22 ottobre 2019

Venerdì 25 ottobre 2019, Dolomiti Contemporanee ospita il workshop Dopo Vaia: agricoltura in montagna e cambiamento climatico.Si tratta di un’iniziativa della Fondazione Dolomiti Unesco in sinergia con Ufficio Biodiversità della Regione Friuli Venezia Giulia.Uno specifico approfondimento tematico su un aspetto connesso a Tempesta Vaia, si sviluppa dunque attraverso questo workshop, che si svolge al Nuovo Spazio di Casso venerdì 25 ottobre, dalle ore 15.00 alle ore 18.00.Nell’ambito dell’iniziativa Dolomiti Days, e in seguito ai risultati emersi dal progetto Prodotti e produttori di qualità delle Dolomiti Patrimonio mondiale UNESCO patrocinato dalla
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2 ottobre 2019

Tiziano Contemporaneo: avviamento del progetto al Forte di Monte Ricco a Pieve di Cadore (2017/2019)Tutti lo sanno: Tiziano Vecellio nasce a Pieve di Cadore (Bl), negli ultimi anni del quindicesimo secolo.A maggio 2017, dopo lungo restauro eseguito con il fondamentale sostegno di Fondazione Cariverona, il Forte di Monte Ricco, a Pieve di Cadore, è stato riaperto.Gli enti gestori della struttura, Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore e Fondazione Museo dell’Occhiale onlus, hanno affidato a Dolomiti Contemporanee la curatela dei contenuti culturali e artistici, avviando una collaborazione triennale.La prima mostra, Fuocoapaesaggio, conclusasi ad ottobre 2017, è
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30 agosto 2019

Michelangelo Penso Vibration tree8 speaker; 80 sezioni di tronco d’abete rosso; 24 voci: 12 testimonianze su Vaia di abitanti del Cadore; 12 interventi di esperti forestali su diversi aspetti legati a Vaia, foresta, clima; 100 metri di cavo; un sistema audio, voce di una foresta labirinto, luglio 2019. OlimpiaCos’è stata Tempesta Vaia, o Vivian, comunque vogliamo chiamarla? Un’ecatombe arborea, la morte del bosco? Una dimostrazione della forza della natura, che si autoregola ignorando placidamente le esigenze degli uomini? Una reazione della natura al danno inflittole dall’uomo, una vendetta distruttiva?In questo periodo, molti portano le Olimpiadi: se non
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11 luglio 2019

 DC2019 cantieredivaia— To Be Here and There, mostra collettivaa cura di Gianluca D’Incà Levis e Evelyn LeveghiForte di Monte Ricco, Pieve di Cadore (Bl)giugno/settembre 2019 Workshop Stream – arte architettura rigenerazioneForte di Monte Ricco e Batteria Castello, Pieve di Cadore (Bl)luglio 2019 fibra flessa (schianta l’uomo non il bosco) bipersonale di giorgio barrera e filippo romanoa cura di gianluca d’incà levis sentieri non euclideibipersonale di alberto scodro e mirko baricchia cura di daniele capraagosto/novembre 2019nuovo spazio di casso al vajont enrico conigliolive performancea cura di ecoacustica3 agosto 2019nuovo
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6 giugno 2019

Dolomiti Contemporanee prende parte a Musei delle Dolomiti. Venerdí 7 giugno, il nuovo progetto della Fondazione Dolomiti Unesco viene presentato agli operatori museali al Museo Etnografico della Provincia di Belluno, nell’ambito di una tavola rotonda a cui prendono parte il Museo etnografico dolomiti, il MUSE – Museo delle Scienze di Trento e moltissimi rappresentanti di realtà parte della costellazione dei musei dolomitici. Si riflette insieme su identità e ricchezza del patrimonio dolomitico, e sulla sua gestione culturale. Dolomiti Contemporanee è capofila del filone tematico del Paesaggio interpretato (identità, visione, arte, cultura, logiche
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23 maggio 2019

DC partecipa all’incontro: Le pratiche artistiche e culturali come cura delle fragilità dei luoghi e delle persone, che si svolge domenica 26 maggio 2019, ore 15.00, Palazzo delle Esposizioni, Roma. Intervengono: Claudio Bocci, Direttore di Federculture Leonardo Delogu, Corale Gianluca D’Inca Levis, Dolomiti Contemporanee Gaetano Lofrano, ArtePollino Cesare Pietroiusti, artista e presidente PALAEXPO Carmela Rinaldi, Stato di Noia Filippo Tantillo, Comitato Tecnico Aree Interne Modera: Stefania Crobe, SITI – La Strategia nazionale per le aree interne all’interno del Festival ASVIS per lo sviluppo sostenibile promuove, presso il Palazzo delle
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13 maggio 2019

Tra aprile e maggio 2019, Filippo Romano, fotografo, ha trascorso un periodo in Residenza in Progettoborca, dove ha iniziato a svolgere una ricognizione fotografica sui territori colpiti dalla Tempesta Vaia, che nel 2019 Dolomiti Contemporanee tiene al centro della propria indagine sul territorio montano.Il lavoro di Romano è stato sostenuto da Fondazione Francesco Fabbri e Dolomiti Contemporanee.Gli esiti della ricerca di Romano saranno presentati nella nona edizione di F4 / UN’IDEA DI  FOTOGRAFIA, che verrà inaugurata il prossimo 18 maggio, alle ore 18.00, a Villa Brandolini a Pieve di Soligo. Il tema di quest’anno sono le catastrofi ambientali e
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9 maggio 2019

Nel 2018 Dolomiti Contemporanee ha preso parte all’avvio del progetto Border Crossing (Palermo), che realizza una rete tra progetti culturali e Residenza artistiche sparsi per l’Italia.La partecipazione al progetto viene ribadita anche per il 2019.Giovedì 9 maggio, il gruppo si ritrova nell’evento Border Crossing alla Biennale di Venezia, presso Studio Contemporary Art, Calle  al Ponte de l’Anzolo Castello 5312/a, Venezia. DC sarà poi ancora presente in Border Crossing l’1 giugno a Palermo, all’interno del Videoartforum Bordercrossing_Mediterraneum.Si tratta di una maratona di video e talk sul tema Mediterraneo, cura di Lori Adragna e Andrea Kantos, che si
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11 aprile 2019

 Il Film documentario A History about Silence, realizzato dall’artista Caterina Erica Shanta e prodotto da Dolomiti Contemporanee nell’ambito della mostra Brain-tooling (Forte Monte Ricco di Pieve di Cadore, estate 2018), è stato selezionato all’edizione 2019 del Trento Film Festival. Due proiezioni sono in programma per il 24 aprile e 2
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3 aprile 2019

SMACH. Constellation of art, culture & history in the Dolomites SMACH è una open call internazionale per artisti. La quarta edizione di SMACH (2019) ha messo al centro la parola Heimat: questa non è un semplice sostantivo. Come noto, si rivela intraducibile in molte lingue, fra le quali inglese e italiano. I tentativi di ricondurlo a concetti come “terra natìa” sono banalizzanti, se non fuorvianti. Heimat possiede in sé una carica identitaria molto più forte. Heimat non individua semplicemente un luogo, bensì un insieme di valori condivisi e spontanei, che riconducono alla dimensione dell’infanzia, evocando la sensazione positiva che
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michelangelo penso/vibration tree

Michelangelo Penso

Vibration tree
8 speaker; 80 sezioni di tronco d’abete rosso; 24 voci: 12 testimonianze su Vaia di abitanti del Cadore; 12 interventi di esperti forestali su diversi aspetti legati a Vaia, foresta, clima; 100 metri di cavo; un sistema audio, voce di una foresta labirinto, luglio 2019.

Olimpia
Cos’è stata Tempesta Vaia, o Vivian, comunque vogliamo chiamarla?
Un’ecatombe arborea, la morte del bosco?
Una dimostrazione della forza della natura, che si autoregola ignorando placidamente le esigenze degli uomini?
Una reazione della natura al danno inflittole dall’uomo, una vendetta distruttiva?
In questo periodo, molti portano le Olimpiadi: se non nella testa (idea) le portano perlomeno in bocca, come un osso (chiacchiera).
Pensiamo ad una delle tesi che si provano a spiegare la distruzione della città di Olimpia: attorno al 500 d.C. vennero gli tzunami, un grande evento devastante ebbe, anche lì come qui, ragione dell’uomo.
Le colonne doriche a terra: come alberi schiantati o svettati. Coperte dall’acque e dai sedimenti dei fiumi Alfeo e Cladeo.
Andreas Vött ci parla dei frammenti caduti dalle colonne del Tempio di Zeus, che non giacciono direttamente l’uno sopra l’altro, come ci si aspetterebbe dopo un terremoto, ma fluttuano tra i sedimenti.
E’ così che ritroviamo, sovente, i patrimoni perduti.

Vaia
E Tempesta Vaia? Nemmeno qui s’è trattato di un giuoco. Vennero le piogge e i venti, la terra fu scossa, milioni di esseri andarono giù, la foresta si piegò: ma essa vive ancora e si rinnova, i problemi son più dell’uomo che suoi.
In qualche modo, l’uomo adotta sempre le proprie tragedie, i sussulti e i colpi che gli porta la vita. Di solito però, l’adozione segue il fenomeno, e costituisce la presa di coscienza, l’ammissione della sua entità.
Nel caso di Vaia invece, l’adozione è venuta prima, generando il nome stesso dell’evento.
Adopt a Vortex: una procedura che consente ad ognuno di noi di dare il proprio nome ad un evento meteorologico rilevante, comprandolo per pochi euro dall’Institut fur meteorologie di Berlino. Ecco che Vaia è il nome di una donna tedesca: la Signora Uragano.

Foreste, reti, apparati
Secondo Suzanne Simard, professoressa di ecologia forestale allUniversità della British Columbia, […] il micelio connette diversi individui nella foresta, non solo della stessa specie ma anche di specie diverse, come l’abete e la betulla. Funzionando come una rete. E ogni reta è fatta di nodi e collegamenti. I nodi più grandi sono quelli più attivi che durante gli esperimenti vennero chiamati ‘alberi hub’ o ‘alberi madre’ perché nutrono quelli più giovani che crescono nel sottobosco.
Un albero madre può essere connesso a centinaia di altri alberi. Utilizzando gli isotopi traccianti si è scoperto che gli alberi madre inviano il loro carbonio in eccesso, attraverso la rete micorrizica, alle plantule del sottobosco, e grazie a questo fenomeno le plantule quadruplicano la propria possibilità di sopravvivere. Gli alberi madre colonizzano la prole con reti micorriziche più estese, riducendo persino il proprio livello di competizione radicale per poter far spazio ai propri figli. Inoltre, quando gli alberi madre vengono feriti o muoiono, inviano dei messaggi di saggezza alle successive generazioni di plantule.
Quindi sì, gli alberi parlano e la foresta comunica, anche se è vulnerabile. Essendo un sistema complesso di reti si possono prelevare alcuni alberi hub, ma esiste un limite, altrimenti tutto il sistema perde equilibrio e collassa. Se invece si limita il taglio, mantenendo gli alberi madre e rigenerando la diversità a livello di specie, queste reti micorriziche si riprendono davvero in fretta, mostrandosi un potente alleato contro i cambiamenti climatici che minacciano le foreste.
[…]



Vibration tree è un campo schiantato, compasso sonoro, non un cimitero. Gli alberi sono parte  dell’ecosistema? Nemmeno l’uomo può rimanerne escluso: questi boschi li ha regolati lui, nei secoli.
Questi abeti sono stati indeboliti, o son venuti giù, coi venti di Vaia. Forse anche i venti di Vaia li ha spirati l’uomo.
E comunque, quella che vedete qui non è l’immagine della fine.
L’uomo degenera? D’accordo, ma ecco che: la foresta si rigenera.
E’ una foresta geometrica, quella di Michelangelo Penso, nella quale alle voci degli alberi si sostituiscono le voci degli uomini. Ecco una rete sensata, membrana permeabile, che si oppone alla logica infantile degli schieramenti (uomo cattivo, albero buono).
I tronchi, sezionati dagli uomini, non presentano braccia monche, ma apparati regolati. Non una mutilazione, e invece una forma plastica, accordata ad una coralità randomica di suoni espansi (udire le chiome frinire).
I tronchi sezionati stanno, alle volte riversi, coi rami tagliati all’ingiù. Altrove sono le ceppaie e gli apparati radicali ad ergersi al volto, anch’essi rigirati sottosopra.
La scena non è caotica, ma nemmeno si è cercata la cupa dimensione spettacolare di un’architettura petrificata in lapide.
Corpi fermi e suoni mobili: e la vibrazione viene dai corpi.
Un sentiero si addentra nello spazio di questo bosco tagliato dentro. Un percorso d’attraversamento, che diviene d’ascolto: dall’occhio all’orecchio al cuore.
Ed ecco, mentre cammini, vengono le voci, a dire le cose tecniche, mescolandole alle cose empatiche. Dodici forestali, biologi, scienziati del bosco, dicono cose tecniche legate a Vaia.
Dodici abitanti di questa terra raccontano la loro esperienza di quella notte di Vaia, il loro rapporto con le piante, pensieri e storie.
Le voci degli uomini escono dagli alberi: di loro e di noi stiamo parlando qui.

opera in:
altri dardi
a cura di gianluca d’incà levis
forte di monte ricco

29 agosto – 27 ottobre 2019

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La realizzazione di quest’opera è stata possibile grazie al supporto di: Comune di Pieve di Cadore, Cooperativa Cadore SCS, Sezione CAI di Pieve di Cadore, Magnifica Regola di Nebbiù.
Ringraziamo Paola De Martin, Francesco Costella, Umberto Giacomelli, Federico Rosso, Enzo Valmassoi.