forte di monte ricco

 

Il sito
L’altura di Montericco, nel Comune di Pieve di Cadore, è posta alla confluenza delle vallate del Boite e della Piave.
Il Forte, situato ad una quota di 953 m, la domina.
A sera, mentre si sale da Belluno, il suo lungo fronte meridionale, illuminato, è visibile già dal Ponte Cadore. Alle sue spalle, a poche centinaia di metri, si trova la Batteria Castello.

La storia
Documenti del tredicesimo secolo raccontano di un primo Castello di Pieve, qui sorto durante la giurisdizione del Patriarcato di Aquileia.
A metà del quindicesimo secolo, passato il Cadore alla Serenissima, il Castello fu ricostruito, e diventò la residenza del Capitano veneziano.
Esso venne ricostruito ancora tra il 1882 e il 1895, insieme alla altre fortificazioni del campo trincerato cadorino, un’articolato sistema difensivo eretto a difesa del territorio contro l’Impero Austro-Ungarico.
Gli austrici se ne impossessarono nel 1917, e lo fecero saltare un anno dopo, alla fine della Guerra, quando, a seguito del contrattacco italiano, lo abbandonarono.
Nel ’40, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il Forte era ancora sulla linea di fronte, parte del Vallo Alpino. Ma il potenziamento del sistema difensivo cadorino non fu mai attuato, e ancora il Forte fu abbandonato.

Struttura
Nella configurazione ultima, il Forte ospitava quattro cannoni e quattro pezzi a tiro rapido, che con la caponiera costituivano la difesa del fossato. All’interno trovava posto una guarnigione di 80 uomini, con spazi per i vettovagliamenti e materiali, oltre alla santabarbara. Si distinguono inoltre l’androne passante, i locali del corpo di guardia e comando, le latrine, i locali di servizio ed una serie di magazzini.
La tecnica costruttiva con cui sono realizzati i locali è quella della volta a botte in laterizio a sostegno della copertura, impostata su spesse murature in sasso.

Il restuaro
Negli anni recenti, l’amministrazione comunale di Pieve di Cadore ha avviato con la Soprintendenza BAP delle province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso un programma di tutela e valorizzazione delle testimonianze storico architettoniche che costituiscono il complesso del Forte di Montericco e Batteria Castello.
L’iter che ha condotto al restauro del Forte, curato dall’Arch. Luigi Girardini, è iniziato nel 2007, per concludersi nel 2017.
Il restuaro è stato possibile grazie all’impegno dell’Ammintrazione comunale ed al sostegno fondamentale di Fondazione Cariverona.

La riapertura del Forte
Il Forte di Monte Ricco costituisce un’emergenza architettonica storica e culturale eccezionale della terra cadorina, della Provincia di Belluno, della regione dolomitica. L’ultimazione del suo restauro è un momento importante, come lo è l’avviamento della struttura.
Il Forte è una straordinaria risorsa territoriale, la cui identità futura va determinata con cura e attenzione.
Il Forte è gestito dalla Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore e dalla Fondazione Museo dell’Occhiale.

Nel 2017, il Comune e gli enti gestori hanno deciso di coinvolgere Dolomiti Contemporanee in questo importantissimo riavviamento, dimostrando con ciò la propria fiducia nel contemporaneo e nei processi e strategie culturali innovative.
Esso è stato aperto al pubblico per la prima volta il 20 maggio 2017, con fuocoapaesaggio, mostra collettiva e cantiere-laboratorio d’arte contemporanea. La mostra si è appoggiata ad una Residenza artistica attrezzata a Pieve di Cadore, grazie al Comune e alla Fondazione Tiziano.
Al paese natale di Tiziano Vecellio, nell’ambito di Fuocoapaesaggio, DC ha lanciato anche Tiziano contemporaneo: un nuovo progetto, che qui ha preso avvio, e che si svilupperà nei prossimi anni.

 

 

 Fonti:
- Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e per le province di Belluno, Padova e Treviso, Dalle rovine della Grande Guerra, Le attività della Soprintendenza per la tutela e valorizzazione della memoria del territorio.
- Maddalena Vedana, Ripercorrere il Forte abbandonato di Monte Ricco: progetto di conservazione e ri-composizione, Tesi di Laurea specialistica in Architettura per la Conservazione, 2008, relatore prof. Arch. F. Doglioni, correlatore arch. L. Girardini, Università IUAV  di Venezia.

Foto: Giacomo De Donà

 

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