23 aprile 2017

Nell’ambito della Settimana della Cultura Cadorina, Dolomiti Contemporanee apre i cancelli della Colonia dell’ex Villaggio Eni di Borca di Cadore. Sabato 13 maggio sarà dunque possibile visitare la grande architettura di Edoardo Gellner, sulla quale dal 2014 è attiva la piattaforma di rigenerazione di Progettoborca, sviluppata con il sostegno di Minoter e della rete di partner DC. Appuntamento agli uffici di Dolomiti Contemporane, Via Mattei 5, Villaggio di Corte di Cadore, alle ore 14.00 in punto. Qui come arrivare. La visita avrà una durata di due ore circa, e consentirà di scoprire le installazioni ed i lavori realizzati nella
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20 marzo 2017

Peak – INTHEMOUNTAINS Sabato 1 aprile 2017, Openstudio Progettoborca Ore 14.00/20.00, ex Villaggio Eni, Borca di Cadore (Bl) Sabato 1 aprile 2017 Dolomiti Contemporanee propone un Open-studio alla Colonia dell’ex Villaggio Eni di Borca di Cadore, con Progettoborca.Nel corso del pomeriggio verranno presentati in particolare due nuovi lavori, Peak, di Nicolò Degiorgis, e INTHEMOUNTAINS di Giorgio Orbi. Nicolò Degiorgis è il guest curator per il 2017 di Museion, museo d’arte moderna e contemporanea di Bolzano, dove a settembre si inaugurerà la sua mostra Hämatli & Patriae. L’esposizione è preceduta da cinque presentazioni di libri d’artista a Museion
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11 marzo 2017

Dc partecipa al convegno nazionale Strategie di rigenerazione del patrimonio industriale, che ha luogo il 30 e 31 marzo 2017 a Biella nell’ex Lanificio Maurizio Sella e nell’ex Lanificio Trombetta / Cittadellarte. Il convegno è organizzato da AIPAI – Associazione Nazionale per il Patrimonio Archeologico Industriale, Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Biella, Ordine degli Ingegneri della provincia di Biella, DOCBI – centro studi biellesi, Centro Interdipartimentale di innovazione ICxT dell’Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, Università
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6 marzo 2017

Dolomiti Contemporanee riceve una Menzione Speciale dal MiBact per la partecipazione al bando del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa con Progettoborca. A dicembre 2016, Dolomiti Contemporanee ha partecipato al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa. 
La Candidatura è stata presentata grazie al Comune di Borca di Cadore, che patrocina Progettoborca sin dalla suo avviamento.
Ricordiamo che la piattaforma di Progettoborca è nata nel 2014, e si realizza grazie al sostegno di Minoter, società proprietaria delll’ex Villaggio Eni di Corte di Cadore, ed alla rete di partners di Dolomiti Contemporanee, che annovera centinaia di soggetti. La
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27 febbraio 2017

Fondazione Fitzcarraldo organizza Camp icd3, una giornata di lavori nell’ambito del percorso di accompagnamento per 30 team selezionati da Fondazione Cariplo attraverso il progetto iC3 – innovazioneCulturale, il cui scopo è supportare l’avvio di nuove imprese che possano offrire prodotti e servizi innovativi in ambito culturale – e di cui Fondazione Fitzcarraldo è partner.Camp icd3 si si svolge venerdì 3 marzo 2017, a Base Milano (Via Bergognone 34), dalle ore 10.30 del mattino.Vi partecipano cinquanta professionisti, provenienti da diversi ambiti disciplinari: responsabili di musei, direttori di festival, amministratori pubblici, designer,
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25 gennaio 2017

Gianluca D’Incà Levis, curatore di Dolomiti Contemporanee, è nella Giuria dell’edizione 2017 di Smach, Costelaziun de ert, cultura y storia tles Dolomites.Deadline per gli artisti: 19 marzo. La Giuria di Smach 2017:Lois Anvidalfarei (ladin artist, Italy)Gianluca D’Incà Levis (Initiator and Curator of Dolomiti Contemporanee, Italy) Michael Petry (director of the MOCA Museum of Contemporary Art London, Great Britain)Letizia Ragaglia (director of the MUSEION, Museum of Contemporary Art, Bolzano, Italy)Not Vital (grigion artist, Swiss) www.smach.itqui i vincitori dell’edizione 2017  Photo: ALUG, Gustav
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January 23th 2017, 11.00 pm, Cinema room Colonia former Eni Village, Borca di Cadore / VOID a 11-hour projection set no humans allowed troubles with cold? A project by Mattia Pajè A production by Progettoborca / Dolomiti Contemporanee — Movie youtube sci-fi/horror selection by Gianluca D’Incà Levis: - The Snow Creature, W. Lee Wilder, 1954 - The Brain Eaters, Bruno Vesota, 1958 - Battle Beyond the Sun, 1959, T. Colchart (a.p. F. F. Coppola) - Battle of the Worlds, Claude Rains, 1961 - The Brain That Wouldn’t Die, Joseph Green, 1964 - The Day Of The Triffids, Steve Sekely,
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14 gennaio 2017

Prendiamo spunto dalla pubblicazione di due studi tecnici (economia della rigenerazione, heritage management) a cura di Maria Concetta Perfetto, The Business Ecosystem approach applied to the industrial Herita Management, comparso sull’Enlightening tourism. A pathmaking Journal, e Rigenerazione e Management dell’Industrial Heritage, in Sinergie, Italian journal of management, atti del Convegno 2015, per dire un paio di cose, e fornire alcuni dati sintetici.Il fenomeno Dolomiti Contemporanee: la comunicazione, gli studi.DC è nato nel 2011.Ad oggi, abbiamo operato su circa 20 siti e progetti.Sin dal principio il progetto è riuscito a riscuotere attenzione, nella
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10 dicembre 2016

Sabato 10 dicembre 2016, Colonia ex Villaggio Eni Corte di Cadore Sabato 10 dicembre, la Colonia dell’ex Villaggio Eni Corte di Cadore ha ospitato l’ennesimo Open-studio di Progettoborca. Nel corso della giornata, è stato presentato ufficialmente l’Archivio Progettoborca, realizzato insieme ad Archim.Qui alcune immagini dell’evento, con altri link ai contenuti dell’Archivio.Qui uno dei numerosi articoli apparsi su stampa e media. L’Archivio Progettoborca sta decisamente funzionando: è un ente vivo, qualcosa di ben diverso da un semplice deposito di carte ordinate. E’ possibile trovare un primo “Elenco di
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20 novembre 2016

Da tempo, Giorgio Orbi sale alla montagna, ne è preso, la prende, la percorre, la studia, la vive, la apre: accumula sedimenti psichici, ideali, materiali. E’ un avvicinamento. La messa a punto delle attrezzature. La preparazione della scalata. E ancora: tempo fa Giorgio giunse nell’ineffabile regno di Gellner a Borca, e cominciò ad osservare l’ex Villaggio Eni, proprio come (o forse diversamente da) già osservava il paesaggio dolomitico, le sue ardue crode, infisse diritte al zielo. Ad avvertire, a saggiare, questo incredibile congegno, sapientemente imposto, macchina-generatrice-di-paesaggio (una montagna d’arancia meccanica: adesso, stazione
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dc e carrozzeria margot insieme ad artissima

in occasione di artissima lido, dolomiti contemporanee e la collezione di carrozzeria margot daranno notizia dell’avvio di una collaborazione che porterà alla prima produzione co-mmissionata dell’opera Il mio mezzo spazio di jonathan vivacqua già parte della collezione. la vetrina DC/CM, e farà parte della produzione A SHOP IS A SHOP IS A SHOP IS A SHOP di hanna hildebrand, e sarà allestita all’interno della casa della tuta, galleria umberto I, torino. la costruzione (del pensiero e della sensazione) dello spazio intero non è certo un’afflato cosmico, nè nostalgia romantica d’anima mundi, nè credenza d’integralismo organico, o reminiscenza sublimante (non è come caspar wolf che guardiamo qui alla roccia), o la mitizzazione o venerazione di certi cosiddetti maghi (o glabri o barbuti anacronistici stregoni montani, che si son cotti ormai tutti, marinati, è evidente, nel brodo grasso della storicizzazione autologa, l’ennesimo crepuscolo dei mezzi idoli -idoli stinti, profeti esiziali) a far dire qui che nello spazio (fisico e mentale) del salire, che non è libero né lieto, soprattutto all’inizio, ma necessario, per chi sa farlo, il mezzo spazio possa/debba aprire confluire sfociare nello spazio aperto, che non coincide affatto con un infinito universo beatamente libero e placidamente indifferenziato (un prato di cielo), in estasi o penia (nella gioia o nel vuoto), ma nemmeno in un elemento suddivisibile o partizionabile; lo spazio è aperto in quanto mobileplastico, come l’azione, libera e vincolata, dell’uomo che sale, verso l’alto, per la roccia, nell’aria; tracciando linee individuando percorsi modellando lo spazio ed imprimendo la propria forma nella roccia, sé stesso a plasmarsi nella roccia, improntandosi, e prendendo simultaneamente la roccia in sé (il doppio stampo), nelle scariche come negli attimi immobili; dunque salire come azione deliberata e diretta, scontro/incontro, durezza e naturalità, la decisione e la sensazione (intelletto che sente, a spazzar via l’idea triviale del festino endocrino) di un itinerario nuovo, la via che è una strada pulita, sgombra, limpida, nuda, difficile, da cercare fluendovi, che trapassa, s’instilla, cattura, separa da tutto il resto -la presa delle prese- lima via l’inessenziale, lima via, se la li lascia entrare, ogni altra modalità dell’esistere, dell’essere, ogni frattura, ogni frammento; un’altra realtà colta nel flusso del suo mutamento (le pensée et le mouvant); e una struttura dunque, da pensare, progettare, fare, che sta già in nuce nella guglia greca bianca di marmo, candido modello, con un crinale di cresta e il doppio liscio apicco angolare (due nord) e, infissa, la prima presa-scultura geometrica (la presa non è un’istantanea, non la si vede quando le si giunge davanti; vi si passa -d’intuito- per accuratezze cinestesiche, senza tichismi), primo buco, primo segno per un moto, l’inizio della progressione verticale (axiologica) della radice-corallo, ridisegna lo spazio il nuovo organismo e lo popola quindi di brulichio vitale; e l’ambiente, in sé, non è responsabile di alcuna induzione; si progetta (proietta), grazie ad un sacrosanto artificio, un rapporto nuovo, di senso, un’addizione significante, non l’integrazione automatica (naturale) ad un contesto dato; e infatti a sass muss non c’era un bel niente, di dato, da cui indurre alcunchè; solo la determinazione di un nuovo fare eversivo; ed ecco allora un altro viaggio dell’aguglia migrante, per iniziare la prepararazione che sarà poi di questo corallo-radice, che è una struttura insieme organica e artificiale, che sale al cielo per i suoi bracci larghi di croda mgca(co3)2 e acciai, sale al cielo come un’altra scogliera decisamente corrugata, che vien fuori e su dal terreno, ed è scultura, ma la si popola ed agisce, e ridisegna lo spazio, ed è un connettivo, porta la linfa e riferisce e parla, una colonia poetica ramificata, di e da quei massicci lì attorno parla, delle cime a cui si giunge traverso questo processo del salire che esclude i pigri, pesanti/leggeri, per queste vie stesse, qui concentrate ed accorpate, eccole, in questo gran ragno sospeso, sospeso, che non è totem nè salmo nè feudo, ma scala, e ponte. le vie. gianluca d’incà levis