28 dicembre 2012

  sabato 29 dicembre 2012 , alle ore 17.30, Gianluca D’Incà Levis ospite ad Arte d’inverno, Conversazioni d’Arte presso il Museo Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo.   Nella corso della Conversazione si è raccontato il progetto Dolomiti Contemporanee, i risultati raggiunti nei primi due anni di vita, le nuove prospettive e i progetti per il 2013.   Essi prevedono la prosecuzione delle attività legate al recupero e rilancio di singoli siti e spazi depotenziati presenti sul territorio, e una specifica attività, pratica e teorica, di messa a punto di una strategia culturale generale rispetto alle risorse
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24 settembre 2012

  quarto opening ieri per DC next, dal 4 agosto scorso; dopo taibon 1 e cortina  plus e casso 0, secondo fuoco a taibon. A una settimana dall’apertura del Nuovo Spazio espositivo di Casso, che lo scorso week-end ha portato 800 persone sullo Spalto al Bilico, DC ha inaugurato ieri il secondo ciclo espositivo nella fabbrica riattivata di Taibon Agordino, con sette nuove mostre e una performance. Molti dei 35 artisti che hanno costruito le proprie opere nel periodo in Residenza, erano lì ieri pomeriggio, insieme a curatori e galleristi e gente e taiboneers. L’esperienza di Taibon, con questo
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18 settembre 2012

Sabato 22 settembre Dolomiti Contemporanee ha inaugurato il secondo ciclo espositivo di DC NEXT nel Blocco di Taibon Agordino, ex fabbrica abbandonata e recuperata all’arte (dall’arte). A una settimana dall’apertura di Bilico, prima mostra realizzata nel Nuovo Spazio espositivo di Casso, Dolomiti Contemporanee ha dato mostra di muoversi ancora, eccome. Tra primo e secondo ciclo, la Residenza di Taibon, uno dei fulcri del progetto, ha funzionato senza soluzione di continuità. Decine di artisti hanno vissuto e lavorato negli spazi rifunzionalizzati. Buona parte delle opere del secondo ciclo sono state realizzate durante il periodo di permanenza a
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10 settembre 2012

Bilico prima esposizione d’arte contemporanea nel Nuovo Spazio di Casso a cura di Gianluca D’Incà Levis Nuovo Spazio espositivo di Casso 15 settembre/28 ottobre 2012 Inaugurazione sabato 15 settembre ore 17.00, ex scuola elementare di Casso Casso (Comune di Erto e Casso, Pn)   Artisti: Matteo Attruia Michele Bazzana Ludovico Bomben e Marina Ferretti Luca Chiesura Dimitri Giannina Ericailcane Gabriele Grones Kabu Tiziano Martini Il Moro e il Quasi Biondo Derek Rowleiei Mario Tomè Jonathan Vivacqua Bilico è la prima esposizione d’arte contemporanea che Dolomiti Contemporanee realizza nel Nuovo Spazio espositivo di Casso, l’ex scuola
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15 agosto 2012

sabato scorso, 11 agosto, Dolomiti Contemporanee ha aperto il secondo capitolo della programmazione estiva 2012. Dopo l’inaugurazione del Blocco di Taibon, prime sei mostre visitabili fino al 9 settembre prossimo, si è aperta Giocando con le Regole/Play by the rules. Fabiano De Martin Topranin, Dimitri Giannina, Gabriele Grones, Federico Lanaro, Mario Tomè, espongono all’interno dello spazio del Museo Etnografico delle Regole d’Ampezzo, aperto meno di un anno fa a Cortina. La collezione permanente del Museo è incentrata sulla storia e sulla cultura ampezzana, in particolare la cultura del lavoro. La collaborazione tra il Museo
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11 agosto 2012

Play by the rules / giocando secondo (con) le regole a cura di Gianluca D’Incà Levis 11 agosto – 15 settembre 2012 Museo Etnografico delle Regole d’Ampezzo Località Pontechiesa, Cortina d’Ampezzo Inaugurazione: sabato 11 agosto ore 17.00 Dolomiti Contemporanee in collaborazione con il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi presenta Play by the rules / giocando secondo (con) le regole mostra collettiva d’arte contemporanea realizzata al Museo Etnografico delle Regole d’Ampezzo Un Museo etnografico è un luogo di conservazione, nel quale si collezionano ed espongono oggetti che hanno a che fare con la tradizione, la storia, la cultura del
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7 agosto 2012

  e dunque sabato 4 agosto è uscito di stallo il blocco lo sblocco del blocco; il BLOCCO di Taibon, così abbiamo rinominato l’ex fabbrica di occhiali Visibilia, a Taibon Agordino, sotto e dentro alle dolomiti bellunesi, chiusa da anni, ora riaperta e viva. molta gente all’inaugurazione di sabato scorso, i rappresentanti della regione veneto, primo sostenitore del progetto, e della partnership con Forte Marghera/Parco del Contemporaneo, le autorità locali, sindaci e assessori, un senatore, il Presidente del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, il Presidente del Parco Naturale Dolomiti Friulane, il Sindaco di Erto e Casso, il Segretario del
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1 agosto 2012

  sabato 4 agosto apre il Blocco di Taibon l’inaugurazione ufficiale è prevista alle ore 17.00, a Taibon Agordino, Località Campagna 1 (Belluno: vedi “come arrivare”) verranno aperti al pubblico gli spazi che gli artisti vivono già da alcune settimane i curatori presenteranno le prime mostre, ora in costruzione sei mostre, una ventina di artisti, quelli del primo ciclo la fabbrica riparte, e poi va, fino alla fine di ottobre, altro che lucarossi (e altri insipidi paria) torna a spingere e produrre, il laboratorio d’arti visive in ambiente (il produttivo culturale, ribadiamo, contro gli amorfismi) l’ex fabbrica
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20 giugno 2012

mario tomè, questa sosta non è un orto, performance, palazzo crepadona, belluno, 16 giugno 2012, a cura di gianluca d’incà levisqui il video   la performance sospesa di mario tomè nel Cubo di palazzo crepadona dura quasi tre ore. dopo aver condotto la cassa, due metri per unoecinquanta, ad alcuni metri d’altezza, pilotandola dall’interno, trazionata su la coffa sospesa, con sta t-shirt a rigoni (marinaio! per un attimo quasi bivacco nautico), trazionata su attraverso un sistema a paranco, tomè vi si è accomodato, scomparendo al suo interno, e tacendovi a lungo, bello fermo, quieto (forse). avrebbe dovuto parlare (forse),
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14 giugno 2012

  Sabato 16 giugno, dalle ore 15.00, dolomiti contemporanee presenta il programma generale d’eventi per il 2012, introducendo i nuovi siti in cui si avvieranno i progetti estivi ed autunnali. Dalle ore 18.00 si svolgerà la performance “Questa sosta non è un orto“, di Mario Tomè. Tutti gli eventi in programma di svolgeranno nel Cubo di Palazzo Crepadona (Belluno). Questo il programma di sabato 16 giugno: ore 15.00: anticipazione alla Stampa del programma delle iniziative previste per l’estate/autunno 2012 ore 15.30: Presentazione delle Tesi di Laurea di quattro studentesse dell’Università Cà Foscari di Venezia e dell’Accademia
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20 marzo. Aree Fragili

Pamela Breda/Untitled in Tò nòn ignà – foto di G. De  Donà, 2015



Il terzo fragile. L’istituirsi del bene comune nelle aree rurali

Sabato 20 marzo 2021, Dolomiti Contemporanee partecipa al sedicesimo convegno (online) “Aree Fragili” promosso dall’Associazione Aree Fragili APS e dalle Università degli Studi di Trieste e Padova.

L’intervento di G. d’Incà Levis, ideatore e curatore di Dolomiti Contemporanee, è intitolato Dolomiti Contemporanee – Il medium trasformativo che recupera al territorio l’uso della risorsa atrofizzata.

L’incontro è previsto alle ore 11:00 di sabato 20 marzo.

Il convegno torna su temi di carattere politico-sociale dopo quello di carattere più ambientale dell’edizione 2020 (Vento, aria, fumo). Il fulcro è il concetto di «terzo» declinato come insieme di valori, norme e consuetudini che guidano la vita delle persone e delle comunità locali. Si potrebbe chiamare il terzo ‘istituzioni’, purché sia chiaro che esse includono anche entità informali.

Lo scopo del convegno è vedere se e come la terzietà si sia sviluppata negli ultimi decenni in aree periferiche dove la socialità è diradata o a forte rischio di disgregazione. L’ipotesi guida è infatti che i ‘terzi’ tradizionali, in primis famiglia, chiese, partiti e sindacati, associazioni di volontariato siano particolarmente deboli in queste aree. Il convegno, come sempre, vuole analizzare queste situazioni con rigore e sistematicità, e allo stesso tempo cogliere tutti i segnali positivi in continuità o meno con il passato.

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Dolomiti Contemporanee (DC) non si occupa di archeologia industriale o rigenerazione urbana (al limite: alpina), ma, potremmo dire, di recupero crediti.
Dal 2011, lavoriamo alla riattivazione di una serie di siti e brani di territorio depressi.
Ex fabbriche, ex Villaggi, oppure aree, Comuni, infrastrutture.
Tutti questi “oggetti” sono accomunati da una caratteristica nefasta: giacciono in stato di totale o parziale inerzia.
Oppure, sono gravati da criticità spinte.
Nel caso delle “ex fabbriche”, queste entità hanno concluso l’iniziale loro vita, che ha coinciso con una parabola positiva per il territorio che le ospita (occupazione, economia, socialità, sviluppo).
Un tempo produttivi, questi opifici periferici (le Dolomiti venete e friulane), alle volte molto grandi, sono rimasti lì, esausti e passivi, come i gravami fossili di un passato che ha lasciato solo la memoria ed il rimpianto.

Ciò vale anche per alcuni territori peculiari: l’area del Vajont, è ancora oggi segnata dal ricordo della tragedia del 1963, da cui è difficile, anche dopo tanto tempo, risollevarsi. Questi luoghi (siti o spazi), sono stati persi dalle comunità di riferimento.
Ecco in cosa consiste il credito: essi vanno recuperati, ripensati, raccesi.
Devono tornare utili agli abitatori ed ai fruitori dei luoghi.
L’obiettivo funzionale che ci si pone è dunque in primis culturale e sociale.
Si vuole che essi siti ed aree, di cui soppesiamo accuratamente il potenziale residuale di riuso (non solo l’eco delle imprese trascorse), tornino a spingere e trainare il territorio stesso, riconfigurandosi a suo favore come centri vitali e propulsivi, della produzione culturale e della co-progettazione del territorio in rapporto alle sue esigenze attuali.

Ciò è di certo possibile, in virtù delle caratteristiche logistiche e funzionali e contestuali che essi mantengono: sono collocati in aree o snodi strategici.
Essi debbono essere del tutto trasformati e ripensati oggi nell’identità funzionale, devono servire il territorio. 
Chi può tentare l’impresa della rigenerazione di strutture tanto problematiche?
DC è una processualità trasformativa di rete, e una cosiddetta buona pratica.
Sono quasi 500 i partner pubblici e privati, locali, nazionali e internazionali, che abbiamo raccolto attorno al progetto: l’obiettivo del rilancio di queste are e porzioni di territorio, è così condiviso e partecipato dal territorio stesso.
L’arte contemporanea e la cultura d’innovazione, con le Residenza internazionali (capacità di permanenza e resilienza culturale) hanno un ruolo fondamentale in questa progettualità operativa, accanto alle strategie di rete.
DC colma un vuoto, quello esistente tra le governance del territorio.

I Comuni, spesso, sono troppo “piccoli” per poter mettere in gioco politiche di recupero strutturate al livello richiesto da questi casi complessi.
Le Regioni sono troppo distanti dalle esigenze locali. E, in generale, si è persa la speranza nella possibilità di un riscatto di questi luoghi infragiliti.
Due esempi tra i molti:
Dal 2014, l’ex Villaggio Eni di Borca di Cadore è al centro di Progettoborca, una piattaforma di rigenerazione che fa, di questo luogo miliare e semidimenticato, un grande Centro Studi sulla Montagna.
Gli enti locali, le Università italiane e internazionali, vengono coinvolti.
Il riscatto di questa enorme struttura può e deve coincidere con il rilancio del territorio (non del solo Comune, che non può farsene carico da solo).
L’arte contemporanea ha animato la prima fase del processo di riattivazione: l’arte e la cultura sono metodi della riprocessazione critica di un potenziale.
Le comunità locali, han da guadagnare uno spazio della ricerca e dell’uso quotidiano. L’uomo, può riscattare un passato glorioso (responsabilità storica), recuperando un credito, e rimettendo in rete una risorsa preziosa.

Milano Cortina, le Olimpiadi del 2026?
Qui potrebbe realizzarsi un passaggio sostenibile e responsabile (e in risparmio di suolo) per un evento che non deve limitarsi ad essere sportivo.
I grandi eventi devono farsi piccoli, o perlomeno sensibili, ponendosi alla scala del paesaggio, che devono servire (anziché servirsene), per generare sviluppo. 
Ecco perchè lavoriamo, contemporaneamente, ad altri progetti trasformativi di sviluppo che intercettano esigenze e problematiche locali, come ad esempio Sanvido Apede (insieme a Comune di San Vito di Cadore e all’Università di Padova). 
DC è un medium culturale ed operativo, un recuperatore di crediti.
Terzo rispetto agli enti di governo (troppo distanti; troppo vicini), e rispetto alla storia (dopo il lavoro, dopo l’abbandono: viene il riuso responsabile).

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Qui il link Eventbrite per partecipare al Convegno.