 novembre 2015, ore 9.00castello del valentinoviale pier andrea mattioli 39, Torino             Venerdì 20 novembre, a Torino, Gianluca D’Incà Levis, curatore di Dolomiti Contemporanee, parteciperà al convegno internazionale di studi Alpi, Architettura, Patrimonio. Il convegno è un’occasione in cui discutere alcuni fra i temi più attuali per l’architettura nelle Alpi: la tutela del patrimonio costruito, la progettazione contemporanea di qualità, le strategie di sviluppo locale sostenibile. L’incontro è promosso dal Politecnico di Milano e dal Politecnico di Torino che
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27 ottobre 2015

Sabato 31 ottobre e domenica 1 novembre la Colonia dell’ex Villaggio Eni Corte di Cadore sarà aperta al pubblico. A partire dalle ore 15.00 sarà possibile addentrarsi nelle architetture di Gellner e conoscere le opere qui realizzate dagli artisti arrivati in Residenza al Villaggio con Progettoborca, progetto di riqualificazione del sito, lanciato da Dolomiti Contemporanee nell’estate 2014.La visita avrà una durata di circa 2 ore. Appuntamento alle ore 15.00 presso gli Uffici/Bookshop di Progettoborca, presso il Villaggio in via Mattei 5, a borca di cadore. Come arrivare
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21 ottobre 2015

Presentazione opera A little song di Fabiano De Martin Topranin Venerdì 23 ottobre 2015, ore 11.00 Ex Cartiera di Vas (Comune di Quero Vas, BL) Via Case Sparse, Località Vas      Continua il lavoro di Dolomiti Contemporanee all’interno del progetto Radici Future, realizzato dall’Unione dei Comuni del Basso Feltrino Sette Ville – Alano di Piave e Quero Vas e finanziato dalla Regione del Veneto (L.R. 11/2014, art.9, “Celebrazioni per il centenario della Grande Guerra”). 
Il progetto mira alla valorizzazione dei luoghi della Grande Guerra, come motori di memoria e conoscenza, ma anche quali possibili scenari futuri, oltrechè alla riqualificare
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5 ottobre 2015

open studio di progettoborca sabato 10 ottobre ore 15.00 colonia, ex villaggio eni di corte di cadore borca di cadore            Dolomiti Contemporanee aderisce alla XI Giornata del Contemporaneo, promossa dall’Amaci (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani) sabato 10 ottobre 2015. In quest’occasione, la Colonia dell’ex Villaggio Eni di Corte di Cadore sarà aperta al pubblico. Dalle ore 15.00, sarà possibile esplorare le architetture di Edoardo Gellner inserite nel contesto ambientale delle Dolomiti cadorine, e addentrarsi nel cantiere culturale ed artistico attivato qui da Dolomiti Contemporanee con Minoter un
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30 settembre 2015

giovedì 8 ottobre a mantova, gianluca d’incà levis, curatore di dolomiti contemporanee, prenderà parte all’evento fatti di cultura – pratiche incontri esperienze. l’intervento del curatore di dc è previsto per giovedì 8 ottobre, dalle ore 17.00 alle ore 19.00, all’interno dell’incontro audience engagement dalle parole ai fatti, che si svolgerà presso lo spazio santagnese10. Qui il programma completo della rassegna >>       AUDIENCE ENGAGEMENT DALLE PAROLE AI FATTIgiovedì 8 ottobre 2015ore 17.00-19.00spazio santagnese10, mantova Sempre più spesso, nel vocabolario dei policy makers e nelle
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E’ on-line, sul nuovo magazine di Eni eniday.com, “Le piccole vacanze”, il reportage di Azzurra Pacces sul cantiere culturale di Progetto Borca di Dolomiti Contemporanee. Grazie anche a Gabriele Masini per il video. Con alcuni passaggi e parole di Gianluca D’incà Levis (curatore di Progettoborca), Giuseppe Accorinti (ex AD di Agip Petroli), Pier Luigi Sacco, Marc
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23 settembre 2015

sabato 26 settembre l’opera processuale e relazionale cum-panis, di evelyn leveghi, in divenire durante tutto il periodo della collettiva to’non ignà, giungerà ad una manifestazione completa e tangibile, esperibile. venerdì 25 ci si preparerà alla trasformazione fondamentale da pasta madre a pane e quindi alla sua condivisione finale. Alcuni abitanti di erto e casso, a seconda della disponibilità e volontà, prepareranno e cuoceranno il pane direttamente nella propria casa.In altri casi, i panetti di pasta madre verranno raccolti dalle varie famiglie che si sono prese cura di allevarne la massa. la lavorazione in pane e sua cottura verrà fatta
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16 settembre 2015

gianluca d’incà levis, curatore di dolomiti contemporanee, parteciperà il 25 settembre a prato, al forum dell’arte contemporanea, all’interno del tavolo di lavoro R4 (r – tavoli di proposta di riforme politiche). il tavolo R4, intitolato “concorsi, chi li ha visti?”, si svolgerà dalle ore 14.30 alle ore 17.30, presso palazzo banci buonamici, e sarà coordinato da santa nastro.il forum dell’arte contemporanea è un’iniziativa del centro per l’arte contemporanea luigi pecci, e prenderà vita dal 25 al 27 settembre, attraverso una serie di dibattiti (tavoli di lavoro) che coinvolgeranno tutti gli operatori del
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14 settembre 2015

gianluca d’incà levis, curatore di dolomiti contemporanee, nella giuria della call “spazio internet opportunità”, un’iniziativa di internet festival (8-11 ottobre 2015, Pisa). con l’open call “spazio internet opportunità” (qui il bando), internet festival, in collaborazione con banca popolare etica, intende premiare quei progetti culturali che lavorano per potenziare la propria struttura e l’offerta di valore per i propri fruitori attraverso l’impiego di tecnologie innovative.La call è aperta fino al 20 settembre. In seguito una giuria qualificata composta da Christian Caliandro (scrittore), Gianluca D’Incà Levis
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Gli aperti, i ladri. Chi dona, chi ruba.

 andrea visentiniCi è sempre successo, sempre ci succederà, abituati siamo già (lo sappiamo), mai ci abitueremo (non lo accettiamo).
Per quanti uomini buoni e capaci si mettano insieme, in interi mucchi policromi dai riflessi accecanti (fantescenze, fantescenze naturali), il grigio cretino non lo si debella. 
Uno dei motivi per cui si agisce bene, ed uno del metodi di contrasto attraverso cui si può rilevare la differenza stessa tra bene e male, è appunto la presenza dei cretini. I cretini sono degli indicatori indiretti di intelligenza: l’intelligenza brilla di per sé stessa, e poi anche nel confronto con la cretineria. 
Questo chiaroscuro, è la vita sul pianeta terra (l’intelligenza è più bella, risalta, accanto alla stupidità; le pacificazioni ecumeniche sono illusorie quanto l’idea d’un cielo eternamente azzuro). 
Ma insomma, non spingiamoci troppo in là, con questa lode al cretino, e pennelliamolo un poco, come si merita.

Perché ci ostiniamo a chiamarli CANTIERI, questi spazi dell’azione e dell’incanto, che DC genera e alimenta dal 2011?Li chiamiamo cantieri, e non chiamiamo mostre o eventi le azioni che compiamo su di essi ed attraverso di essi sui PAESAGGI TERRENI, perché questi siti morti, terraformati fino ad una nuova estroversione, sono grandi laboratori sperimentali, stazioni di collegamento stese sul territorio, basi neurali lanciate tra i piani (alti) e le cime, centri di rivoluzione, batterie d’artiglieria, e, soprattutto e semplicemente (nella loro ardua complessità), spazi dell’apertura.La gestione dei siti-cantiere, fabbriche o complessi o villaggi, chiusi e immobili da lustri, e poi finalmente aperti, è cosa complessa. Spazi siffatti, ripresi alle inerzie lunghe, non sono mai agilmente controllabili, e d’altro canto nemmeno li si vorrebbe controllare, e mettere a regime, e ordinare completamente, o gestire definitivamente, secondo una prassi d’ordine.
Di solito, chi è capace nel voler e saper aprire, non sa né vuole gestire, ha in spregio l’ordinaria ragionevolezza necessaria appunto a mettere e tenere le cose a regime, a conservare e ripetere. Chi apre rompe: rompe gli schematismi che non consentivano un’azione positiva ed efficace.
Per gestire, occorre l’esperienza, e l’applicazione di regolamenti. Si apre invece, quando ci si fa beffe delle esperienze pregresse (quelle grige prassi continuamente ribadite, ferme), e si stracciano i regolamenti (quelli ottusi: la maggior parte lo sono), e si cerca di far qualcosa di nuovo, dando impulso, forza, idea.
E insomma, siti come il muss, il blocco di taibon, e borca, sono grandi e complessi. Organismi che respirano e performano, nel moto nuovo portato loro. Non possono, questi siti, essere gestiti in modo ordinario: tutto, in loro, come nei progetti che mirano alla loro rigenerazione, è straordinario.
Quando un artista inizia a pensare un’opera che andrà installata o collocata in questo genere di spazi, deve già prevedere che essa potrà venir danneggiata, o rubata. Non è possibile, infatti, vigilare continuamente e su tutto, se questo tutto è un gigantesco complesso di 30.000 metri quadri, finalmente aperto al paesaggio, ai mondi, alle persone (ed ai cretini privi di contrassegno evidente).
L’artista dunque, nel momento in cui accetta di collocare la propria opera in questo contesto formidabile e impresidiabile, accetta di condividere un’impresa, esponendo con ciò il corpo dell’opera ad una serie di rischi e pericoli. La condivisione dell’intento, e la sperimentalità della situazione, sono più stimolanti e più potenti dei meccanismi conservativi, della protezione stessa che si dovrebbe riservare all’opera.
L’artista, dunque, mette la propria opera a disposizione di chi verrà a vederla, e lo fa per ben DUE VOLTE; la prima volta mentre fa l’opera, che egli fa per farla, e per esporla; la seconda volta quando decide di metterla a rischio, donandola in tal modo, anche, ad un cretino, che qui è un ladro, che dunque tradisce e ruba due volte.
Da un lato la fiducia di chi apre, ed invita tutti poi, a vedere il meraviglioso sito ristorato, armato dei suoi costrutti plastici responsabili (le opere rigeneratrici), donando idee, oggetti e fiducia.
Dall’altro, il cretino ladro e vigliacco, che, ritrovatosi per caso, alla fine della giornata, in coda ad un gruppo; dopo che centinaia di persone prima di lui passate, hanno visto, capito, apprezzato, immaginato, trasecolato; per ultimo, come si confà al suo rango, esso cretino prende da un tavolo sei acquerelli di andrea visentini, e se li ficca nella scarsella, e li ruba.
Il figlio d’una vacca.
Speriamo di non trovarlo mai, per lui, e per noi pure. Perché i cretini a noi non possono stare vicino, e la distanza che costoro scavano, in un istante e con un atto ignobile, tra noi e loro, è un alveo vasto, in realtà vasto quant’era già prima, ma pieno ora, pieno di un arido nulla.
Questo insegna, ancora, che non son le cose ad esistere, ma le idee. Nessuno ruba un’idea, un impegno, una fiducia, un dono. 
Il cretino possiede ora sei acquerelli di andrea? 
No, possiede il loro cadavere, il proprio vuoto, il nostro disprezzo sommo, e l’appellativo scientifico di “figlio di vacca”.
Venne lo stesso gaglioffo al muss ed al blocco di taibon, uno su 10.000, ogni anno, a rubarsi un tocco, negandone il senso. Possessivo, tignoso, avido: a rubare un feticcio, per nasconderlo poi in un armadio. 
Comunque: se lo prendo lo taglio, col machete da Colonia.

Gianluca D’Incà Levis, curatore di Dolomiti Contemporanee.

 

Borca, 10 agosto 2015