4 maggio, DC all’Accademia di Belle Arti di Venezia

Mercoledì 4 maggio, Gianluca D’Incà Levis, curatore di DC, sarà ospite di Riccardo Caldura, docente di Beni Culturali dell’età contemporanea, presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia.

Il corso si propone di integrare la conoscenza degli aspetti legislativi fondamentali inerenti i beni culturali e i beni paesaggistici  -ai quali è stato dedicato un ciclo di lezioni specifiche-  con il racconto delle pratiche sul campo di chi si occupa di individuare nuove modalità di approccio alla conoscenza e valorizzazione dell’ambiente, in particolare attraverso la progettualità artistica.

Vi prendono parte dunque, di volta in volta, artisti, architetti, curatori, funzionari, che raccontano agli studenti la propria esperienza, attraverso una conversazione con il professor Caldura.

Ricordiamo che la collaborazione tra DC e l’Accademia di Belle Arti di Venezia ha condotto, nell’estete 2015, alla realizzazione di questo workshop a Borca di Cadore, curato da Marta Allegri, e al quale già partecipò il prof. Caldura.


Possiamo poi dire che da sempre DC accoglie nei propri cantieri artistici e culturali i giovani artisti provenienti dalle Accademie -in primis quella veneziana- e dagli altri enti che si occupano della formazione degli artisti e del sostegno all’arte contemporanea, come la Fondazione Bevilacqua La Masa.
DC è un dispositivo-collettore che apre la propria progettualità alle forze creative del territorio, proponendo spazi d’azione altamente incentivanti, e densi, agli artisti, giovani o già in carriera, che possono misurare sé stessi attraversando e vivendo un contesto altamente sperimentale, dove mettersi in gioco non è sempre facile  -ecco l’opportunità. 
DC non è una scuola, ed è una macchina motrice, macchina del paesaggio, che trova il proprio nutrimento, assai energetico, nella dimensione partecipata di cantieri e prassi, e nell’integrazione degli ambiti diversi della ricerca e sperimentazione umana: artistica, culturale, sociale, produttiva, d’impresa, filosofica, scientifica, terrestre, spaziale.
E, senza il flusso primo della giovane arte che si forma, di certo questo nostro progetto sarebbe più lieve: mentre è pesante, come la montagna.