26 dicembre 2011

con questo giuoco intendiamo dire che: dato che il tendere (infinito) della volontà non è in alcun modo soddisfacibile, essendo ogni evento troppo esiguo per racchiuderla, ogni evento essendo fenomeno, ed ecco infatti che ogni raggiungimento ogni aspirazione ogni CIMA svaniscono solo un attimo dopo la loro presunta conquista, e come non c’è alcun motivo, NON C’E’ ALCUN INIZIO, alla volontà (infatti schopenhauer non ha saputo concepire alcun big-bang), volontà che, come, pur senza desiderarlo, sa bene ogni osservatore lucido e sano di mente, porta inevitabilmente alla GUERRA (saper che c’è, che è inevitabile, non significa anelarvi), allo stesso
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carlo erba in dc

 

15 luglio 2018: carlo erba è giunto in progettoborca. (Making friends with a homeless torn up man
He just kind of smiles, it really shakes me up, cause everybody has a poison heart). carlo erba, lui sì è un esploratore culturale, altro che quel ballefiacche in moleskina di chatwin, che piace a te, che stai fermo o viaggi come un commesso, con gli abiti neri appesi nell’abitacolo. carlo erba è stato il mio assistente personale in braintooling, manifestando attitudini alla socializzazione, ottime doti relazionali, alacrità ed efficienza nel lavoro, spirito di abnegazione, saldezza morale, e una singolare attitudine intelligente al pensiero originale (un tantino in loop); generosità in logorrea, atleticità intersinaptica, affidabilità, (begli occhi, dice marta allegri, incontrando il suo sguardo vibrato), discreta tenuta col vino rosso. carlo erba non è un magnacarte, e il suo tratto di fondo è gentile. carlo erba: non vi ricorda forse bromden (il grande capo di “one flow over…)? ma carlo erba non è stato internato mai nell’ospedale psichiatrico di salem. ma. carlo erba è un filosofo pragmatico, e un poeta satirico. carlo erba ha pulito da solo il sentiero per batteria castello, segando quel che non avevano segato gli altri, e un tronco di sezione 50 cm. con un semplice, lieve, digrignar dei denti, portato in risonanza. magro ed elegante, la psichiatria non l’ha disossato, ha una coda a cento bocche (nella scatola alta), che dimena piano, conosce il pudore, in realtà si intromette meno di un qual buon, scintillante, sorriso impiattato (quel sì un digrigno sconcio). carlo erba non accetta di esser messo in un mazzo con romano tabacchi, ed ha ragione: non isolateli in un ghetto (troppo comodo), il ghetto è la vostra mente schematica. per tenersi un poco insieme, carlo erba porta fasce elastiche sbrindellate al ginocchio, sotto ai jeans attillati. è un trendsetter, il diroccamento un vezzo, non si vanta di non lavarsi, mica è un venditore in posa di pignatta libesca, lui: ma lo sa. carlo erba è dotato di un senso estetico logico ed elementare: non capisce cosa diamine c’entrino un distributore automatico a due piazze e un cesto della scoazza stessa stazza con due divani arper: la parola ai saggi. carlo erba galantuomo: lo scorso anno (2017), trovò e restituì la forbice di platino con cui l’allor sindaco, antonia-diferro-ciotti, avea tagliato il nastro all’inaugurazione storica del forte di monte ricco. parola di varsore, come mi definisce lei. oggi carlo erba ha portato per me a giulia quattro porcini coi vermi. glieli ho pagati, e lui se li è portati via, in colatura. ha fatto benissimo, mi è piaciuto, così stasera glieli ho pagati altre due volte. carlo erba sorride. non dategli più mazzate, o vi tagliamo la gola.