22 aprile 2024

  Cronache d’attualità.Sarà pur chiaro come quella di paesaggio non sia una definizione inchiodata, perchè il paesaggio non è un’ente che cerchi una rappresentazione univoca, ma una permanente trasformazione d’ambito?
Nessun paesaggio è dunque bloccato, né bloccabile, in una forma definita, impermeabile al cambiamento che gli corrisponde – a meno che non ne stiamo considerando una singola configurazione definita, cosa che facciamo volentieri quando ad esempio approfondiamo la storia delle sue declinazioni ad opera dell’uomo. 
Questo però può essere fatto mai nel senso più generale (al di fuori quindi dei casi progettati),
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18 agosto 2023

Tu lo sai cosa sono gli Scarpét?Qui ci abbiamo fatto un workshop a Casso, a dicembre 2022, e da lì abbiamo avviato la ricerca applicata, trovi altri link utili in quel post. Gli Scarpét, o Skarpét, in bellunese, o le furlane, in Friuli. Ste scarpe o “… pantofole rustiche artigianali, tipiche e abituali calzature montanare d’un tempo, costituite da una suola di pezza fittamente trapunta (strapônta) con filo di canapo incerato e da una tomaia scollata, in panno o velluto nero, orlata o foderata, molto resistente … (Enzo Croatto, Vocabolario del dialetto ladino-veneto della Val di Zoldo, Belluno)”. Dolomiti
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17 luglio 2023

Il Cadore tra ’800 e ’900. Perarolo nelle fotografi e di Luigi BurreiIl volume è stato pubblicato a luglio 2023 da Grafiche Antiga A cura di: Elena MaierottiCollana: FotografiaImmagini: a coloriFormato: 23 x 27,5 cm Acquista qui il volume  – Luigi Burrei (1859-1927), originario di Nebbiù di Pieve diCadore (Belluno), visse la maggior parte della sua vita aPerarolo. Fu un commerciante di legname per conto delladitta dello zio, Andrea Burrei, e, nel contempo, anche unappassionato fotografo amatoriale. Di questa sua attivitàdilettantistica, quasi interamente inedita, è rimasta traccia inun corpus fotografi co di proprietà dei suoi eredi. Tale archivioconsta
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22 giugno 2023

  Dolomiti Contemporanee è nel volume THE LAST GRAND TOUR – Contemporary phenomena and strategies of living in Italy, curato da MICHAEL OBRIST (feld72) & ANTONIETTA PUTZU, e pubblicato a giugno 2023 da Park Books.[...] Per gran parte del XVI secolo fino all’inizio del XIX, il Grand Tour in Italia è stato una parte importante della formazione degli aristocratici europei. Seguendo questa tradizione, questo libro analizza da vicino l’Italia di oggi, concentrandosi sul tema dell’abitazione come indicatore delle interrelazioni politiche e socioeconomiche [...] Il contributo di DC è un saggio dal titolo: Il riuso del Patrimonio storico
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21 ottobre 2022

Carégheta Stefano Collarin con Mauro BortotUna ricerca sull’industria storica dei careghétaOttobre 2022 – Lì non si può fumare, neanche all’aperto. Ci nascondiamo e accendiamo una sigaretta: tabacco forte senza filtro.  Non stiamo male. Siamo lì per prenotare un appuntamento (ci costerà caro il barbiere, pochi soldi qua in montagna?). Nel ritardo (pochi soldi e poco personale qua in montagna) chiacchieriamo e decidiamo di farci una birra. Mauro è un seggiolaio, un caregheta: impaglia e costruisce sedie in legno, mica per hobby, lui ci mangia con il paluch e il legno stagionato. In poche ore mi aveva già raccontato tutto,
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24 febbraio 2021

Riccardo Giacomini è qua.   Quando sensibilità, solidarietà, amor dell’animale, creano danno invece che beneficio. L’inverno è una stagione selettiva, per gli animali selvatici.Alcuni animali muoiono: è inevitabile questo, e perfino giusto. La selezione naturale degli esemplari più deboli o malati, concorre alla buona salute della popolazione in generale: la natura si autoregola. Oggi, come sappiamo, l’interazione tra uomo e animale selvatico è piuttosto diffusa.Spesso, d’inverno, gli ungulati si aggirano nei pressi dei paesi e delle abitazioni, soprattutto se, a causa del forte innevamento, come quest’anno, risulta loro
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20 gennaio 2021

 ma insomma, abbiamo sempre visto le immagini di Eugène-Emmanuel Viollet-le-Duc, costruite in quel decennio fatidico dal 1868, l’étude, conosciamo da allora (quindi dal ’68? chiederà uno furbo) le massif du mont blanc, e mai ci siamo limitati naturalmente a pensare a quella sola e singola montagna là ma fin dal principio scorgemmo un principio largo di fiamma fredda quanto basta, quello che sempre decliniamo, del fare e rifare il paesaggio invece di dormirlo, in particolare quello prostituito delle crode imbandite e in molti modi e diciamone alcuni, con parolaprima ma lì era il logos, con la geometria culturale sintetica
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6 gennaio 2021

Premessa: “S.T.R.E.A.M (Sostenere il Turismo sostenibile, la Rigenerazione urbana e la promozione delle Arti in aree Montane)” è un progetto Interregionale tra Italia e Austria, a cui abbiamo partecipato marginalmente, trovandoci noi e non per caso a Pieve di Cadore, tra il 2017 e il 2019, a proporre un’idea di rilancio per il Forte di Monte Ricco attraverso un programma di Cultura e Arte Contemporanea, insieme ad una visione che non ha attecchito. 
Il triennio di lancio sarebbe dovuto servire, se volessimo stare in una prospettiva costruttiva e non estemporanea, a impostare il ragionamento, per poi sostenerlo. Non ad
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20 dicembre 2020

A novembre 2020, all’ex Villaggio Eni di Borca di Cadore, sono venuti (son tornati) i vandali, e i ladri. Dalla Valle, e dalla Germania. Chi sono? Che fare?La vendetta del cervo carnivoro?Dai che ne parliamo.Questo testo è così articolato: 1) Premessa: difficile per chi non si concentra2) I nudi fatti, chiari e semplici da capire per chiunque (ma leggi la premessa), e la consequente, sacrosanta reprimenda —1. Premessa Vandali o nconsapevoli esploratori del proprio sommo vuoto interiore, che non è uno Spazio? (è piuttosto: un tetro anfratto deteriore del Non Esserci, che misero si oppone alla pienezza del buon
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8 dicembre 2020

  Come i lavori vengono e (talvolta) vanno -mentre alcuni soggetti rimangono fermi chiodati / corteccie non è un refuso: perfino buzzati, che non è sterne (primo monito: sapere usare la lingua). L’organicismo psicoorodinamico culturale terrazielato vs. i grigi corpi anticontemporanei, figli del timor contraccettivo che non sa relarsi. Dialettiche e afasie dell’esserci nella cura che spinge, o sta. Francesco Zanatta, If you have a knot you can not undo…, 2019, Collezione privata. —Dolomiti Contemporanee è un camino-cratere. Ciò che vien projettato fuori e sparso per l’atmosfera non son polveri gas o gli effimeri lapilli, ma i concetti e
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Cibiana di Cadore

Cibiana di Cadore è un paese di circa 400 abitanti, situato a circa 1000 m. s.l.m. Siamo nelle Dolomiti bellunesi. Risalendo da sud la Valle del Boite, poco dopo il paese di Venas di Cadore, e ad una decina di chilometri da Borca, si lascia la Statale di Almagna e si attraversa il torrente Boite, ed eccoci dunque nella Valle del torrente Rite, la si risale e si giunge agli abitati di Cibiana, con le sue borgate cinte di crode.
Ancora su per tornanti, fai i tornanti e arrivi al Passo Cibiana, 1.530 m. s.l.m.
Qui trovi i rifugi, gli attacchi alle camminate e alle cime, una pista da fondo bella erta come piace a noi.
Sali sul Monte Rite, e trovi il Museo delle Nuvole, uno dei feudi alpini di Reinhold Messner.
Poi svalichi, e scendi in Val di Zoldo, e da lì se vuoi sali ancora a Nord verso il cuore della terra ladina, per Passo Staulanza. Su di là, andando verso Falzarego, ci interessa eccome, il Castello di Andraz (geografia delle percorrenze a reinnsco).
Oppure pieghi ad Ovest: il Passo Duran ti conduce nell’agordino, valle imperina e avanti.

Nella storia, Cibiana è nota per le minere di ferro, e per la coltivazione di questo metallo, e per le chiavi quindi.
Questo tema ci interessa da zempre.
Tallo ad esempio ha lavorato da Zoppè di Cadore, ecco il suo Pojat di Corte.
Tomè ha lavorato a Zoppè: anche sui ferri, e unendo le valli.
Insomma, da anni e lo si sa, poniamo e riattrezziamo relazioni di senso nel territorio dolomitico, questi sono alcuni dardi.
Tomè e Tallo vengono a Cibiana? Non saranno i soli, giusto Roberto?

Ora accade che Cibiana si apre al contemporaneo, nei prossimi tre anni ci sarà un fermento nuovo quassù, e noi, con Dolomiti Contemporanee, e con le nostre reti, contribuiremo ad alimentare questo fuoco critico, che entrerà nella vita e tra le pietre del paese, in relazione con il-resto-di-questa-terra-montagna, dato che ogni focus necessita di respirazioni più ampie, se non vuoi star lì nel buco, ogni ragione centripeta ne esige evidentemente un’altra centrifuga, che non è affatto compensativa, e così via.
La nostra logica operativa è sempre aggregativa: vediamo una montagna e la vediamo bene: siti e spazi vanno interconnessi, altrimenti crei delle monadi.

Nel 2022, gli artisti Caprioli e Orombelli hanno iniziato a lavorare a Cibiana, nella ex fabbrica di occhiali Dolomit.
Son pionieri ma non son piante, la retorica neovegetativa non fa per noi, ora portiamo su anche gli altri.

vista-dalla-ex-fabbrica-dolomit

 Vista di Cibiana dalla ex Dolomit. (foto Teresa De Toni)

 

Cosa faremo esattamente a Cibiana, comincerai a vederlo nei prossimi mesi, ma insomma si va, e bene.

Quissotto, alcuni siti e temi che ci interessano a Cibiana, e che tratteremo nelle ricerche, e insieme con gli artisti, e con gli altri cacciatori-raccoglitori che portiamo qui.

 

Le prime esplorazioni a Cibiana con il sindaco Gosetti.

Ci accoglie e ci accompagna. Lo ascoltiamo.
DC continua a scavare e esplorare il territorio. Sotto i spighe de Roan e sù, per il torrente. L’acqua divide, unisce e a volte distrugge. Sfredda le fucine di chiavi e campioni. Dalla fabbrica di chiavi Mattia ci indica un’apertura nel bosco aldilà del torrente (verso pian gioanin): si vede il dente e due colonne. I resti di un trampolino per il salto con gli sci.

Nel 1950, individuate le giuste pendenze, gli abitanti iniziarono i primi disboscamenti e dopo due anni di lavoro inaugurarono il primo trampolino di Cibiana (ne seguirono poi altri). Non era il trampolino di Zuel, era un’architettura minima, essenziale, che sfruttava la conformazione del paesaggio (aggiustato ad hoc dalle braccia dei thubianoti) per saltare lunghe distanze. Bisogna esser bravi (guardar bene) per fare il minimo. E quindi, nel marzo del ’52, nonostante la scarsità di neve (oggi come allora?), era tutto pronto. Mancava solo Guerino, uno dei più impegnati ideatori e promotori dell’idea, costretto a casa perché troppo malato. Per lui, i paesani, realizzarono un sistema di altoparlanti in grado di raggiungere la finestra della sua stanza. Fu abbastanza, gli consentì di seguire la telecronaca dei primi salti e la grande festa. Pochi giorni dopo si lasciò andare.
Soddisfatto?
“In pausa pranzo c’era il tempo per un piatto di pasta e due salti” ci dice il sindaco.
Si saltava sempre.
Cibiana diventò una valida palestra d’allenamento per molti saltatori. I ragazzi iniziavano dai tetti delle case: ogni pendenza era un possibile atterraggio. Tre lustri di illustri saltatori. Sempre tutti con gli occhi all’insù. Sassolungo di Cibiana, Croda de Cuz, e le nuvole? No, i spighe, le crode del Rite. Poi, nel 1966, l’alluvione distrusse quasi tutto.
Timidi i tentativi di ripristino.
Ora i resti. E il bosco se li mangia e noi pure, se non stiamo attenti.

Cibianotti Olimpionici non solo nel salto. Sci Club Cibiana si occupa di tutti gli sport invernali. Fondo, discesa (nota a Cibiana la pista della madonnina, guarda bene), e non per ultimo il bob.
Lo vedi davanti al comune, un bob, assieme ad un paio di sci da salto. È di Nevio?
Quando tornò dal Giappone era già li. Simbolo e strumento d’orgoglio. La Lorenzina e le altre si fecero sentire bene. Il paese tutto, era in festa. Era vicecampione olimpico. “Il Beethoven delle serpentine gelate“ (Osvaldo Da Col – Quei ragazzi nati sotto i spighe de Roan). Abile autista in budelli d’acciaio e ghiaccio. Prima sto sport si praticava per le strade: eran libere, ci si allenava spesso e tutti sognavano discendere queste valli in bob. I primi pezzi in legno, poi ferro e vetroresina, plastici, disegnavan traiettorie sempre più veloci. S’alza il rischio se non si studia. La testa il casco? Anche lo stomaco ci vuole.

Ora ci torniamo trai murales, le chiavi, gli sci el bob. In molti.
Paolo e il biliardo ci aspettano.

 

 

Qui altri link:

Museo delle nuvole di Reinhold Messner

nella vecchia Bottega della signora Maria (ora di Luciana Furlanis)

altre informazioni su Cibiana

archivio fotografico

2021 – un tentativo di ripristino dell’attività del salto con gli sci

“La grande estasi” - Alessandro Pagani

Campagna pubblicitaria Martini “the right one” – 1970 – qui un episodio sul salto

Viagra Boys – Sports – 2018