5 maggio 2018

Lanificio Paoletti è partner culturale di Dolomiti Contemporanee.Nell’ambito della quinta edizione de La via della Lana, dal titolo, Il Futuro delle Origini, la rassegna di eventi sulla cultura della Lana che si svolge negli spazi dello storico Lanificio Paoletti di Follina tra il 19 ed il 21 maggio, la collaborazione tra il Lanificio e DC si concretizza grazie all’artista Anna Poletti, che presenta il proprio lavoro con il Pb_lab in Progettoborca.A questo link il programma completo scaricabile de Il FUTURO DELLE ORIGINI. Le creazioni di Anna Poletti vengono realizzate grazie ai materiali messi a disposizione dai partner di DC,
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1 maggio 2018

Dolomiti Contemporanee prende parte al Progetto Siparte.SIparte è un percorso di innovazione sociale e imprenditoria giovanile articolato in quattro incontri e un hackathon, volti all’avvio e alla valorizzazione di attività imprenditoriali nel campo agricolo, forestale e dello sviluppo rurale.Chi può partecipare?Giovani, startup, neo-imprese, cooperative, associazioni di volontariato e altri soggetti del territorio del GAL Prealpi e Dolomiti interessati a intraprendere attività imprenditoriali innovative e sensibili a tematiche quali la sostenibilità e l’impatto sociale.Ambiti privilegiati saranno: l’agricoltura di qualità, gli usi sociali delle foreste, il
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12 aprile 2018

Si è svolto giovedì 12 aprile 2018, presso il Centro Studi Ambiente per l’Alpino di San Vito di Cadore, sede del Dipartimento TESAF, il primo incontro operativo di Sanvido Apede, il tavolo di lavoro che, nei prossimi due anni, vedrà il Comune di San Vito, l’Università degli Studi di Padova, Dolomiti Contemporanee ed un serie di altri enti e soggetti territoriali, lavorare insieme alla definizione di una serie di possibili linee guida per la valorizzazione e la rigenerazione del centro storico di San Vito, per la gestione del capitale naturale e per la mitigazione del rischio idrogeologico, al fine
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8 febbraio 2018

Dopo un percorso di avvicinamento, e la firma di una Convenzione tra Comune di San Vito di Cadore e Università degli Studi di Padova, ieri, 7 febbraio 2018, prima riunione informale del gruppo di lavoro di San Vito/Valle del Boite, presso il Centro Studi Ambiente Alpino di San Vito, che è una struttura importante, storicamente, e per l’ottimo lavoro che vi si svolge, nello studio, nella preservazione, nell’attivazione di progetti rinnovativi legati alla foresta alpina e al territorio montano.Qui un brevetto intelligente sviluppato al CSAA. Dolomiti Contemporanee ha favorito dal principio questo tavolo di lavoro, partecipandovi e contribuendo ad
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16 gennaio 2018

16 gennaio 2018, Dolomiti Contemporanee e Progettoborca sono stati, finalmente, in visita al Lanificio Paoletti di Follina: a tramare. con Gianluca D’incà Levis, Paolo Paoletti, Anna Poletti, Denis Riva, Elena Maierotti, Deriva, Lui e Hugo. meraviglioso e stupefacente, il lanifico paoletti, colla sua storia viva, che non è una flebile memoria, ma un argano infisso nelle scorze di un passato risorgivo, mai soluto (…il segreto dei pigmenti duraturi…). che siamo finalmente andati a visitare stamattina: questa storia antica di follina, col fenomeno millenario delle prototessiture, e poi dell’impresa tessile diffusa dal ’600 a ieri, il
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6 novembre 2017

Il 31 ottobre 2017 si è chiusa definitivamente Fuocoapaesaggio, la mostra con cui, il 20 maggio scorso, si è inaugurato il Forte Monte Ricco a Pieve di Cadore. Qui di seguito, alcune considerazioni del curatore di Dolomiti Contemporanee, Gianluca D’Incà Levis, che fanno parte del Report conclusivo. Le Lasportiva di Romano Tabacchi, rinvenute in Batteria Castello: scala, che ti fa bene L’apertura del Forte di Monte Ricco: il Contemporaneo quale generatore di identità culturale, che attrezza le reti per una gestione sostenibile. Il Forte di Monte Ricco, straordinaria rocca restaurata, è un manufatto eccezionale. La qualità architettonica della
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26 ottobre 2017

Giovedì 28 dicembre 2017, dalle ore 17.00 alle ore 20.00, si svolgerà presso il Nuovo Spazio di Casso al Vajont un round table aperto agli artisti, nel corso della quale si discuterà sui progetti realizzati e avviati nel 2017 nei siti di Casso, Borca di Cadore e Piave di Cadore. I progetti saranno presentati attraverso immagini e proiezioni. La mattina del giorno 29, è prevista un’escursione sul Troi de Sant’Antoni e Trui del sciarbon.  Il Nuovo Spazio di
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4 ottobre 2017

Dolomiti Contemporanee al Rifugio MarcesinaSabato 7 ottobre, ore 15.00 Rifugio Marcesina, Enego (Vi) Alcuni uomini albergano in sé, come elementi organici o culturali, parti d’orso, di lupo, di cervo. Così finalmente possono correre per i boschi e per le crode, ululando, bramendo, DIVORANDO. Quali predatori infestano i paesaggi? Di cosa si nutre l’uomo, e perchè? Infestare non coincide necessariamente con offendere: può esser fendere, o fare la festa. Fendere il paesaggio, con il dente, l’aratro, la picca, le lame affilate. Dolomiti Contemporanee cala dal regno delle crode vive, dalle stazioni in ambiente di Casso e Borca di Cadore. E
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30 settembre 2017

Casa Cametti a Vitorchiano (Viterbo) Complesso di Sant’Agnese Opening 30 settembre 2017, ore 15.00 Una selezione di video relativi all’esperienza di Simone Cametti alla Colonia di Borca di Cadore con Casa Cametti va in mostra a Vitorchiano, dal 30 settembre al 5 novembre 2017. L’installazione è inserita nel programma dei Percorsi nell’arte, proposti dall’Accademia Nazionale di San Luca (cinque artisti in cinque siti sparsi nella Provincia di Viterbo: oltre a Cametti, Andrea Aquilanti, Luigi Ontani, Marina Paris, Pier Paolo Perilli).   Dalla montagna L’ex Villaggio Eni di Corte di Cadore è una struttura prodigiosa, dove, negli
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25 agosto 2017

Campo di fiamma performance di suono, pittura e fuoco Venerdì 25 agosto, Forte di Monte Ricco, Pieve di Cadore (Bl) dalle ore 18.00 alle ore 19.30 Dafish + Miglietta (Anterra) + Andrea Visentini a cura di Dolomiti Contemporanee Venerdì 25 agosto 2017, dalle ore 18.00 alle ore 19.30, nel cortile interno del Forte di Monte Ricco, si è svolta la performance Campo di fiamma, con i suoni di Dafish + Miglietta (Anterra), che han portato il fuoco nell’aria, incendiandola. Dafish è Federico De Martin Topranin, musicista ittico. Angelo Miglietta è cantante e chitarrista del gruppo Anterra: qui alle percussioni.
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luglio/ottobre – vaccanza. malutta vs. dc, a casso


VACCANZA

The Mountain Tropical Experience
ovvero
Fondazione Malutta AGAINST Dolomiti Contemporanee

31 luglio – 3 ottobre 2021
Spazio di Casso al Vajont
opening sabato 31 luglio, ore 17.00

dalle 18.00 suonano:
giuseppe de benedittis e francesco peccolo – tem_plate
paolo prince p – bomba tropical



Il video di work in progress e inaugurazione:

artisti in mostra:

giulia maria belli
thomas braida
luisa badino
chiara campanile
nina ćeranić
enej gala
riccardo giacomini
manuela kokanović
anna marzuttini
carolina pozzi
danilo stojanović
nežka zamar
francesco zanatta


orari di mostra:

agosto:
chiuso al lunedì
dal martedì alla domenica, 10.00/13.00 e 15.00/19.00

settembre:
chiuso lunedì e martedì
dal mercoledì alla domenica, 10.00/13.00 e 15.00/19.00

ottobre:
news a venire

 

gif di scardi

Fondazione malutta against dolomiti contemporanee
chi siamo e perchè stiamo

Quasi un anno fa, Dolomiti Contemporanee e Fondazione Malutta hanno deciso di produrre una cosa insieme, convergendo nello Spazio, anzi convergendo i due spazi: il mare e le crode, Venezia e le Dolomiti.

Cos’è Malutta.
Fondazione Malutta è un collettivo basato a Venezia, attivo dal 2013, composto da una cinquantina di artisti e più, provenienti da diversi paesi europei, Albania, Serbia, Italia, Croazia, Slovenia, Lettonia, Francia e Kosovo, che escono dall’Accademia di Belle Arti di Venezia, e in particolare dall’atelier di Di Raco, che hanno un’età anagrafica stimata compresa tra i venti e i quaranta e un’età artistica consapevole (polso mentale e sedimenti d’immagini) di circa cinquecento (la pittura veneta, per esempio), e che poi, dopo l’Accademia – e, per molti, l’esperienza in Bevilacqua La Masa – a Venezia son rimasti, aprendo studi e associazioni e collaborazioni a grappolo su progetti varii interconnessi imbricati tissutali (una roba molto diversa dal produrre eventi slegati o mostruzze-a-monade).

Questo gruppone, direbbe Enej mangiandosi grassa la parola, oltre ad annoverare un gran numero di giovani tra li meglio pittori d’area, per area qui intendendo la geografia ma appunto anche la pittura nella storia e il ruolo capitale di Venezia quale centro di produzione e irradiazione nel mondo dal ’300 o almeno da Bellini in poi; giovani che son quindi gli epigoni contemporanei di una tradizione e scuola che si sa quel’è, i postbizantini rinnovativi, diciamo;
e questo gruppazzo tiene appunto la continuità con la tradizione pittorica veneta in primis, e con altri contesti e barlumi e cieli dell’est anche, conservando e rinnovando le benedette eredità e rimescolandone le parti come dev’esser fatto oggi, che nessuno di questi studiosi in facondia è copista mimetico compilativo o numismatico dell’immaginette, ma invece questo gran ruscellare di qualità di tra i diti, come serpentelli fiammeggianti, che animano i pennelli balistici, e questo è insomma un flusso dinamico che chiude un buco orrendo, nella Santa Città Suppurata di Venezia, da sempre luogo imbibito d’arte e lo sanno anche i sassi, e però negli ultimi anni messa alla frusta dalla crisi di molte delle sue istituzioni storiche propriolegate alla formazione artistica e culturale, oltre che dai tornelli, ma da codesti Malutti in qualche misura e non piccola, essa città costruita coi legni del Cadore e quindi colle tignerie tizianesche, preservata e salvata e risospinta verso l’irriducibile radice di sé stessa e guai a perderla, e non è solo questioni di grandi navi, ma di uno degli habitat storico-culturali più peculiari d’Europa da mezzo millannio all’incirca, habitat sfilacciato e corrotto e impigrito dalla pavida paludazione politica contemporanea, habitat che non va conservato ma mantenuto, habitat che questi ragazzi eretti per l’appunto nutrono, tenendo vivo il tessuto della città fondativa affondante, concedendole un contributo importante, fatto di pittura e spritz (in fondamenta) e di una gran vitalità intuitiva perseverante studiosa sedimentata applicata etcetera, nella ricerca ben condotta.

Moltissimi degli artisti basati a Venezia, in generale, sono saliti negli anni nelle Dolomiti, già dal 2011, lavorando nelle fabbriche e nei cantieri deliberatamente posti da DC, che è un editore antiimmerdativo della Montagna Contemporanea, son saliti in virtù di una prossimità territoriale evidente e di una logica relazionale coltivata e quindi per nulla automatica né scontata ma voluta perchè dovuta, come tutte le cose buone, ammesso che tu sia intenzionato e capace di relazionare paesaggi ed esperienze, e qua lo si fa, dato che da sempre alimentiamo i progetti e le piattaforme nei grandi tuguri postindustriati smunti smorzati smangiati e infestati dalla memoria afasica quassù etcetera, conferendovi le migliori energie guizzanti emergenti e sane, e che quindi è giusto (non ovvio: giusto), che i migliori tra codesti giuovani artisti possano e debbano venire qua, armati, a trovarci dei cantieri diritti e sperimentali e impreveduti, per farci dentro la loro parte e l’han sempre fatta, negli anni, anche con mostre e le produzioni strutturate e così via.

E però stavolta si fa proprio e precisamente una mostra collettiva di Malutta in DC, che si intitola VACCANZA, e ora spieghiamo cosa significa.


Ma prima si voleva chiudere quanto sopra sottolineando meglio quale sia il ruolo di responsabilità, apertura, formazione e coltivazione di vivaio, che compete a Malutta, che così facendo ha pompato sangue nelle arterie semiostruite della città apoplettica, e questa vis costruttiva è un’istanza e anzi un’impegno morale addiruttura dc, e perfino un prodigio sensibile costruttivo e un’architettura sensibile, finalmente, laddove gli enti pubblici e le istituzioni fallivano e affondavano, e le Gallerie pure non è che si inventassero delle robe superbe e i titoli proprio non vengono, loro singoli aggreganti si dimostravano invece, si dimostrano, capaci di ISTITUIRE una pratica coscienziosa e avveduta e salvativa su quell’oggetto complesso e fragile e dinamico che è per l’appunto Venezia (a meno che tu non voglia considerarla davvero un cespuglio per i bisogni dei turisti, sta città), e in ciò vi è un’affinità grande con quello che fa DC dal 2011 tra le crode anch’esse perdute perdute, e stiamo parlando della radice quindi di una con-genialità direi, più che di un’assonanza, radice che ora coltiviamo anche attraverso questa VACCANZA ed eccoci qua.

Dunque questa temperie Malutta, flusso onnivoro del ricampionamento critico inclusivo dei frames di realtà traverso la voracità gentile della ferocia espressiva spinta da una capacità di produzione straordinaria che ha maturato un gruppo eterogeneo ampio coeso dove nessuno succhia l’ombra dell’altro, questa temperie Malutta dico, da un anno sale nel cantiere DC, Francesco ed Anna a capire per primi ad aprire la via agli altri, in un processo  antigravitazionale, come umidità di risalita capillare alla montagna (acqua alta), portandovi la propria variegante logica ricombinativa, che tuttavia non porta alcun germe eclettico, che prende gli spunti le cose le immagini e le riplasma trasforma, e trasformare è tutto, nella fisica intellettiva del logos nel divenire.


E siccome abbiamo detto di presenza e attenzione, rispetto alla storia, al ruolo dell’arte quale presidio e motore risignificativo alla lettura e fruizione e riplasmazione delle cose mobili, ecco che questa esperessione VACCANZA non ha nulla a che vedere e ciò è autoevidente ma lo ribadiamo per quelli nemici letteralmente ed oggettivamente stravaccati, nulla a che vedere con un principio di trascuratezza, dato che qui si lavora propriamente a conferire valore, e però lo spirito è libero quanto serve e la comunicazione anche, e giuocare sui concetti infausti delle violazioni degli spazi-a-sipario (Dolomiti trivializzate depresse nello stomaco putrido del turismo massivo a brancate, vaccate & vacanze assortite) equivale addiruttura se non sei orbo a stigmatizzare questi processi reificatori depauperativi isterici morbosi e le cattive cure dilaganti inflitte a quest’altro habitat pure, che sono propriamente il contrario di una pratica d’attenzione, e quindi qui si è frontalmente contrapposti alla faciloneria del consumo sciatto che piattisce ogni rilievo, e lo si vede subito, nelle opere e prima nelle menti di chi le fa, le opere, opere che sono sempre un’orografia cerebrale che incarna lo spirito nella plastica.


Poi qua ci son le vacche all’alpeggio, e noi le rispettiamo, come ogni creatura che bruca e rumina e metabolizza bene gli alimenti disponibili, e quindi gli stereotipi entrano ed escono in concorso, come puntatori o malenche lucertololine, e così via.

Quindi sta VACCANZA è cresciuta nei mesi, raccogliendo incapsulando intelaiando messi di spunti dalla storia e dalla mitologia e dalla fisica e dalle identità delle persone e dei luoghi e dalle pratiche dell’uomo nella montagna e dalla gestione delle risorse, spazi, cervi martore & turisti, stereotipi, cartoline, clima, apicchi meteorologici, nevi copiose prima e venti e tempeste paurose nella giungla conifera, schianti e frane e lampi e stragi d’ungulati e improbabili realissimi tropicalismi ed esotismi alpini, e il Vajont e il Toc e Borca e il Pelmo e il Bus del Diaol, e così via, tutta una conoscenza progressiva appresa e approfondita per gradi (dal quarto in su), maturata stradotta, attraverso i periodi di residenza ripetuti e prolungati, di questi artisti Malutti dunque, che in mostra son tredici, che son venuti e andati e tornati sempre, da gennaio ad oggi, che han taccaton a scalare pure, incamerando e trasformando gli elementi appunto, per ricomporli in stravedamento, e questo è ciò che vedrete a Casso dal trentun luglio; nelle edizioni (Storie Pallide di Giulia Maria e Riccardo), nelle installazioni, nelle pitture, nelle grafiche, nelle immagini di comunicazione, nelle grigliate alle Adunate: etcetera.

ancòra.
Dagli stimoli si sviluppano i cluster e le figure, nel brodazzo colturale virale: questa stravaccanza nella montagna tropicante dunque, The Mountain Tropical Experience FMDC, include altri samples e frammenti di psicopaesaggi antinormati.

In realtà la faccenda è partita a dicembre 2020, con la prima residenza pioniera, Anna e Francesco (cattivissimo): e subito venne giù il cielo, un segno. Lo chiamammo allora The White Tropical PB Week-End, e scrivemmo robe così a quel tempo:
Una tranquilla settimana e più: bianca alla fine, chiusa con “il finsettima bianco tropicale di borcia”, un fracco di neve, imprinting alpino.
Rimembriamo: scena invernale, nubi a piombo e ne viene tanta, poi dopo un giorno di precipitazione copiosa silenziante ecco lo scirocco ignobile fino a 1.500 msldm, a rilucidare il verde conifero, tuoni e fulmini come d’estate sul Pelmo-notte-cielo-a-giorno, profili e figure terrifici sui crinali stagliati a guizzare di continuo – pareva di stare in tolda navigando le Filippine Uragane – quel vento grosso che ha fatto centinaia di milioni di danni in Veneto, diceva il sior Zaia, in effetti non c’era da scherzare. E chi scherza, mona?
Ma noi quassù, come marinai e nocchieri della muntagna petulante (anche per la solita ignobile retorica elementare a sbadiglio dell’arcaica scogliera corallina), in questi vascelluzzi gellneriani galleggianti nella giungla foresta ululante piegata, noi quassù, dentro e fuori.
Giro di formazione, formation lap (per Yannick): prima è arrivata Anna Marzuttini. Ha incontrato Lorenzo e Annalaura e Marta e un giorno c’erano anche Edoardo e Mattia e così sia, qua sempre gli intersechi. Qualche aperitivo in 169 col diavolo.
Anna ha preso alcuni 100×70 Repap di Paper&People, amici sempre nostri loro e via anche qua.
Con sto meteo, la casa (171) diventa studio-bivacco, la navicella nautica, e sia.
Prima della neve, poi nella neve, due scene vischiate, primi disegni sul tavolo: a grafite, pastello a olio, frottage e incisione diretta su carta.
Poi è arrivato Francesco Zanatta, che era salito a Belluno perchè Giancarlo gli ha comprato un quadro di Brain Tooling con Batteria Castello, ne abbiamo parlato qua, in quest’arringa costruttiva.
Francesco si è tirato su: e si è chiuso in 171 con Anna, sotto anche lui, matite colorate, studi grafici su carta.
Qualche giro in Colonia, che comincia a prendere l’inerzia inverna, va ella cosa come l’oceano appunto: per sei mesi è fredda glaciata.
Una passeggiata al Campeggio nella neve alta e due capriole due.
Cervi e caprioli e quel gatto bastardo a sei zampe.
Poi giù altri sessanta centimetri, rimaniamo isolati due giorni, una sofferenza certochenò, e avanti così.
Questi disegni e studi sono stati l’inizio dell’intero progetto Doloso Malutto, ‘ndolometto. Etcetera”.


Le fantescienze anche ci sono state eccome, quanti filmi e mostrescenze scambiati ingurgitati, questo horror sci-fi che rincalza la coperta aliena della base montagna, Stazione Spaziale Borcia, base mizzilistica, antenna captante, Torneranno gli Extraterrestri, etcetera, Malutta Mountain of Madness, te la do io l’inDeCenza.

Altro pregresso: 5 febbraio 2021, un gruppo più folto di Malutti, tra cui Nina, Giulia Maria, Riccardo, Danilo, saliti a Borca in questo turno. E là abbiamo detto questo, tra i disegni e le sculture di neve e ghiaccio:
“Bene, ora Malutta entra a Corte, benserviti, se vi pare. Si imbastisce il Cantiere Bestiale. Nel ventre della Mostrusa ColoniAnsimante, come bacino di carenaggio levato sospinto sbalzato (son saliti in trireme da Venezia -Quindici Uomini sulla Cassa del Morto, Yo-ho-ho, e na bottiglia di graspa- vicini come uno Stravedamento veloci come lo Sgombro Volante di Vaia, per remi gli arpioni su scalmi d’osso ganascia), si assemblano le partitaniche dell’Unicorno Ungulato di Ghiaccio, Terrifico Leviatano Tropicante. La Grandiosa Creatura ingoierà per intero il Trampolino di Zuel, calzando-lo-vi-si in teglia com’un bianco guanto: Disfida – e lo metabolizzerà senza digerirlo, così che i visceri riprendano a tremare, timore, pulsare, puntare, puntàle, purgare.
 
e poi siamo arrivati qua, è luglio 2021:
 
Fondazione Malutta AGAINST Dolomiti Contemporanee (War of The Worlds), 
Onda tropicante (dall’inizio, per le vicissitudini bohaitiane – gli atleti di Haiti ricoverati all’Hotel Boite in occasione dei Mondiali di sci di Cortina 2020, bere le birre circondati dalle Forze Armate lì ammazzate, Polizia Penitenziaria, Esercito, Guardia di Finanza, Carabinieri). Che ci fa sta gente davanti al caminetto di Gellner? E noialtri qui in mezzo a loro? Scompaginamenti, accompagnamenti inconsueti, si avvia la traccia anomala ecco l’onda.

e sempre e sempre questo meteo variabile, col le alternanze repentine di sereno, freddo, neve e poi pioggia, sferza, altra neve a metro, le tempestequatoriali nella giungla conifera: tropico del pelmo, tropico del padreterno, la Tropicanza Alpina, la tropicaliazzazione delle alpi (tutta la retorica della VENDENZA, vendigli anche il culo, al villeggiante perfido, questo strambamento coincide con il gioco empio eretico erotico? dei rimandi esotici, che qua sonati a cetra stigmatizzano la concupiscenza turistica & le altre mezzevisioni opache della montagna-bramata sbranata nella grande onda digestiva ancora: del succo di merda, emergenza coprogeologica; questo esce nell’altro gioco, estetico stratificante delle deposizioni pittoironiche, anzi diciamo dell’attitudine alla supercomposizione captativa propria di malutta, la superfetazione estetica additiva – la parte consapevole del processo inclusivo che prende gli scampoli e li aggrega nel compost scintillante; quadri di francesco; lavori di enej; metodo di scardi nell’aggolomerare i temi ed i racconti dc nel tessuto del racconto; in generale: che siano elementi di testo o figurativi, questi sintagmi della montagna, triviali o autentici, formano il tessuto critico proteiforme che tien dentro le teste e i decolli, un pò come una sorta di blog riaggregativo: questo Tropicalismo Sulfureo, una galanteria abrasiva, trova Le Aderenze (vai a scalare), trova la presa nella foresta madida;
quindi una Scala Mobile (Malutta sale alla montagna), ovvvero: Laguna Rampante, Acqua Mobile Scala Montagna, Lo Sgombro delle Cime, e la Migrazione di Specie: le specie, animali e vegetali, migrano più in alto e cambian quota, negli ultimi anni, a causa dei cambiamenti climatici (ci lavoriamo per il corso di cultura in ecologia del centro studi per l’ambiente alpino di san vito di cadore): che diamine di specie è questa malutta?

Dannato Cervo Finalmente Ma’lutto
Malutta Morde Montagna

le dolomiti eterne? noia perenne mai sovrincisa, fossile interte, cartolina afona e perfin poco dipinta;
ecco invece la nuova stratificazione; L’invasione dello spazio, Malutta Dolomiti Space Invasion;
un ultimo? strato dunque, necessario a riprocessare i sedimenti del farsi delle dolomiti, lo strato critico contemporaneo poietico;
l’orogenesi non è compiuta; nulla è mai compiuto: serve il farsi perenne, non l’esser stato fatto;
lo sforzo ercinico, fuori le rotule dal ginocchi, francesco (non alzare troppo la gamba),
questa orogenesi pittorica/poietica e tre;
che parte dall’insediamento nel paesaggio delle Terre AlteFusione del Maroso nella Drammatica Colluttazione;
Francesco e Anna han preso a scalare, ora anche luisa, poi ne diciamo per bene;
 
La Nuova Stratificazione dunque:
Malutta Minaccia Metamorfica
Facies Malutta (facies è un ambiante sedimentario)

Una rappresentazione mobile che include e riprogramma e projetta gli elementi dalla storia e della fisica del paesaggio umano nelle Diaboliche Croste e Creste; fertilità ferale del Diavolo;
L’ultimo deposito, il più recente, quello vivo ora, dell’organica costruzione della montagna (orogenesi litogenesi morfogenesi culturale), è quello della Critica Croda Contemporanea?
nel caso di questo collettivo epipacifico, vien come colore nuovo della/sulla montagna vecchia, dandone finalmente una nuova ragione; stratigrafie dei Sedimentatori Sedimentanti sul Sedime Scosso), il Permiano/Maluttiano, una fase geologica attiva, neovulcanesimo e filetto alla wellington di manuela, poi a cas c’è la teresa, mattanza.
 
Fluitando Malenchi le Cime Dormienti