19 luglio 2014

il concorso artistico internazionale twocalls è entrato nella piattaforma di piano: il D.C.A., associazione dei centri d’arte francesi, lo rilancia agli artisti
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10 luglio 2014

affidata a DC la copertina del numero estivo di artribune magazine, dal titolo viaggio in italia. una foto d’orgia naturale, nella quale la giungla dolomitica, incontrollabile, cannibale, letteralmente divora una delle 280 villette di edoardo gellner sparse nel complesso d’ettari dell’ex villaggio eni di borca di cadore, nuovo grande cantiere sperimentale che DC sta attivando. all’interno del magazine, un’intervista a gianluca d’incà levis, curatore del progetto. a breve on-line il website dedicato a borca,
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7 luglio 2014

Pubblicata un’intervista di Stefania Crobe a Gianluca D’Incà Levis nella sezione arte e imprese de il giornale dell’arte. Nell’intervista il progetto DC dagli esordi ad oggi e le prospettive di lavoro per il 2014: Nuovo Spazio di Casso, Twocalls e Progetto Borca. leggi l’articolo
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30 giugno 2014

DC segnala la partecipazione di Gianluca D’Incà Levis al Workshop Impresa contemporanea: un gesto artistico?, che si svolgerà  sabato 5 luglio, ore 18.30, all’interno di Pulsart restart, a Schio, presso lo spazio ex Lanificio Conte. Introduce e coordina Fabrizio Panozzo (Università Ca’ Foscari, m.a.c.lab).Intervengono e commentano: Valter Orsi (Sindaco di Schio),  Gianluca D’Inca Levis (Dolomiti Contemporanee e Università Ca’ Foscari, m.a.c.lab), Paolo Gubitta (Università di Padova), Matteo Lavezzo (Officina Creativa), Massimo Pupin (Artworks), Nadia Ugolini (Ugolini srl), Maurizio Zordan (Falegnameria Zordan).qui il programma
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21 giugno 2014

nuovo articolo di massimo mattioli su dolomiti contemporanee pubblicato su cult veneziepost sabato 21 giugno 2014. leggi l’articolo
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15 giugno 2014

Giovedì 12 giugno è stato avviato il Concorso Artistico Internazionale che coinvolgerà l’area del Vajont, teatro nel 1963 della Tragedia del Vajont.Il Concorso si propone di individuare, di qui alla fine del mese di ottobre, due opere di public art, che verranno realizzate su due luoghi emblematici che ancora oggi rappresentano la Tragedia e la morte: la Diga del Vajont e la facciata sud dell’ex scuola di Casso, ora Nuovo Spazio di Casso.

Il Concorso è dotato di una Giuria qualificata, e sostenuto da una ventina di partner isituzionali, e da alcuni partner privati, tra cui Acqua Dolomia. E’ proprio
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9 giugno 2014

Grappa Nonino è uno dei nuovi partner di Dolomiti Contemporanee, che dal 2012, con il riavviamento del Nuovo Spazio di Casso, ha esteso la propria azione al territorio friulano, dove si allarga la rete dei sostenitori del progetto. Grappa Nonino è un’azienda innovativa in italia e nel mondo, nel prodotto, nel modello e nella forza. 
La cultura del lavoro è fatta di conoscenza, passione, sperimentalità, innovazione, qualità e dedizione.
 Grappa Nonino è dunque anche un importante produttore di significati, un produttore culturale. 
per questo, da oggi è accanto a dc. Giovedì 12 giugno, in occasione della Conferenza Stampa di
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4 giugno 2014

la scorsa estate (2013), a luglio, dalle cinque alle sette del mattino sfalciavo il sentiero meraviglioso per la falesia, erbe alte un metro e venti. il decespugliatore me l’aveva prestato germano, uno dei decani abitanti di cas. poi alle sette doccia veloce in canonica, la canonica messaci a disposizione da don gabriele, il parroco di longarone, e mio domicilio, oltre che residenza dc. quindi, massimo alle 7.30, via, a lavorare allo spazio, fino a notte fonda (gianluca d’incà levis).le prime interazioni, non è stato facile, non son venute subito. le prime interazioni con il suolo, con la terra, con
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23 maggio 2014

L’ex Cartiera di Vas (Bl) è un complesso d’archeologia industriale di grande interesse, parzialmente restaurato negli anni recenti, grazie a contributi ingenti stanziati dalla Regione del Veneto. L’ex Cartiera custodisce un pezzo significativo della storia, dell’economia sociale e produttiva di questo territorio.Il sito possiede un potenziale notevole, in virtù delle collocazione strategica rispetto alla viabilità, ed a caratteristiche logistiche, di volumetria, di valore culturale. In tal senso, si tratta di uno dei complessi più significativi della Provincia di Belluno. Ripensarne la funzione oggi, avviandovi un progetto di valorizzazione,
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21 maggio 2014

Venerdì 23 maggio DC sarà ospite di due iniziative organizzate in provincia di Belluno. La donna e l’arte: essere artista e donna nel bellunese le considerazioni, gli approfondimenti, l’attualitàvenerdì 23 maggio 2014 ore 17.00 Museo Entografico della Provincia di Belluno Serravella di Cesiomaggiore (Bl) Il Coordinamento Donne dello Spi Cgil di Belluno in collaborazione con il Museo Etnografico della Provincia di Belluno e del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi organizza un evento dal titolo La donna e l’arte: essere artista e donna nel bellunese. Nel corso dell’evento, previsto per venerdì 23 maggio alle ore 17.00 presso il Museo
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Dc visita lanificio paoletti follina

16 gennaio 2018, Dolomiti Contemporanee e Progettoborca sono stati, finalmente, in visita al Lanificio Paoletti di Follina: a tramare.
con Gianluca D’incà Levis, Paolo Paoletti, Anna Poletti, Denis Riva, Elena Maierotti, Deriva, Lui e Hugo.

meraviglioso e stupefacente, il lanifico paoletti, colla sua storia viva, che non è una flebile memoria, ma un argano infisso nelle scorze di un passato risorgivo, mai soluto (…il segreto dei pigmenti duraturi…).
che siamo finalmente andati a visitare stamattina: questa storia antica di follina, col fenomeno millenario delle prototessiture, e poi dell’impresa tessile diffusa dal ’600 a ieri, il territorio disegnato ed inciso a traforo -lastrapaesaggio- per sostenerla (il sistema antico di rogge e canali d’acqua, reticolo), e poi la vetustà e difficoltà di questa produzione industriale tra le due guerre, e nei ’70.
e poi, dall’ieri a oggi, un altro sforzo grande, con la nona e decima generazione dei paoletti che non s’è arresa, ed ha saputo e sa rinnovarsi, mai perduta l’attitudine alla ricerca e alla trasformazione della materia, materia fisica e culturale e familiare e sociale (quindi produttiva), la materia delle idee e la materia delle lane, ed a ciò grazie ancora una volta l’impresa-famiglia ha preso quota, una quota specifica, negli anni recenti, e la storia è oggi ben conservata e viva in questo prodigioso stabilimento, in cui si trama in arte il saper fare, con i piani e le sale degli archivi documentali e dei campionari, le “lanerie” e i “quaderni delle fantasie”, ad esempio, la grande fabbrica riscattata e mantenuta integra, pezzo a pezzo recuperata, in un processo or’ora in atto, che reimmagina e reinventa le proprie parti, mobili, senza cederle per stanchezza o avaria, senza paralizzarle in un museo, senza tradirne la natura dispositiva alla compressione, tra i reparti vari della produzione, ecco gli spazi extrafollati, della conservazione ed esposizione di campioni, filati e cimeli, e poi quelli spazi che rifigliano e vanno, come un reticolo d’altre rogge interne, creative, che prendono a disegnare i corpi abbondanti del lanificio ch’era tutto e più vasto in funzione, era, diramandosi ora a delta, ora, nel dedalo vasto, tra ciò che pulsa (folloni e suggi e alberi tonanti) e ciò che resta (le migliaia di metri appunto, salvati e disponibili), come lo studio del nostro amico eccelso maestro deriva (ora qui con questa feriamo un poco, ma in giuoco, la sua apparente modestia, apparente perchè modestia , in generale, parola untuosa umile malcompresa, per noi, che nulla ha a che vedere con il concetto di dirittura, e le pare opposto, dato che una dirittura è saper star dritto, mentre la modestia prevede un accucciamento e rincantucciamento piuttosto rinunciatari e unti, per ciò appunto non ci piace affatto, a noi erettili, umile e modesto dice di sé il falso bonario, dico io, e l’uomo centrato non ha da abbassarsi ad esser o dirsi umile o modesto, dato che ha da guardare il sole e il cielo, ed acciò sta, dritto frontale, e caccia gli occhi tersi dentro alle riseghe azzurre (mallarmè) della realtà sempre, e dentro agli altri occhi, e quindi insomma la modestia non è affatto una virtù, ma un trucco dell’editore, se non in opposizione alla sicumera, dolescentemente, ma non è questo il caso, che abbassarsi non può né deve chi è, precisamente, desto, per il bene di tutti, per non perder di vista in traguardo – che non è un’ambizione, ma la linea dell’orizzonte, per chi esplora lo spazio, che come sempre diciamo è il senso della cosa e non un canton logistico, e ci siamo tornati anche stavolta, vivaddio, porquemà: e quindi un saluto a denis, da qui sventola oramai il suo eretto lieto ed ombroso stendardo (un altro che non si stanca, che non si piega: voltaren).
poi che ultimammo il fiero giro guidati da paolo, impavido e quieto (la determinazione è spesso gentile, gentili son tutti i corpi inesausti), anna, che nel frattempo aveva guadagnato n’altro miglio di cimasa a brancate, ha estratto dalla borsa sua tutta una serie di meravigliose creazioni sartoriate, abiti e capi, tessuti e le lane, i tagli sui tagli, le sete manpunte decori colore, dove gli occhi suoi di anna mescolano e cuociono le cose preziose di lanificio paoletti, di gatto astucci e di lanerossi/marzotto – per ora (altri ne vengono, quest’anno 2018), ed ognuna creazione è bellissima e nuova e colpisce, e denis è stato invitato da anna a condividere un cimento, sottoinquadrato, ed altre ancora collaborazioni con altri artisti verranno, e questa è la funzione del fare che cerca sperimenta: catalizzare, confare.
e col lanificio faremo, cose belle e immodeste, io dico, perchè gli sguardi van paralleli, e a follina c’è questo giacimento prezioso, e noi di preziosi giacimenti (casso, corte, pieve) siamo esperti piuttosto, ecco cosa sminiamo: il diamante della terra (che sarebbe l’encefalo stroboscopico, montato su un perno assiale tornito a cesello e piantato nel nucleo).