fabiano de martin topranin – space days vol. 3

Fabiano De Martin Topranin, Space Days Vol.3, 230x90x80 cm, legno di Cedro Atantico, Stampa 3D, vernice cromo, piastra ferro verniciato, 2023



Space Days Vol. 3 è il terzo esemplare degli astronauti lignei con cui Fabiano De Martin Topranin esplora lo Spazio, dal 2015: lo Spazio della scultura; delle relazioni prossimali con gli altri oggetti creati, che qui accanto a lui paion piccoli; del Paesaggio.
La ricerca è un’esplorazione continua: questo è ovvio, questo è tutto.
I primi due cosmonauti furono scolpiti a dimensione reale. Il primo atterrò in ambiente, da quel cielo di cedro in terra. Accadde in Smach 2017, quando questo abitatore solitario si installò a Fanes.


Scrivemmo allora:
[…] un cosmonauta fermo al centro di un vasto spazio. Un elmo specchiante riflette il paesaggio circostante, ed i cieli. Lo spazio in cui l’esploratore siderale è immerso, non è però il cielo. Questo cercatore, giunto da altrove, si staglia nettamente, unica presenza ritta, isolato, nel cuore dell’altopiano di Fanes, tra le rocce, le erbe, le valli e i monti. La sua inaspettata presenza ci sorprende, facendoci pensare a concetti quali alienità, vastità, silenzio, distanza, presenza, contatto, volontà, esplorazione, ricerca.
L’opera è alla mercè degli elementi, e delle persone. L’astronauta campeggia nel cuore di Fanes, chiunque passi lo incontra, lo vede, riflette, è riflesso. Come l’astronauta stesso riflette il paesaggio […]


Il terzo esploratore viene ora, ed è stato realizzato appositamente per questa mostra, in un ciclo intensissimo di poche settimane. Il tronco di cedro, all’inizio, era alto tre metri. Tolta la base, rimane alto duemetrietrenta. Schiacciato nello Spazio (di Casso), come nella sua capsula di trasporto, attende d’esser liberato, un giorno lo ritroverete altrove, sul pianeta verde, poi chissà.
Intanto, su dalla scala, fuori scala, spinge, e comprime. Riflette l’intorno.
Un gigante, nemmeno sappiamo a quale pianeta appartenga. Lo specchio ci mostra chi siamo noi, mentre non lascia trasparire nulla di lui. Quasi un eroe mascherato? Egli ci pone dinnanzi a troppe domande. Uno specchio che diventa un pozzo dove lasciar cadere tutte le certezze. Noi siamo piccoli e lui lo dimostra. Un materiale arcaico, il legno. Che risuona dalla storia per traghettarci nel futuro. Dice: una zattera tra le galassie.


le foto sono di teresa de toni e chiara beretta



L’opera è inserita nella mostra Neoformazioni forestetiche, Spazio di Casso al Vajont, fino al 31 dicembre 2023

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