7 ottobre 2013

la mattina di mercoledì 9 ottobre, giornata nella quale si celebra il 50ennale della tragedia del vajont, dc sarà ospite della diretta rai alla diga del vajont. dalle ore
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questa sera alle sette e mezza si parlerà di dc al tg regionale del friuli venezia giulia nel corso dello speciale 50ennale del
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29 settembre 2013

dolomiti contemporanee sarà ospite venerdì 11 ottobre alle ore 17.00 al take care corner, spazio/evento gestito da olivares cut in occasione di artverona. qui maggiori
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28 settembre 2013

pubblicato su l’unità un articolo di marco de vidi sulle attività di dolomiti contemporanee, e in particolare sul nuovo spazio di casso. Qui
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26 settembre 2013

Sabato 28 settembre, ore 18.00, Panorama Giustinelli (Trieste), Gianluca D’Incà Levis parteciperà al talk “Creatività e riuso sociale degli spazi. Spazi dismessi come magneti delle energie creative presenti sul territorio e incubatori di progettualità sociale”. l’evento è inserito nel palinsesto Next off di Trieste next. Maggiori informazioni
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25 settembre 2013

in attesa dell’opening di sabato prossimo all’aquario di trieste, dove dc inaugurerà la seconda parte di “upokeimenon” all’interno di next off, dimitri giannina e daniela di maro proseguono nell’elaborazione dei progetti. sin da domenica scorsa l’artista napoletana è ospite in residenza del comune di trieste, partner dc insieme a trieste next. in questo momento si sta dedicando ad un lavoro di esplorazione degli spazi e dei temi dell’aquario. intanto, il terribile giannina prosegue, nelle buie e liquide notti, la propria ricerca sul pinguino marco, che sarà il soggetto principale della performance inaugurale di sabato
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19 settembre 2013

gorgo magazine ha pubblicato in queste settimane alcuni articoli sui lavori di open in painting al brigata alpina cadore (nevegal). qui il post su andreco qui il post su kabu qui il post su davide
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11 settembre 2013

pubblicata su artribune una recensione di roberto de paoli sulla mostra la cura dello sguardo, visitabile fino al 29 settembre. qui il link
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4 settembre 2013

a questo link un articolo di monica matera comparso su insideart, dove si parla dell’inaugurazione di open in painting, in nevegal, e della performance gli esseri viventi di enrico vezzi, svoltasi ieri mattina sul greto del piave a
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articolo dal titolo “like a rolling stone” su roccedimenti, apparso sul blog olivares
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Space Days in Smach: un’opera d’arte contemporanea regalata al paesaggio, una responsabilità di cura per ogni persona

 

Nessun paesaggio preesiste all’uomo: uomo e ambiente sono profondamente interconnessi. Il paesaggio non vive dunque di sé stesso, ma delle pratiche che l’uomo vi attiva, abitandolo e costruendolo ogni giorno.

Smach, Costellazione di arte, cultura e storia nelle Dolomiti, è un progetto che porta l’arte contemporanea in seno al paesaggio, coltivandolo, vivificandolo. L’edizione 2017 di Smach ha visto la partecipazione di 140 artisti, nove dei quali sono stati indicati dalla Giuria (scroll) quali vincitori.
Le opere proposte dai nove artisti selezionati sono dunque state realizzate e installate in ambiente. Ognuna collocata in un sito differente, tra San Martin e Marebbe, esse costituiscono una riflessione concettuale, estetica e plastica sulla realtà montana del territorio in cui sono state immaginate e inserite.
Sulla natura e sulle crode, sull’interpretazione di usi e tradizioni locali, sulla percezione e fruizione stessa del paesaggio-patrimonio da parte dei suoi abitanti e visitatori.
Tra i nove artisti di Smach 2017, c’è Fabiano De Martin Topranin.
La sua opera, Space Days, è una scultura lignea a dimensione reale, che rappresenta un cosmonauta, fermo al centro di un vasto spazio.
Un elmo specchiante riflette il paesaggio circostante, ed i cieli.
Lo spazio in cui l’esploratore siderale è immerso, non è però il cielo.
Questo cercatore, giunto da altrove, si staglia nettamente, unica presenza ritta, isolato, nel cuore dell’altopiano di Fanes, tra le rocce, le erbe, le valli e i monti.
La sua inaspettata presenza ci sorprende, facendoci pensare a concetti quali alienità, vastità, silenzio, distanza, presenza, contatto, volontà, esplorazione, ricerca.

L’opera, come tutte le altre realizzate attraverso Smach, è alla mercè degli elementi, e delle persone.
L’astronauta campeggia nel cuore di Fanes, chiunque passi lo incontra, lo vede, riflette, è riflesso. Come l’astronauta stesso riflette il paesaggio.

Alcuni giorni fa, qualcuno ha danneggiato gravemente l’opera. Naturalmente, come tutti gli esploratori del senso (l’arte è una pratica che pensa e ripensa al senso delle cose), conosciamo bene gli uomini. Sappiamo dunque che gli uomini possono essere fertili, produttivi, generosi: enti relazionali, che costruiscono imprese straordinarie, nella ricerca, nella scienza, nella cultura, nell’arte, nel rapporto con gli altri enti.
Sappiamo anche, naturalmente, che alcuni altri uomini sono chiusi, stupidi, ostili, trascurati, ciechi.
L’uomo che, trovandosi di fronte a un’opera tanto empatica, non ha saputo far altro che danneggiarla, è di certo uno stupido, che non ha potuto capire, né accettare, un generoso invito alla riflessione sull’essere.
Nel momento in cui si è palesato il danno, abbiamo dovuto decidere cosa fare. La frustrazione dell’artista di fronte ad un gesto tanto stupido e indegno, ci ha fatto dapprima ipotizzare la rimozione del lavoro.
Così, il cosmonauta sarebbe mestamente sparito da Fanes.

Ma, in realtà, è impossibile che una stupidità circoscritta possa aver ragione di una intelligenza diffusa. Che un moto riprovevole sappia prevalere su un’intenzione responsabile e propositiva. In ogni esplorazione è ìnsita una certa quantità di rischio. Esso accentua il valore della ricerca, lo accende.

Per questo motivo, la Giuria di Smach, in accordo con l’artista, ha deciso di ricollocare l’opera, che nel frattempo è stata riparata.
L’opera è stata dunque donata, per una seconda volta, al paesaggio e ai suoi abitatori e frequentatori.
L’opera si dona due volte, ed in ciò prende spazio, e cresce.
Il danneggiatore si è palesato una volta sola, nella sua infima, nana piccineria.
L’arte e la cultura sono un richiamo, un richiamo agli uomini forti e desti che cercano, un richiamo al confronto, al pensiero ed alla percezione, al godimento delle risorse, alla loro valorizzazione tramite le pratiche di sensibilità ed intelligenza.
Per questo l’arte vince sempre sulla stupidità.
Per questo siamo felici che quest’elmo continui a specchiare i prati, le crode, il cielo e gli occhi aperti di chi non dovrà mai abbassare lo sguardo.

12 agosto 2017  – Gianluca D’Incà Levis, Presidente della Giuria di Smach