luca chiesura/raindrops keep fallin on my head
luca chiesura
Raindrops keep fallin on my head
foglio plastico, legno, fermi in plastica, 2013
Un momento del film “Butch Cassidy (and Sundance kid)” del 1969 è riprodotto su di un piano di due metri per uno.
Gli elementi del fotogramma: un amore, la montagna, una chiesetta, la ragione non limitabile dalle convenzioni e dai luoghi comuni (espressa da un ultimo teorema), riassumono in una combinazione efficace la capacità di reazione alle difficoltà, alle quali si riferisce proprio la colonna sonora: le gocce di pioggia esprimono simbolicamente qualcosa di più per il compositore Burth Bacharach. Il testo la fa accostare ad una malinconica ballata.
Coincidenza trova un eco lontano nella persona che proprio al Castello risiedette per un noto periodo, e che tanto dedicò all’approfondimento teologico, allo studio matematico ed astronomico: Niccolò Cusano, tra i primi a sostenere il modello eliocentrico. L’origine ebraica di Cusano, Newman e Bacharach rimane un’invariante sospesa e interrogativa.
L’immagine e il soggetto musicale sembrano quindi quasi interagire in funzione dialettica, riallacciandosi ad aspetti personali che si ampliano in un momento generale di mancanza di riferimenti. La combinazione evidenziata però non sembra priva di contraddizioni e quesiti: quanto si può fare affidamento sulla ragione (come in precedenza il teorema, che non è frutto solo di una sequenza di calcoli algebrici); come si può cambiare la propria vita (il protagonista del quadretto idilliaco è un bandito); come far parte della religione; si torna quindi all’origine del pensiero della società occidentale.
opera collocata al terzo piano del castello – cucina
opera inserita in
et un’oseliera et non vi è
a cura di gianluca d’incà levis
castello di andraz
10 agosto – 29 settembre 2013
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