26 dicembre 2011

con questo giuoco intendiamo dire che: dato che il tendere (infinito) della volontà non è in alcun modo soddisfacibile, essendo ogni evento troppo esiguo per racchiuderla, ogni evento essendo fenomeno, ed ecco infatti che ogni raggiungimento ogni aspirazione ogni CIMA svaniscono solo un attimo dopo la loro presunta conquista, e come non c’è alcun motivo, NON C’E’ ALCUN INIZIO, alla volontà (infatti schopenhauer non ha saputo concepire alcun big-bang), volontà che, come, pur senza desiderarlo, sa bene ogni osservatore lucido e sano di mente, porta inevitabilmente alla GUERRA (saper che c’è, che è inevitabile, non significa anelarvi), allo stesso
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le duc, montagna griglia cristallo, sci-fi, peso dei corpi

 


ma insomma, abbiamo sempre visto le immagini di Eugène-Emmanuel Viollet-le-Duc, costruite in quel decennio fatidico dal 1868, l’étude, conosciamo da allora (quindi dal ’68? chiederà uno furbo) le massif du mont blanc, e mai ci siamo limitati naturalmente a pensare a quella sola e singola montagna là ma fin dal principio scorgemmo un principio largo di fiamma fredda quanto basta, quello che sempre decliniamo, del fare e rifare il paesaggio invece di dormirlo, in particolare quello prostituito delle crode imbandite e in molti modi e diciamone alcuni, con parolaprima ma lì era il logos, con la geometria culturale sintetica a gemmazione pensiero a grappolo, qui e qui, e poi dopo, da quando c’è dc, abbiamo ritrovato questo tema spiegato da de rossi (che ricorda: “Immaginare di restaurare il Massiccio del Monte Bianco riportandolo alle forme primordiali per comprenderne le matrici geologico-geometriche originarie e i processi metamorfici. Geologia + geometria + architettura...”), ma prima ancora e di tutto la prima impressione prima e tre, la comprensione istantanea dell’intuizione estetica costruttiva, fu naturalmente quella elettrica scossa bastone neurale legata al rigore della fantescenza maginativa e rimarginativa -che non è nè un cinema nè teatro- finalmente un approccio scarnificatore scientifico e tonante, per un nuovo ciclo della petrogenetica archiculturale, e così via, ed è evidente che del concetto di restauro c’interessa l’accezione rinnovativa giammai quella conservativa, e che la montagna per noi è tutto fuorchè un monumento o una cattedrale, ma invece la palestra e cantiere e laboratorio corroborante trasformativo per gli alpinismi culturali etcetera, e le lingue di fuoco dei linguaggi che s’inseguono incalmano ed infondono, e avanti, come anche le immagini delle facies tagliate, metamorfemi metamorfismi, dai pressione a sti cristalli.

RI/DEstruttura in sintesi: fare montagna [grafi’care in rombo e losanga – pezza araldica posta sopr’agl’angoli acuti : Gli Altri Sogni Della Montagna Azzurra Di Ghiaccio?)

ri-de:struzione paesaggio le griglie scheletroniche Solidi Organici A Piani Variabili? Slittamento e CONTRUSIONE proprietà fisiche e graficanza:
tutti i tocchi e scaglie massicci e campioni dello stesso MINERALE o roccimento presentano la stessa struttura cristallina
spiega la comparazione araldica minerale: stesso modello degli staccato geologici: l’avevamo già detto: (p)roccedimento: poi cosa c’è dentro: al centro del pelmo si dice un oceano ancestale, le masse d’acqua litificate forse a formare i nuovi blocchi di volta del cavo interno, come nei cristalli prismatici di vanadite, anche geminati, e aggregati lamellari e colonnari, alle volte (quante volte) minute lance raggiate aciculari, granulati e striati: presentano lucentezza metallica oppure opacità desolanti (Le Montagne Della Follia, Fortress Of Solitude, The Monolith Monsters, etc.),
niente a che fare con la fotoassorbanza fotonica,
siamo dentro e fuori insieme,
poi le batterie e i grappoli botrioidali e reniformi, con la missilistica stalattitica e le masse nodulari gregate, i concreti pentagono-ottaedrici o dodecaedrici e pseudoesagonali, alcune facce striate longitudinalmente:

infine, o anzi al principio direbbe una levatrice, la questione del peso del corpo*, in particolare nella donna, non tanto non solo nel cavo del ventre e nella genarazione no, non quello ora, ma nella psicologia del portamento; nella persona (il sesso conta ma non conta) che porta il peso del proprio corpo in due modi: gravata da soma e pena e schiacciamento, o nella disinvoltura della collaborazione del contratto con l’intelaiatura pericolosa, hai voglia a farla facile con la corrispondenza o addirittura con la coincidenza: che non c’è, e mica solo per platone dai, insomma le montagne e le loro immagini e la massa con le sue gravità.