19 maggio 2014

prosegue l’attività di ricerca del maclab, laboratorio di management, arte e cultura dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. in questo video il laboratorio si presenta attraverso le parole dei tutor e degli assegnisti che vi partecipano. m.a.c.lab | video recap episodio I e II from m.a.c.lab on
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5 maggio 2014

dolomiti contemporanee partecipa a ortsbezug – arte, cultura, territorio, un simposio organizzato da Lanart che si svolgerà da venerdì 9 a domenica 11 maggio 2014 presso la Kunsthalle Hotel Eurocenter di Lana (Bz).L’intervento di presentazione del progetto DC si terrà nel pomeriggio di venerdì 9 alle ore 17.30. L’incontro permetterà ad organizzazioni culturali locali, nazionali ed internazionali di presentare la propria attività e il proprio modo specifico di vivere e intendere la connessione tra arte, cultura e territorio. maggiori informazioni qui
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22 aprile 2014

su artribune, un intervento di gianluca d’incà levis, all’interno della rubrica presente e futuro dei musei d’impresa,  a cura di santa nastro. Leggi l’articolo
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13 aprile 2014

Sul numero odierno di Nòva, inserto domenicale del Sole24ore, un articolo aumentato di Mauro Garofalo su Dolomiti Contemporanee. Spazi reali digitaliInquadra e scopri l’articolo con l’app Nòva AJNòva è il giornale aumentato del Sole24ore, anche in edicola sul quotidiano.   leggi l’articolo
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28 marzo 2014

Sabato 29 marzo 2014, DC partecipa all’Art Talk Il riutilizzo degli ex-spazi industriali oggi promosso da Premio Arte Laguna. L’incontro è ad ingresso libero e si svolgerà all’Arsenale di Venezia Tesa 105 adiacente agli spazi della mostra alle ore 14.30. Interverranno: Gianluca D’Incà LevisIdeatore e Curatore di Dolomiti Contemporanee Matteo Nabissi team progettuale di Fabbrica Saccardo Architetture Luca Furlan Public relations development Cittadellarte-Fondazione
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25 marzo 2014

Il format di progetto che Dolomiti Contemporanee ha sviluppato e messo a punto nei primi tre anni di attività, continua a produrre risultati tangibili, attestandosi come un modello concretamente operativo, anche all’interno degli àmbiti di ricerca. Gianluca D’Incà Levis, curatore di DC, è da oggi assegnista dal Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari Venezia (m.a.c.lab, prof. Fabrizio Panozzo), con un Assegno di Ricerca dal titolo: “Imprenditorialità culturale e le industrie creative come fattori di sviluppo locale. Branding dei territori e rigenerazione creativa. Ripensare la natura e il paesaggio industriale
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3 marzo 2014

Dolomiti Contemporanee partecipa al Premio Cultura di Gestione (settima edizione) istituito da Federculture. Il Premio viene assegnato ad enti che hanno realizzato progetti innovativi nell’ambito della valorizzazione e della gestione dei beni e delle attività culturali. Una giuria valuterà gli oltre 100 progetti culturali partecipanti, decretando i tre vincitori. Vedi la lista dei progetti candidati al premio
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22 febbraio 2014

DC intervistato da Rave East Village Art Residency su Espoarte. Cura l’intervista Sponge ArteContemporanea. Leggi l’intervista su Espoarte >> I tre progetti condividono la volontà di attivare residenze d’artista in ambienti delocalizzati, caratterizzati dall’elemento naturale. I tre progetti si sono raccontati nel corso dell’incontro il mio studio è tra i
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20 febbraio 2014

Nuovo articolo su Dolomiti Contemporanee e la sua azione di valorizzazione del patrimonio industriale attraverso azioni di riqualificazione. Questo e tutti gli ultimi articoli su DC nella pagina press del website. Leggi l’articolo di Simona Politini su Archeologia Industriale
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18 febbraio 2014

Dolomiti Contemporanee si racconta per il concorso chefare2 sulla piattaforma TIMU. cheFare2 è un concorso che premia l’innovazione culturale in italia con un premio da 100.000. I 40 progetti in concorso hanno a disposizione la piattaforma TIMU per raccontare le proprie attività. Tutte le notizie su DC, i contributi di chi ha già collaborato in passato al progetto, nonchè tutte le attività proposte da DC per promuovere la propria candidatura nel concorso cheFare2 si trovano su questa piattaforma. Segui lo storytelling di DC a cheFare2 su TIMU
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forte monte ricco, chiusa la collettiva fuocoapaesaggio: cosa sarà di questo spazio?


Il 31 ottobre 2017 si è chiusa definitivamente Fuocoapaesaggio, la mostra con cui, il 20 maggio scorso, si è inaugurato il Forte Monte Ricco a Pieve di Cadore.
Qui di seguito, alcune considerazioni del curatore di Dolomiti Contemporanee, Gianluca D’Incà Levis, che fanno parte del Report conclusivo.

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L’apertura del Forte di Monte Ricco: il Contemporaneo quale generatore di identità culturale, che attrezza le reti per una gestione sostenibile.

Il Forte di Monte Ricco, straordinaria rocca restaurata, è un manufatto eccezionale.
La qualità architettonica della struttura e del restauro, la locazione unica e la prossimità con Pieve di Cadore, paese ricco di storia e cultura, tra Dolomiti e Tiziano, ne determinano il potenziale elevatissimo.

Il 20 maggio scorso, il Forte è stato dunque inaugurato con Fuocoapaesaggio, mostra collettiva d’arte contemporanea curata da DC.

Ma cos’è l’arte contemporanea? Perché questa scelta per rilanciare il Forte?

L’arte contemporanea è, molto semplicemente, una tecnica attraverso la quale gli artisti, che sono uomini sensibili, curiosi e intelligenti, interessati al senso delle cose, ne accendendo il significato, elaborando riflessioni e opere accurate.
I ventuno giovani artisti in mostra a Monte Ricco sono noti nei circuiti nazionale e internazionale dell’arte, il loro lavoro è ben apprezzato da pubblico e critica.
L’arte contemporanea poi, non è affatto un ambito troppo specifico della cultura, riservato a specialisti, ma un metodo per aprire i contesti a nuovi stimoli e soggetti, intessendo relazioni e reti forti, con Musei e centri d’arte, collezionisti e curatori, investitori e media, interni ed esterni al territorio.
Ricordiamo, a titolo d’esempio, che la stessa Fondazione Cariverona (ente fondamentale nel restauro del Forte), oltre a occuparsi del recupero del Patrimonio storico d’architettura, acquisisce opere di artisti contemporanei, gli stessi artisti esposti a Monte Ricco. E, in sostanza, utilizza il contemporaneo come uno strumento culturale operativo, che sa costruire relazioni tra persone ed enti, e progettare la gestione delle risorse.

Da sempre, la cultura, la ricerca innovativa e l’economia sono interconnesse. Storicamente, ogni Signore, Principe e Papa, ha sostenuto le scienze e le arti, che sono le migliori manifestazioni della capacità dell’uomo di produrre valore dalla propria terra.
E, attraverso le relazioni strategiche coltivate nella cultura, intere civiltà sono cresciute e fiorite: ecco perché l’Italia, per secoli, fu uno dei paesi più creativi e ricchi d’Europa e del mondo. Perché, accanto e insieme ai commerci, si sapeva un tempo coltivare l’amore del bello, che naturalmente è accessibile a tutti, e non solo a pochi.
L’arte contemporanea dunque non è una pratica decorativa, ma una tecnica funzionale che costruisce rapporti e relazioni tra persone capaci e aperte.
In tal senso, lo scetticismo nei confronti nel contemporaneo, pur comprensibile alle volte, è ingiustificato, e spesso caratterizza chi non ha interesse per ciò che rinnova.
Per capire, occorre voler capire.
Ma se non si sa intendere la cultura, cosa resta, a nutrirci? Se, per prigrizia, togliessimo la qualità, cosa rimarrebbe al mondo?
La qualità dei contenuti, è cosa evidente, fa la qualità degli uomini.

Il rilancio di una struttura eccezionale come il Forte di Monte Ricco, è un’opportunità, per il territorio, di mostrare le proprie capacità e di valorizzare le proprie specificità ed eccellenze.
Ecco perché, nella mostra Fuocoapaesaggio, le opere riguardano la montagna, il bosco e la croda, la storia dei luoghi e delle persone, Tiziano Vecellio e le Marmarole.
Durante la scorsa estate, a Monte Ricco, sono entrate dalle 50 alle 100 persone al giorno. Oltre a scoprire l’ottimo restauro, esse hanno potuto interagire con le opere, comprendendo, quando hanno voluto farlo, lo sforzo di comunicazione e la qualità del lavoro artistico presentato.

Ritengo che affidarsi al contemporaneo, per rigenerare una grande struttura finalmente restaurata, sia una sfida, che dimostra ambizione e capacità di visione, apertura e conoscenza di reti e meccanismi relazionali evoluti.
Le eccellenze non vanno coltivate solo in seno al proprio territorio, ma portate fuori, a contatto con contesti più ampi, dove è possibile –se lo si sa fare- trovare sostegno e partnership ulteriori, per crescere l’esperienza del rilancio, e trasformarla in una soluzione performante e sostenibile.

Per questo motivo, il Comune e la Fondazione Tiziano hanno attivato una Residenza a Pieve di Cadore, che accoglie artisti, tirocinanti e studenti, ospiti.
La Residenza consente agli artisti di lavorare a contatto diretto con il territorio, conoscendolo, e di instaurare relazioni con la comunità.
Molte ditte e azienda locali hanno sostenuto, da subito, questo progetto, aiutando gli artisti a realizzare le opere, fornendo materiali e manodopera. In tal modo, una mostra si trasforma in un meccanismo di interazione socio-culturale, che muove il territorio, e che trova nel Forte un grande collettore che produce stimolo e aggrega le genti.
Oltre alle visite guidate al pubblico, si sono realizzate una serie di attività didattiche, coinvolgendo gli studenti di diverse scuole della Provincia. Anche questo è assai importante.

Quali sono ora le prospettive per il futuro? Ciò dipende, come sempre, dalla determinazione nel portare avanti le scelte effettuate.
Il progetto di rilancio di Monte Ricco con il contemporaneo prevede una prima fase di avviamento di tre anni, che deve però ora venire confermata.
Solo se la forze già attive, e la prossima amministrazione, sapranno collaborare, condividendo visione ed obiettivi, il progetto potrà crescere ancora.
Se così non sarà, si sarà perso del tempo: le scelte, una volta effettuate, vanno sostenute.

La prima mostra è servita a lanciare un’opzione, che va ora perseguita coerentemente.
In tal modo, sarà possibile ampliare le reti, trovando i partner pubblici necessari, e convincendo altre aziende legate al territorio del fatto che il rilancio di Monte Ricco ha senso solo come operazione corale, condivisa.
Il Forte appartiene alla sua terra, e costituisce una risorsa per essa.
Se si saprà riarmarlo responsabilmente, trovando le risorse necessarie, si potrà farne un centro attivo e propulsivo della cultura, capace di includere gli attori locali, e di espandersi all’esterno. Rafforzandone l’indentità, e operando bene attraverso le scelta di qualità, ampliando le reti e lavorando sulla comunicazione, è di certo possibile far emergere, oltre al valore del Forte in sè, quello di un progetto culturale rinnovativo, che sa valorizzare le risorse locali, amplificandole all’esterno, per creare valore e attrattività.
Questo è il compito che spetta agli amministratori, ai gestori delle risorse e agli enti territoriali, ai progettisti culturali, ai cittadini.
Ci auguriamo dunque che tutte le forze operative, a partire da Pieve di Cadore, sappiano intendere e valutare correttamente la progettualità avviata, possano apprezzarne la qualità (è impossibile pretendere di voler progettare la cultura senza saperne riconoscere e valutare gli aspetti qualititativi), ne condividano visione e metodi, e si impegnino a svillupparla adeguatamente.

Gianluca D’Incà Levis, curatore di Dolomiti Contemporanee e Progettoborca, direttore del Nuovo Spazio di Casso.

Borca di Cadore, 31 ottobre 2017