31 agosto 2011

7 settembre 2011 – h 21.00 giovanni de donà Konzert für wohltemperierte grillen, installazione/performance padiglione schiara, sass muss – belluno powered by diachronic Mercoledì 7 settembre 2011, alle ore 21.00, Dolomiti Contemporanee presenta la performance di Giovanni De Donà Konzert für wohltemperierte Grillen. L’evento si svolgerà presso il Padiglione Schiara, uno degli edifici espositivi del complesso di Sass Muss, e si concluderà attorno alle ore 24.00. Attraverso l’utilizzo di Diachronic, un software innovativo concepito dall’artista, si apre un dialogo con dei grilli selezionati e posti all’interno di uno spazio
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10 agosto 2011

signore onde sonore selezioni musicali di Guido Beretta sabato 13 agosto 2011 dalle ore 18.30 playlist >Joy Division The Cure The Smiths This Mortal Coil The Cult Wall of Voodoo Tears for Fears The Church R.E.M. The Psychedelic Furs Devo And also the Trees Durutti Column Sad Lovers & Giants Wolfgang Press The Clash Tuxedomoon The Dance Society Suicide Wire Echo & The Bunnymen Bauhaus Can Talking Heads Japan New Order Siouxsie & The Banshees Sex Pistols Simple Minds Julian Cope The Stranglers Cocteau Twins Dead Can Dance The Sisters Of Mercy Depeche Mode New Model Army Sound A
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Sabato 30 luglio ha inaugurato Dolomiti Contemporanee, dando forma al concept di questo progetto, e incarnandolo nei nuovi spazi di Sass Muss. Questo luogo è un centro. Un centro, o un distretto, o un dispositivo. Inaugurate le prime tre mostre DC, a cura di Bruciati, D’Incà Levis, Zanchetta. Nell’arco della giornata, sono passate più di 1.500 persone. Per la prima volta dopo trent’anni, questi spazi sono stati mossi, con l’arte contemporanea. Intervenute autorità, patrocinatori, sponsor, molto pubblico. Persone non addette ai lavori, incuriosite da un’operazione nuova, da una visione, annusavano l’aria e alzavano la testa e guardavano gli edifici
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26 luglio 2011

sabato 30 luglio ore 18:30 apertura del nuovo complesso espositivo di sass muss lancio del progetto dolomiti contemporanee inaugurazione delle prime tre mostre, a cura di andrea bruciati, gianluca d’incà levis, alberto
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paper weight – work in progress

Paper weight: ottavo giorno di lavoro per Elena Carozzi, Beatrice Meoni, Phillippa Peckham, Maja Thommen, Silvia Vendramel.
Le cinque artiste in Residenza stanno lavorando da una settimana all’interno degli spazi dell’ex Cartiera, questo straordinario complesso d’archeologia industriale situato nella parte meridionale della Provincia di Belluno, al confine con quella di Treviso.

Dentro tutto è bianco e grigiopallido, e c’è l’aria, e il rumore dell’acque. Fuori preme il verde cannibale, questo contrasto è pittorico, scava solchi e canali percettivi.
Le forme in costruzione, plastiche, scultoree, a rilievo, grafiche e pittoriche, cromatiche ed installative, TROVANO E CREANO SPAZIO ORA, connettendosi intimamente alla geometria del sito ed alla sua storia: aprendolo, allargandolo, proiettandolo, scendendolo (il lavoro nei locali sotterranei) e salendolo (linee che crescono, ritmi verticali).

L’hangar principale della Cartiera è privo di serramenti: il paesaggio, la luce e il vento invadono continuamente questo Spazio-dei-flussi, par d’essere sul ponte di una nave, eccoci in tolda, l’interno e l’esterno si inquadrano e mescolano reciprocamente ad ogni istante, le azioni processuali condotte dalle artiste, sotto all’eccezionale eleganza del cielo armato di cemento, sui vasti pavimenti e muri, creano a loro volta campioni di paesaggi e ponti, e l’hangar diventa una grande camera di scambio, una galleria delle forme trasformate nei venti e negli altri fluidi (il fiume a due stadi di maya, coi nylon in tensione, che si proietta a rampa fuori da un foro-luce nel verde abbacinante della natura umida, è un’architettura cordofona, misura del trasferimento emotivo).
Qui una linee lunga ha abbracciato lo spazio dall’interno, correndo increspata nella massa propria materica, dal basso all’alto, sollevando lo sguardo dal cemento terreno. E la linea orizzontale-ascendente trova sotto di sé il quieto campo dei rocchi cementizi di silvia, che ricorda i fori e le acropoli (scampoli di colonne e rocchi e basi) di un bianco mondo andato, che ora ancora si sente.
Come le acque nelle vasche di macerazione ipogee, dove phillippa bagna e lavora le formidabili carte repap, e da qui e dai canali e salti d’acqua che circondan la Cartiera rimbalzano i suoni di scrosci e circolazioni.

E intanto crescono gli strati grafici e pittografici ai muri, con elena e beatrice, gli uni in ordine goemetrico di canone, nella texture classica d’affresco contemporaneo, gli altri in ordine sparso, ad aprire finestre di comunicazione e dialogo possibile, intervenendo sui segni e disegni, e sulle parole e sulle scritte, lasciate da qualcuno nei tempi recenti, elidendo ed integrando, riprendendo e suggerendo, mentre tutto questo spazio intero ora gronda di forme e idee, che son liquide e sparse e ben larghe nel corpo esteso della Cartiera, che tutto accoglie nel proprio respiro aperto, in questo ventre mobile, che non è più in silenzio.

gianluca d’incà levis
(27/08/2015)

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